Giovedì 26 Settembre 2024

"L’intelligenza artificiale è parte del Dna di Meta"

L'intelligenza artificiale è al centro del dibattito futuro, con Meta Italia che la considera parte integrante della propria visione e investimento. L'Europa deve agire rapidamente per sfruttarne le opportunità e colmare il divario con Stati Uniti e Cina.

"L’intelligenza artificiale è parte del Dna di Meta"

L'intelligenza artificiale è al centro del dibattito futuro, con Meta Italia che la considera parte integrante della propria visione e investimento. L'Europa deve agire rapidamente per sfruttarne le opportunità e colmare il divario con Stati Uniti e Cina.

CON L’INTELLIGENZA artificiale tutti noi dovremo fare i conti nell’immediato futuro, anzi, ricorda Luca Colombo, country director di Meta Italia, "già li facciamo". Perché, spiega il direttore, l’intelligenza artificiale "è da sempre parte integrante di Meta". La rivoluzione tecnologica che sta battendo alle nostre porte è così veloce e pervasiva che a breve tutti useranno più o meno applicazioni innovative e intelligenti. Come l’intelligenza artificiale saprà plasmare la società del futuro è uno dei temi del 50° Forum di Cernobbio.

Quale è la visione di Meta?

"L’intelligenza artificiale è da sempre parte integrante del Dna di Meta, alimenta le nostre app, ad esempio per moderare o suggerire i contenuti che le persone vedono, i nostri servizi pubblicitari e oggi è anche la nostra più grande area di investimento. Sosteniamo una visione aperta, responsabile e democratica dell’intelligenza artificiale, perché crediamo che questa tecnologia debba essere a disposizione di tutti, e fornire, così, ad imprese, start-up e ricercatori strumenti che altrimenti non sarebbero in grado di sviluppare autonomamente".

Meta cosa sta facendo concretamente?

"Un esempio concreto è Llama 3.1, il nostro modello linguistico di intelligenza artificiale open source più avanzato. Lo abbiamo rilasciato di recente. Siamo convinti che proprio l’open source possa favorire crescita economica, innovazione, prodotti migliori e più sicuri".

Colombo, ci aiuta a capire quale sarà l’impatto dello sviluppo delle tecnologie di Intelligenza artificiale?

"Nessuna tecnologia oggi ha un potenziale maggiore dell’intelligenza artificiale, per aumentare la competitività dell’Unione europea. Trent’anni fa, l’Europa rappresentava circa un quarto del prodotto interno lordo mondiale, tra 20 non ne rappresenterà più dell’11%. Le nostre aziende stanno crescendo lentamente e rimangono indietro rispetto a Cina e Stati Uniti. Nessuna delle prime 10 società al mondo e dei 12 unicorni di maggior valore è europeo. L’Intelligenza artificiale può fornire un impulso alla nostra crescita economica e sbloccare progressi nel campo della ricerca".

L’intelligenza artificiale, però, potrà davvero essere al servizio delle persone solo se si comprendono i rischi e le opportunità. Quale è la posizione di Meta rispetto alle norme che si stanno definendo per regolarne lo sviluppo?

"Crediamo che tecnologie di questo tipo possano e debbano essere sviluppate in modo trasparente e responsabile, come impegno di settore e non di una singola azienda".

Di cosa c’è bisogno per mettere cittadini e imprese in condizione di sfruttare al meglio le opportunità offerte da questa tecnologia?

"L’Europa deve reagire rapidamente e colmare il divario che la rapida diffusione dell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti e in Cina sta producendo. Il suo punto di forza è la sua dimensione: deve sfruttare al meglio un mercato unico di 450 milioni di consumatori e garantire che sia veramente senza confini, completando il progetto del mercato unico digitale. A tutto questo si deve aggiungere un quadro politico armonizzato che possa dare certezza alle imprese pronte a investire e un approccio aperto alla tecnologia Ia".