"LA MECCANICA agraria è il settore trainante per le applicazioni nell’agricoltura 4.0 e 5.0 delle tecnologie informatiche e digitali per l’agricoltura di precisione". Apre in questo modo il suo intervento Danilo Monarca, professore di meccanica agrarira della Tuscia.
Monarca, cosa si studia in un corso di meccanica agraria?
"La meccanica agraria è un settore che si occupa delle applicazioni delle macchine e degli impianti ai sistemi agricoli, zootecnici, forestali e agro-industriali, approfondendone gli aspetti progettuali, inclusi quelli inerenti alla sicurezza e benessere degli operatori" .
Quali sono le sfide del presente e del futuro per il settore?
"Dovremo essere in grado di recuperare tutte le terre arabili, senza disboscare le foreste delle aree tropicali e contrastando la desertificazione. Per far fronte ai cambiamenti climatici e alla carenza di acqua, con le macchine potremo ottimizzare gli apporti idrici in modo drastico, con risparmi che possono superare anche il 50%. E, al tempo stesso, ridurre gli apporti di sostanze chimiche, a beneficio di tutti, aziende comprese".
Esiste un rapporto stretto tra industria e ricerca, e come si intersecano con l’agricoltura e il suo sviluppo?
"Tutti gli attori si sono resi conto che senza investimenti il sistema rischia di perdere competitività a favore dei paesi emergenti. Il Centro Nazionale Agritech rappresenta una risposta concreta e una bella sfida per aumentare la resilienza e la competitività economica delle filiere agroalimentari".
In che modo può favorire una crescita sostenibile?
"La sostenibilità è un elemento imprescindibile. La crescita del comparto si basa sull’innovazione e sulla competitività, nonché sulla capacità di essere attrattivi sui mercati internazionali. Sul mercato interno, quindi, servono già da giovani specializzati, laureati e dottori di ricerca con una solida conoscenza e capaci di supportare l’industria nel processo di digitalizzazione".
Giovanni Di Caprio