UN RECENTE RAPPORTO dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dipinto un quadro chiaro: entro il 2050, gli over 60 raddoppieranno a livello globale, superando i 2 miliardi. Questo cambiamento demografico epocale avrà un impatto profondo su ogni aspetto della nostra società, dal sistema pensionistico al mercato del lavoro, fino all’organizzazione delle nostre città. L’Europa, e in particolare l’Italia, si trovano in prima linea di fronte a questo fenomeno. Il calo delle nascite e l’allungamento della vita media stanno modificando in modo sostanziale la composizione della popolazione. Le conseguenze sono molteplici: un aumento della spesa per la previdenza sociale, una diminuzione della forza lavoro e un cambiamento delle esigenze del mercato del lavoro.
Tutte tematiche di grande attualità al centro del workshop della corporate university del Gruppo Hera, HerAcademy, che si è svolto nei giorni scorsi presso la sede bolognese: un’occasione unica in cui - grazie al confronto con esperti, docenti e manager - sono state analizzate le principali tendenze e delineate le possibili strategie per il futuro. Durante l’evento, infatti, sono stati affrontati temi cruciali come l’evoluzione del mercato del lavoro e le nuove sfide che dovranno affrontare le aziende. Ne abbiamo parlato con Cristian Fabbri (nella foto in alto), presidente esecutivo del Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane, con oltre 10.000 dipendenti, che fornisce servizi ambientali, idrici ed energetici.
Presidente Fabbri, quest’anno HerAcademy ha posto l’accento sul calo demografico, una sfida cruciale per il nostro Paese. Come affrontate questo fenomeno?
"Attraverso il workshop, abbiamo pensato di aprire una importante riflessione per confrontarci con esperti del settore, istituzioni e altre aziende con l’obiettivo di condividere conoscenze, esperienze e best practices e affrontare in modo concreto ed efficace la sfida del calo demografico e gli effetti sul mondo del lavoro. È una sfida che ci tocca da vicino, in quanto impatta direttamente anche sulle nostre comunità. La collaborazione è fondamentale per affrontare un problema così complesso e, mettendo in comune le competenze, possiamo sviluppare nuovi modelli organizzativi e di gestione delle risorse umane in grado di rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione".
E a livello di azienda cosa fate?
"Le sfide in ambito aziendale riguardano la longevità lavorativa, l’attrazione di nuovi talenti e la fidelizzazione delle risorse. Noi crediamo che la risposta stia in un approccio multidisciplinare che coinvolga sia l’ambito lavorativo che quello sociale".
L’evoluzione del contesto demografico ha influenzato l’approccio nella gestione delle risorse umane nel vostro Gruppo?
"Certamente. Basti pensare che quando è nata Hera, 22 anni fa, in azienda erano presenti solo due generazioni, mentre oggi abbiamo contemporaneamente quattro generazioni: i baby boomers, la generazione X, i millennials e la generazione Z, con caratteristiche molto diverse tra loro".
Come gestite questo complesso "mosaico" di lavoratori?
"L’aumento dell’età lavorativa è evidente e per far fronte alla longevità lavorativa stiamo lavorando principalmente su tre assi: purpose, formazione e welfare. Il nostro purpose aziendale, innanzitutto, ci permette di parlare a tutte le generazioni stimolando interesse, dando un senso alle cose fatte ogni giorno. Il nostro impegno nella creazione di valore, attraverso attività sostenibili che promuovono economia circolare, decarbonizzazione, resilienza, equità sociale, incontra molto bene le caratteristiche comuni alle varie fasce d’età. Lavoriamo per creare un ambiente di lavoro sempre più attrattivo e inclusivo, dove le persone di ogni età possano esprimere il loro potenziale e contribuire alla crescita dell’azienda. Oltre alla promozione della parità di genere e di una cultura sempre più inclusiva, con un approccio proattivo puntiamo sulla valorizzazione delle diverse generazioni promuovendo il trasferimento delle conoscenze tra colleghi più esperti e giovani".
Cosa prevedete sul fronte della formazione?
"La formazione e l’aggiornamento continuo delle competenze, sia tecniche sia trasversali, sono sempre più fondamentali: grazie a un investimento di circa 15 milioni di euro ogni anno, più del 97% della popolazione aziendale partecipa ad almeno un’iniziativa formativa, con una media di 30 ore di formazione pro-capite, al di sopra della media del nostro settore. Dal 2011 la nostra corporate university Heracademy, sicuramente la prima tra le multiutility, ci dà la possibilità di portare all’interno dell’azienda i rapporti con il mondo della formazione esterna e in particolare quello universitario. Questo ci permette di intercettare nuovi trend e soluzioni. La formazione parte da questo e si sviluppa in maniera innovativa".
Cosa fate per attrarre nuovi talenti?
"Purpose, formazione e welfare sono tutte attività che ci aiutano ad avere un ingaggio forte delle persone e diventano anche un elemento di fidelizzazione. In un mondo in cui ci sarà sempre più carenza di forza lavoro, avere lavoratrici e lavoratori soddisfatti in azienda diventa fondamentale. E il nostro tasso di turnover volontario è pari al 2,5%, più basso della metà del tasso di turnover del mercato. Ma guardando al futuro c’è tutto il tema dell’attrazione di nuove risorse. Noi assumiamo più di 600 persone all’anno in media, forse qualcosa in più. Lavoriamo partendo dal nostro rapporto privilegiato col sistema educativo, collaborando con le scuole a tutti i livelli sia nella crescita educativa dei talenti fino alle fasi di ricerca e loro inserimento nel lavoro".