Venerdì 18 Ottobre 2024

L’altro lato del private equity. Va bene anche in Borsa

Il private equity registra una forte crescita, con aziende non quotate in Borsa che attraggono investitori. Le azioni dei leader del settore hanno ottenuto notevoli guadagni, superando l'S&P 500. Investire in private equity richiede capitali consistenti, ma è possibile puntare sul settore tramite azioni quotate in Borsa. La prudenza è consigliata data la valutazione attuale delle società del settore.

L’altro lato del private equity. Va bene anche in Borsa

Il private equity registra una forte crescita, con aziende non quotate in Borsa che attraggono investitori. Le azioni dei leader del settore hanno ottenuto notevoli guadagni, superando l'S&P 500. Investire in private equity richiede capitali consistenti, ma è possibile puntare sul settore tramite azioni quotate in Borsa. La prudenza è consigliata data la valutazione attuale delle società del settore.

HANNO MOLTI SOLDI da spendere e investono in aziende non quotate in Borsa che mostrano un elevato potenziale di crescita. Stiamo parlando dei fondi e delle società del private equity, grandi player finanziari che nell’ultimo decennio si sono ritagliati uno spazio significativo nella business community internazionale. Non a caso, le azioni dei big di questo settore hanno brillato anche sulle Borse internazionali, per la gioia degli investitori che se li sono messi nel portafoglio. Il titolo dell’americana Blackstone, leader mondiale del private equity con oltre mille miliardi di dollari di patrimonio, ha guadagnato oltre il 220% negli ultimi 5 anni (dati aggiornati alla prima settimana di ottobre). Le azioni della britannica 3i, altro colosso mondiale del private equity, hanno invece messo a segno una performance positiva quinquennale di ben il 198% circa (sempre con dati aggiornati alla prima settimana di ottobre). Non cambia molto il quadro se si analizza l’andamento sul listino di altre società del settore come Kkr, che in 5 anni ha addirittura quintuplicato il suo valore sulla Borsa di New York, registrando un rialzo di oltre il 410%. Si tratta di valori ben superiori ai guadagni messi a segno nello stesso periodo dall’S&P 500, l’indice che raggruppa le più importanti azioni statunitensi, che si è fermato a un più "modesto" rialzo del 98%.

Alla base di questa sovraperformance del private equity c’è anche una tendenza che si registra da tempo nella comunità finanziaria internazionale. Le migliori aziende, quelle che hanno un elevato potenziale di crescita e hanno bisogno di capitali per crescere, sempre più spesso snobbando l’idea di quotarsi in Borsa e chiedere soldi al pubblico dei risparmiatori. La migliori aziende preferiscono piuttosto rivolgersi ai cosiddetti mercati privati, cioè raccogliere risorse tra i grandi investitori come appunto i fondi di private equity. Quest’ultimi, a loro volta, raccolgono le risorse finanziarie da chi ha dei capitali consistenti, per esempio dalle grandi famiglie benestanti con i loro family office oppure dagli investitori istituzionali come i fondi pensione e le casse di previdenza. Anche perché, è bene ricordarlo, l’investimento nel private equity non è alla portata di tutti. Richiede di solito un capitale minimo di centinaia di migliaia di euro (anche se le soglie si stanno abbassando) ed è un investimento illiquido, cioè non monetizzabile da un giorno all’altro. Bisogna dunque tenere fermo il capitale per alcuni anni, un lusso che soltanto gli investitori più ricchi si possono permettere, avendo un grosso portafoglio che può essere diversificato.

C’è però un modo per puntare sul settore del private equity, seppur indirettamente, anche senza avere grandi patrimoni. La soluzione è appunto acquistare le azioni dei big del settore che sono quotate in Borsa e che rappresentano dunque un investimento liquido, che ha beneficiato finora del sentiment favorevole della comunità finanziaria verso il private equity. Ovviamente la prudenza è d’obbligo visto che, dopo i rialzi stellari messi a segno finora, i titoli di queste società non sono più a buon mercato. Di sicuro, le azioni dei gruppi di private equity sono state un ottimo affare per chi ha saputo acquistarle al momento giusto. Grandi guadagni ci sono stati anche per fondi fondi azionari specializzati in questa categoria di titoli. Non ve ne sono molti sul mercato italiano e il migliore di tutti è stato finora il Mediobanca Private Equity Strategies che ha avuto una performance media annualizzata di oltre l’11% ogni 12 mesi negli ultimi 10 anni.