IN UN SOLO ANNO dalla nascita hanno toccato gli 8 milioni di fatturato. Hanno aperto una sede centrale a Milano, sei filiali in giro per l’Italia e trovato la giusta mansione a migliaia di aziende e cittadini. Il tutto a livello digitale, creando un’agenzia del lavoro con un approccio a distanza, la prima sul panorama nazionale. InPlace è nata così con l’ambizione di rivoluzionare, in maniera interattiva, l’incontro perfetto tra le imprese e i candidati. E ora, "con un business plan che viaggia serrato", racconta il direttore generale Mario Di Maolo (nella foto in alto), si sono dati un obiettivo in quattro anni: portare il fatturato a 155 milioni. Come? A portata di click, con investimenti su personale, intelligenza artificiale e nuovi mercati. InPlace è un’agenzia del lavoro 100 per cento digitale, un unicum in Italia.
Riuscite a digitalizzare completamente i processi di selezione, assunzione, gestione e retribuzione dei rapporti di lavoro. Ma perché un cittadino dovrebbe rinunciare agli spazi fisici e ai contatti in presenza?
"E perché un cittadino oggi dovrebbe rinunciare a un approccio digitale, molto più smart e diretto? Senza intermediazione. La pandemia ci ha cambiato e le agenzie per il lavoro, che sono normate dal 1997 da un decreto ministeriale, operano in un settore che ha sempre avuto le stesse modalità di erogazione del servizio. Ma nel mentre le tecnologie si sono evolute e cambiate. È così che abbiamo pensato a un nuovo approccio, dando opportunità ad aziende e candidati di contatto molto più flessibile, immediato e senza barriere fisiche".
Come funziona allora la piattaforma per far coincidere la domanda e l’offerta tra persona fisica e aziende? Usate anche l’intelligenza artificiale e algoritmi specifici?
"La piattaforma gestisce il servizio sia lato candidato che lato azienda. Entrambi quindi si possono auto iscrivere. L’azienda (registrate oltre quattromila, ndr) ricerca il candidato e la mansione ad hoc nella piattaforma con un database che conta circa 200mila persone. Altrimenti può inserire direttamente l’annuncio. Viene moderato da noi e poi riportato su 90 portali diversi. Idem per il candidato. Iscrivendosi dà l’opportunità di farsi vedere a tutti gli annunci presenti sulla piattaforma. Per favorire poi questo incontro tra domanda e offerta è presente un pool di intelligenza artificiale che matcha le competenze del candidato con l’annuncio dell’azienda e con le preferenze di mansione indicate dall’impresa al momento dell’iscrizione in InPlace".
Siete nati solo un anno fa, portando un nuovo prodotto sul mercato. Ogni mese, in media, ci sono 181 annunci e 154 colloqui. Come stanno andando le cose?
"I nostri clienti corporate sono grandi aziende nel settore del turismo, della ristorazione e della logistica. Trovano in noi un valore aggiunto nell’usare questi tool digitali per cercare e trovare la persona giusta per loro. La piattaforma infatti ti permette di chattare direttamente con il candidato. Così si accorciano tantissimo i tempi di reazione rispetto a quelli tradizionali del settore. Nell’arco di poche ore si può già creare quindi un video-colloquio immediato a distanza. Con InPlace le aziende hanno un costo-contatto a zero, a differenza degli altri player".
Che aziende vi hanno dato fiducia e quale settore del mercato coprite maggiormente?
"Oltre a quelli già citati siamo molto attivi anche nella distribuzione farmaceutica. Ora ci stiamo approcciando al mondo del food delivery. Sarebbe una rivoluzione dal punto di vista dell’inquadramento. Stiamo iniziando a collaborare con questo mondo. I famosi rider potranno avere così contratti, con più tutele rispetto ad oggi. Questo mercato vale 30mila posti di lavoro. Da quando la sfida è stata lanciata, non solo le piccole-medie imprese, ma anche diverse realtà multinazionali hanno scelto di utilizzare InPlace (Bwh Hotels, Bevy e Art Group animazione tra gli altri, ndr) per rispondere rapidamente e in piena autonomia alle proprie esigenze di personale, potendo fare affidamento su una piattaforma evoluta dal punto di vista tecnologico, che consente di velocizzare e snellire i processi di selezione e assunzione".
E ora, che obiettivi vi siete posti a medio-lungo termine?
"Il business plan viaggia serrato e chiuderemo il 2024 intorno agli 8 milioni di fatturato. Per il 2028 la sfida è arrivare a 155 milioni di euro".
Quanto personale avete dietro le quinte che segue il tutto? Lavorate tutti in smart working o avete sedi fisiche?
"Abbiamo comunque delle sedi fisiche e delle filiali come previsto dalla legge. La sede principale è a Milano, uno spazio aperto molto rappresentativo, fuori dagli standard, che favorisce gli incontri e gli eventi di networking con clienti e partner. Le filiali invece sono a Lecco (Lombardia), Firenze (Toscana), Rieti (Lazio), Riccione (Emilia-Romagna) e altre due nel capoluogo lombardo. Il team è composto da 13 persone e per il futuro cerchiamo anche nuove figure, ma per arrivare a un massimo di 15-16 persone, non di più. Questo perché ci sarà sempre un alto impatto di automatizzazione. Lo richiede il nostro business plan".