Lunedì 24 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Le mimetiche dell’Esercito diventano pezzi d’alta moda

L’ESERCITO NON BUTTA via più niente. Tutto si ricicla, si valorizza anche ciò che non serve più perchè cambiano modi...

L’ESERCITO NON BUTTA via più niente. Tutto si ricicla, si valorizza anche ciò che non serve più perchè cambiano modi...

L’ESERCITO NON BUTTA via più niente. Tutto si ricicla, si valorizza anche ciò che non serve più perchè cambiano modi...

L’ESERCITO NON BUTTA via più niente. Tutto si ricicla, si valorizza anche ciò che non serve più perchè cambiano modi e organizzazione. I magazzini dove sono ordinatamente collocati e “in congedo” suppellettili, attrezzature, indumenti che raccontano pagine passate del mondo in mimetica, vengono riaperti e attraverso qualche idea possono nascondere sorprese. Con un valore economico che finisce nelle casse dello Stato. L’impegno che discende a cascata dal Ministero della Difesa è di non sprecare più nulla. E a parte il buonsenso, con con i tempi che corrono è certamente una buona strada. La scelta di procedere su questo percorso è stata intrapresa da qualche anno e sta continuando a dare buoni frutti attraverso il riciclo di materiali a cui viene data una seconda vita e attraverso la concessione del marchio Esercito ad una società commerciale specializzata che diffonde collezioni con capi che richiamano simboli e foggia militare. La strategia è promossa e sostenuta da Difesa servizi spa, società in house del Ministero della difesa, che detiene la gestione economica di beni e servizi e collabora con l’Ufficio promozione dello Stato maggiore esercito, il quale a sua volta fa capo al V Reparto. Dietro a questa operazione che prende il nome di Recruiting marketing, valore economico a parte, c’è l’obiettivo di promuovere valori istituzionali, cultura militare, mantenere vivo l’interesse verso la forza armata e favorire il reclutamento.

Dentro le caserme sparse dal Nord a Sud che ospitavano i giovani di leva ci sono oggetti e indumenti che una volta ripuliti e ricilati sono destinati a diventare elementi cult nel mondo della moda. L’elemento più evocativo è certamente il paracadute. Officina Italia di Carvico (Bergamo) è licenziataria ufficiale del marchio esercito e da tempo produce capi di abbigliamento ispirati alla foggia militare del brand con le stellette. A Pitti uomo di Firenze quest’anno ha lanciato in grande stile indumenti disegnati da stilisti e confezionati proprio con la tela dei paracadute. Un successo perchè i soldati col basco rosso nell’immaginario collettivo sono sempre un’icona. Vele che hanno effettuato per anni lanci nei cieli d’Italia da elicotteri e aerei sono diventati giubbotti e giacche alla moda. I paracadute dismessi dopo 150 ore di attività vengono tutti tagliati a mano con le forbici da artigiani specializzati per garantire il massimo utilizzo. Ogni giacca è una storia, perchè all’interno viene applicato un cartellino che riporta il brevetto di lancio, il codice, le operazioni. All’inizio si utilizzò solo il colore verde originale, ma oggi la tela viene colorata e quindi impiegata per indumenti di diverso stile.

La collezione Esercito sportwear 2025-26 punta anche su capi tecnici mutuati dalla attività artica delle truppe alpine e quindi ad alta performance. Nel progetto dell’equipaggiamento dismesso poi ci sono le coperte di lana vergine e le mimetiche anche questi trasformati in capi di abbigliamento seguendo una filosofia ecocompatibile. Le coperte sono lavorate con trattamento antibatterico e sovratinte, le giacche e i pantaloni mimetici vengono a loro volta rivisitati con trattamenti e lavaggi. L’esercito sta recuperando dagli scaffali dove giacciono ordinate e numerate anche 50 mila gavette in alluminio e più o meno altrettante borracce per le quali la società che già distribuisce oggettistica con marchio esercito e il cioccolato militare, la Fonderia del cacao di Calenzano (Firenze), ha pronto un lancio in grande stile. Le gavette ripulite e igienizzate diventano confezioni per biscotti e cioccolatini col brand delle stellette. Lo Stato cede dietro compenso gli oggetti e inoltre riceve le royalties dalla vendita.