Giovedì 4 Luglio 2024

I giochi educativi di Clementoni: "Cambiamo con i tempi"

Mario Clementoni ha trasformato la sua passione per i giochi in un impero internazionale, con un focus sull'educazione e sull'innovazione. La sua azienda, Clementoni, produce giochi per tutte le età, con un fatturato in crescita e una costante ricerca e sviluppo.

I giochi educativi di Clementoni: "Cambiamo  con i tempi"

I giochi educativi di Clementoni: "Cambiamo con i tempi"

PER MARIO CLEMENTONI "il gioco è una cosa seria. E non bisognerebbe mai smettere di giocare, specialmente quando si diventa grandi". E prese talmente sul serio i giochi, Mario Clementoni, che passò dall’import-export di strumenti musicali alle tanto amate "scatole" che vedeva andare forte negli Stati Uniti e che in Italia erano pochissimo sviluppate. Era il 1963 e Mario Clementoni tornò da New York a Recanati (Macerata) con le idee chiarissime: lasciò il suo lavoro per dare avvio all’impresa di giochi con l’apporto determinante della moglie Matilde e di soli 5 addetti. Così, nacque in un garage della cittadina marchigiana il suo primo gioco da tavolo italiano, La Tombola della Canzone, ispirato al Festival di Sanremo che se da una parte consente di sottolineare l’importanza del gioco non solo come passatempo ma come utile strumento di condivisione e terreno di incontro per la famiglia, dall’altra fa capire la sensibilità di Mario Clementoni, un uomo, che era anche un grande comunicatore e che capiva l’importanza di un fenomeno come il Festival di Sanremo e del rilievo della comunicazione di massa. Nel 1967 arriva poi l’idea geniale e nasce Sapientino, e con lui la filosofia dell’"imparare giocando", per aiutare i bambini ad apprendere divertendosi.

Oggi Clementoni ha sei linee di prodotto, nove filiali commerciali oltre all’headquarter in Italia (in Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Turchia e Polonia), una filiale operativa a Hong Kong e produce oltre 1.100 nuovi codici ogni anno distribuiti in 83 Paesi. Un vero e proprio universo che mette al centro della propria visione i bambini (e non solo) e individua nel gioco un’attività capace di lasciare un segno nel percorso di scoperta, confronto e immaginazione che contribuisce alla crescita dei più piccoli e non solo. Un universo che nel 2023 (l’anno fiscale si è chiuso lo scorso 31 marzo) ha realizzato un fatturato di circa 200 milioni, in crescita rispetto all’anno precedente così come è stata buona la marginalità. "Risultati non casuali – spiega l’amministratore delegato Giovanni Clementoni (nella foto sopra), che con i fratelli Stefano, Patrizia e Pier Paolo ha in mano le redini dell’azienda – e che sono il frutto di un continuo efficientemento produttivo, della incessante revisione dei prodotti e di una forte revisione industriale dei prodotti dal lato dei costi ma anche della costante ricerca e sviluppo che si prende circa il 4% dei ricavi. Attualmente il mercato europeo vale circa il 90% dei nostri ricavi che per il 30% si sviluppano in Italia".

Un risultato economico che è anche il frutto di importanti investimenti sugli impianti produttivi con potenziamento dei macchinari e un forte impegno sul fronte del contenimento dei costi energetici con la realizzazione di impianti fotovoltaici che consentono di ridurre in maniera significativa la bolletta energetica. Ciononostante, spiega Giovanni Clementoni, 62 anni e fresca nomina di Cavaliere del lavoro, "il 2024 si prefigura come un anno non facile sul fronte delle vendite, che prevediamo stabili e dovremo prestare molta attenzione a continuare a ottimizzare il flusso dei costi sui circa 29 milioni di pezzi che ogni anno produciamo per l’85% a Recanati. Il restante viene prodotto in Cina ed è una scelta inevitabile per restare su un mercato fitto di competitor su tutte le fasce di età alle quali ci rivolgiamo". Sapientino resta il punto di forza e capostipite di un modo di fare giochi che papà Mario e mamma Matilde hanno inaugurato, creando una azienda che si è intersecata con la famiglia sulla base di un valore che Giovanni Clementoni ha chiarissimo: "Tra le tante genialità di nostro padre – spiega l’ad – c’è stata quella di una impronta educativa chiara e forte: tra noi fratelli ci deve essere rispetto e capacità di distinguere le questioni personali da quelle familiari. E questo lo abbiamo metabolizzato tutti e grazie a questo importanti tensioni non ve ne sono state". E oggi il lavoro creativo del padre e della madre è affidato ad un team di 60 persone. "Clementoni ha fatto la storia del gioco educativo – continua – ma oggi c’è una pressante esigenza di innovare e di adeguare tutte le linee di prodotto a sensibilità che mutano molto più rapidamente di un tempo e quindi il lavoro di squadra è necessario". E così Sapientino non è più la prima linea ed è stato affiancato in corsa dalla linea scientifica che ne è idealmente l’erede. Poi ci sono i prodotti per la prima infanzia, e i giochi per adulti e di socializzazione che altro non sono che gli eredi dei giochi di società. E continuano anche i puzzle, un evergreen che nasce nei primi anni ‘70, in un continuo processo di innovazione che guarda ai mercati e ai bisogni del consumatore, una merceologia di gioco per tutte le età.

È di questi stessi anni la firma di uno degli accordi più importanti conclusi da un tenace, visionario e combattivo Mario Clementoni. Siamo nel 1973, inizia la collaborazione con Walt Disney Italia. Nello stesso periodo l’azienda mette a segno un altro "colpo": l’acquisizione delle licenze dei cartoni animati giapponesi. Sbarcati in Italia tra la fine degli anni ‘70 e i primi anni ‘80, con serie di oltre 50 episodi, i cartoon nipponici conquistano immediatamente l’attenzione dei bambini, ed è così che nel catalogo Clementoni fanno la loro apparizione Heidi (1978) e Remì (1979). Poi la corsa prosegue nel 1983 con il sound logo Clem Clem, fino alla collaborazione con la Texas Instruments e la nascita di Computer Kid e a uno dei giochi Clementoni "da grandi" più famosi, ’Insieme’, una sfida a quiz destinata agli adulti, con 3.000 domande create da autori celeberrimi: Andreotti, Arbore, Ciotti, Costanzo, De Crescenzo e Gawronski. Una "corsa" tra i giochi che resterà stabilmente in famiglia. "Non abbiamo all’orizzonte né fondi di investimento né quotazioni – conclude Giovanni Clementoni – e pensiamo di poter valorizzare bene da noi le grandi intuizioni dei nostri genitori".