Domenica 27 Ottobre 2024

Il 59% dei pagamenti a PagoPa è digitale

La pubblica amministrazione italiana accelera verso il digitale con il 59% dei pagamenti tramite PagoPa. Il ministro Zangrillo sottolinea l'importanza di una Pa snella e innovativa.

Il 59% dei pagamenti a PagoPa è digitale

La pubblica amministrazione italiana accelera verso il digitale con il 59% dei pagamenti tramite PagoPa. Il ministro Zangrillo sottolinea l'importanza di una Pa snella e innovativa.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE italiana accelera sul digitale, con quasi sei pagamenti su dieci che avvengono attraverso un canale diverso da quello fisico. A certificarlo sono i numeri di PagoPa, il portale nazionale dei pagamenti a favore della pubblica amministrazione. "Abbiamo contribuito all’accompagnamento degli utenti verso il digitale. La dimostrazione sta nel fatto che oggi il 59% dei pagamenti PagoPa è digitale", spiega Maurizio Fatarella (nella foto sotto), direttore generale di PagoPa, a Comolake. "Un 59% fatto di pagamenti direttamente sul canale online e pagamenti fatti con carta presso sportelli fisici", aggiunge Fatarella, secondo cui "il contante è ampiamente superato". Fatarella ricorda poi come dalla nascita della piattaforma, PagoPa ha gestito 1,4 miliardi di transazioni per un controvalore di 280 miliardi di euro. "Il 2023 è stato chiuso con 386 milioni di transazioni processate e il 2024 chiuderà su cifra vicina ai 400 milioni per un controvalore di circa 90 miliardi", aggiunge il dg.

E la necessità di una Pa più snella a livello burocratico, oltre che più digitale, è sollecitata anche dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo: "Abbiamo la necessità – aggiunge – di una pubblica amministrazione che vada più veloce e soprattutto che sia capace di cogliere le tante opportunità che l’innovazione tecnologica oggi ci offre", spiega. Anche il ricambio generazionale, secondo Zangrillo, può supportare l’accelerazione sul fronte del digitale nella Pa: "Oggi l’età media della pubblica amministrazione è di 49 anni e questo è conseguenza anche del blocco del turnover che abbiamo avuto tra il 2009 e il 2020. Dobbiamo scendere", precisa il ministro. Sulla tecnologia l’Italia può comunque vantare grandi passi in avanti. "L’Italia in questi 18 mesi è balzata ben al di sopra della media europea del famigerato Desi per quanto riguarda praticamente tutte le misure della digitalizzazione e dello sviluppo tecnologico", dice Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione. "Era importante far capire all’Europa che il paradigma è cambiato", ma ora occorre "comprendere che dovremo essere bravi a continuare a camminare dopo il 2026 con le nostre forze e sulle nostre gambe, senza più l’ausilio del Pnrr".

Red. Eco.