Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Giorgio Tesi Group: "Sostenibili, trasparenti e responsabili"

Il Giorgio Tesi Group, azienda vivaistica leader a Pistoia, si distingue per la sua sostenibilità ambientale e sociale, innovazione e impegno verso il territorio.

Giorgio Tesi Group: "Sostenibili, trasparenti e responsabili"

Il Giorgio Tesi Group, azienda vivaistica leader a Pistoia, si distingue per la sua sostenibilità ambientale e sociale, innovazione e impegno verso il territorio.

IN PRINCIPIO, era un podere nelle campagne pistoiesi. Quattro ettari destinati alle colture vivaistiche. Cinquant’anni e una generazione dopo l’identikit è mutato, prova di una scommessa che ha avuto ragione d’esser giocata: 500 ettari di produzione tra piena terra, colture in contenitore e protette, quattro filiali in Italia (due in provincia di Grosseto, una in provincia di Cremona e un’ultima a San Benedetto del Tronto). ’The future is green’, recita il claim di Giorgio Tesi Group, azienda con quartier generale a Pistoia e leader del settore vivaistico. Ma qui è il presente ad essere già di un verde che definire scintillante non è azzardo: 1.500 varietà di piante coltivate, esportazioni in 60 Paesi del mondo, 250 dipendenti con dato in aumento. Ma c’è molto di più. Perché i numeri pur se immediati finiscono per non rappresentare ciò che è il focus del fare impresa: essere sostenibili e responsabili. Verso l’ambiente, verso la società, verso il capitale umano. Lo spunto per ragionare su questa molteplicità di temi lo ha offerto il recente forum fiorentino di Bper Banca con Qn Economia su ’La banca come acceleratore nell’innovazione e sostenibilità del comparto agroalimentare’. Una delle voci a quel convegno è stata quella di Marco Cappellini (nella foto in alto), direttore generale Giorgio Tesi Group che in quella sede ha sottolineato come le banche possano svolgere un ruolo centrale, "creando finanziamenti e fondi di investimento rivolte ad aziende che adottano pratiche imprenditoriali sostenibili".

Transizione verde, accordi e patti con goals da centrare nel lungo termine: come traduce nel concreto Giorgio Tesi Group questa corsa contro il tempo?

"Chiariamo prima cosa significa essere sostenibili. Per noi vuol dire fare impresa nel rispetto dell’ambiente che ci ospita e del capitale umano che ogni giorno lavora affinché l’azienda progredisca e lo faccia in modo etico. Rispetto, consapevolezza e azione sono i cardini della nostra idea di sostenibilità e sono fattori che già da tempo integriamo nelle strategie aziendali. In tema di ambiente, dall’anno 2000 abbiamo intrapreso il percorso delle certificazioni, dalla Iso 9001 alla Uni En Iso 14001. Siamo stati prima azienda vivaistica italiana certificata Emas. Poi altri marchi, Global Gap, Mps, Vivaifiori. Non sigle al vento. I controlli degli ispettori sono costanti, l’azienda è a nudo nella tracciabilità".

Come si conciliano innovazione e sostenibilità?

"Abbiamo un ufficio di process innovation. Al suo interno siedono agronomi, ingegneri gestionali, laureati in statistica. I prodotti fitosanitari che usiamo sono normati, ma per noi non basta. Vogliamo abbattere l’impatto e i risultati, con una riduzione del 72% negli ultimi tre anni, ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta. Ricerca e sviluppo non s’interrompono, prova ne è uno studio con l’Università di Firenze iniziato lo scorso anno e destinato ad essere chiuso entro un paio di anni (Lca-Life Cycle Assessment). Lo abbiamo avviato non solo per quantificare quanto la nostra azienda inquini con la propria attività, ma anche per capire con la nostra produzione quanta anidride carbonica si riesce a stoccare e quindi quanto si riesce a migliorare la qualità della vita. E come noi anche un qualsiasi Comune con un regolamento urbanistico potrebbe non solo censire il patrimonio verde, ma anche misurarne i benefici. Altro tema: servirebbe rianimare il vivaismo forestale cioè la possibilità di creare quelle piante da inserire in parchi e giardini, oggi mancanti. Inutile dire ‘servono 200 milioni di piante’ se i produttori ne creano assai meno".

Perdura l’idea per la quale i responsabili del ‘caos climatico’ siano le imprese del settore agricolo. Eppure aziende come la vostra dimostrano che non è così. Cosa non funziona?

"La nostra è un’industria che produce ossigeno. Non basta saperlo fare, serve saperlo comunicare. Se in passato poteva esser fatto meglio? Sì. Ma oggi ci sono i mezzi e gli strumenti per acculturarci, studiare e anche quelli per comunicare ciò che facciamo. In ultimo, la consapevolezza: quando si dice ‘facciamo sviluppo e ricerca’, lo diciamo perché sappiamo che si può fare davvero meglio. Parlando di comunicazione non posso non citare l’inserimento di Giorgio Tesi Group nei #GreenHeroes, l’iniziativa ideata da Alessandro Gassmann e Annalisa Corrado con il supporto scientifico di Kyoto Club, e la recente visita in azienda di Giovanni Storti impegnato nel racconto di un modello più consapevole e sostenibile del mondo. Investiamo in queste iniziative per raggiungere un pubblico sempre più ampio e informarlo dell’importanza del rapporto tra uomo e verde".

Tra gli strumenti da voi adottati, precursori in questo senso, il bilancio di sostenibilità…

"Ad ora sappiamo che dal 2026 questo sarà un obbligo aziendale. Giorgio Tesi Group lo ha anticipato di due anni redigendo il primo bilancio di sostenibilità relativo al 2023. Lo distribuiremo a dipendenti, clienti, stakeholders. È la traccia della nostra azione".

Venendo alle persone: in che direzione si muove Giorgio Tesi Group?

"Molteplici: cultura, arte, sport, sociale. Abbiamo costituito la Giorgio Tesi Editrici e nel 2000 la Fondazione per progetti di solidarietà sociale. Abbiamo costituito un’impresa sociale, Germina, per diffondere valori e tradizioni del territorio, vedi il Porrettana Express con viaggi su treni storici sulla linea Porrettana. Vogliamo restituire al territorio quanto ricevuto".