Sabato 27 Luglio 2024

La seconda vita di Sartoria Eugubina

NEL 2015 LA LORO STORIA aveva incantato l’Italia, perché parlava di rinascita, coraggio e nuove opportunità. Ora la vicenda di...

NEL 2015 LA LORO STORIA aveva incantato l’Italia, perché parlava di rinascita, coraggio e nuove opportunità. Ora la vicenda di Sartoria Eugubina – la fabbrica, con sede a Gubbio, salvata dal fallimento dalle stesse 30 sarte che vi lavoravano, con un investimento di circa 100mila euro di tasca propria e il sostegno delle istituzioni – si arricchisce di un altro capitolo. L’imprenditore Brunello Cucinelli, che era presente, il 21 dicembre 2015, all’inaugurazione della rinata sartoria (a conclusione dell’operazione di ‘workers buyout’), ha infatti rilevato l’azienda dopo anni di collaborazione. "Quella della Sartoria Eugubina – ha sottolineato – è una storia nobile, fatta di un artigianato genuino che si è saputo guadagnare una stima meritata. Mi piace ricordare il prezioso lavoro di chi l’ha custodita sino a oggi".

Sartoria Eugubina vanta un organico di 70 maestranze altamente qualificate, specializzate in capispalla, "che proseguiranno – ha dichiarato ancora l’imprenditore – la nobile attività lavorativa nel segno dell’eccellenza artigianale, in continuità con quanto la ‘Brunello Cucinelli’ ha avviato a Penne". Già, perché il borgo abruzzese, a metà strada tra le montagne del Gran Sasso e il mar Adriatico, è stato scelto dall’imprenditore come sede di una nuova "fabbrica bella", una manifattura da 4.500 metri quadri, dedicata alla moda uomo, che a regime darà lavoro a circa 350 persone. Nel frattempo, le attività sartoriali proseguono in una struttura di circa 2mila metri quadrati in affitto. Il nuovo edificio dovrebbe vedere la luce nel 2025.

Tornando a Gubbio, l’idea di Cucinelli è di realizzare "un piccolo opificio, con una splendida veduta panoramica sulla cittadella medievale, ove sia possibile lavorare in armonia con il Creato. Credo molto – ha detto – nel valore di capi belli e ben fatti ‘made in Italy’, che si possono lasciare in eredità. Nei tempi a venire, il tema sarà: non a chi venderemo i capi ma, piuttosto, quali mani sapienti li realizzeranno". L’imprenditore ha dichiarato, infine, che punta a raddoppiare gli attuali 70 dipendenti, soprattutto in un’ottica di salvaguardia di antiche competenze, da trasmettere alle giovani generazioni. Ora nella cittadina umbra si parla dell’imminente arrivo di altre grandi firme della moda e del lusso, pronte a dar vita a un nuovo e importante distretto del tessile.

Maddalena De Franchis