Giovedì 20 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Gioco di squadra ed empatia:: "Così guido. Mirabilandia"

PER I SUOI DUE BAMBINI, Samuele e Matteo, 7 e 12 anni, ha un intero, enorme, parco divertimenti a disposizione,...

DA VENT’ANNI NEL CAMPO DEL LEISURE Sabrina Mangia vanta un’esperienza di oltre vent’anni nell’industria del leisure. Laureata in Business Administration a Torino e specializzata all’Università di Brighton, ha svolto per dieci anni. per il Campionato Mondiale Superbike prima di approdare nel 2010. a Mirabilandia

DA VENT’ANNI NEL CAMPO DEL LEISURE Sabrina Mangia vanta un’esperienza di oltre vent’anni nell’industria del leisure. Laureata in Business Administration a Torino e specializzata all’Università di Brighton, ha svolto per dieci anni. per il Campionato Mondiale Superbike prima di approdare nel 2010. a Mirabilandia

PER I SUOI DUE BAMBINI, Samuele e Matteo, 7 e 12 anni, ha un intero, enorme, parco divertimenti a disposizione, quando fa tardi per lavoro. Sabrina Mangia (nella foto) è la direttrice generale di Mirabilandia, parco divertimenti fra i più noti al mondo. Mangia è l’unica donna manager italiana alla guida di un parco divertimenti e una delle prime tre nel mondo (le alte due sono negli Stati Uniti e a Sydney, in Austraulia, ndr.). Classe 1978, a soli 46 anni ha raggiunto il gradino più alto della sua professione, diventando la Direttrice Generale del Parco di Mirabilandia. Il suo incarico è iniziato nel settembre scorso. Torinese, sposata e mamma di due figli, Sabrina Mangia vanta un’esperienza di oltre vent’anni nell’industria del leisure ed entertainment. Laureata in Business Administration a Torino, Bachelor Degree in Business Administration e specializzazione in Marketing all’Università di Brighton, ha svolto per dieci anni incarichi di responsabilità nel settore degli eventi e del marketing nel Campionato Mondiale Superbike prima di approdare, nel 2010, a Mirabilandia con il ruolo di Manager in Marketing e Comunicazione. Nel 2017 ha assunto l’incarico di Direttore Sales e Marketing del più grande Parco divertimenti d’Italia al quale si è aggiunta, nel 2024, anche la responsabilità per le sponsorizzazioni per il mercato italiano e spagnolo. A sceglierla, poi come direttrice generale, è stato il management del Gruppo Parques Reunidos, società internazionale con sede in Spagna, che detiene la proprietà del parco romagnolo.

Cosa significa essere una donna manager per lei?

"In primis, tanto orgoglio. A 46 anni raggiungere un gradino così alto è veramente una cosa molto bella. Ho lavorato in Mirabilandia per molti anni e quindi è per me veramente soddisfacente poter ricoprire questo ruolo e ne sento, però anche tutta la responsabilità. Devo anche dire che l’azienda mi ha sempre agevolata nella possibilità di essere donna, madre e manager e posso dire che i miei due figli sono nati praticamente qui dentro".

È difficile per lei conciliare vita privata e impegni di lavoro?

"Devo dire grazie alla mia famiglia a mio marito, che lavora nel settore delle corse internazionali, e ai miei genitori, che si sono trasferiti qui in Romagna dal Piemonte. Ma anche al fatto che i miei figli hanno un grande parco divertimenti come loro baby sitter, quando io faccio tardi al lavoro. il che capita sempre. Però sì, riesco a conciliare vita privata e impegni di lavoro e devo anche dire che il lavoro mi ha salvato la vita. In concomitanza con il covid ho avuto una grave malattia e il fatto di aver continuato a lavorare è stato per me fondamentale. Sono guarita nell’ottobre del 2020, non è stato semplice, è stato molto impegnativo, ma sicuramente il lavoro è stato fondamentale, anche nella mia guarigione. Quando stavo male continuavo a venire in ufficio, ad avere un confronto con i colleghi, con i miei allora capi e ho continuato ad avere un confronto con il mondo reale".

Oggi quante persone lavorano con lei?

"Sono oltre 750 le persone che lavorano nel parco, in piena stagione, a cui vanno aggiunte almeno 150 ulteriori professionisti, fornitori, che con noi collaborano in aziende esterne. È evidente che c’è una responsabilità enorme nella gestione di tutti questi collaboratori e soprattutto nella sicurezza dei tanti ospiti che ogni anno arrivano nel parco divertimenti".

Cosa significa gestire un parco divertimenti?

"In primo luogo, coordinare un gruppo coeso di professionisti. Poi, poterlo fare in un’azienda strutturata come la nostra è un grande vantaggio, perché ci sono regole e metodi condivisi. Siamo strutturati, qualunque cosa accade. Può esserci il problema, l’incidente, ma abbiamo un modello organizzativo. Quindi, devo dire, che è un lavoro fattibile e molto entusiasmante. Tanto più perché il confronto è con professionisti capaci, in un ambito multinazionale".

Come definirebbe la sua leadership?

"Ho imparato già nel mio precedente ruolo, responsabile della comunicazione del marketing, che non posso essere sempre presente ovunque, ma che devo affidarmi al mio team di lavoro. In generale sono una persona molto positiva e tento di trasmettere a tutti tranquillità e serenità. Da tempo faccio meditazione. In effetti credo che la leadership si possa esprimere in diversi modi e non c’è dubbio che io senta di farlo in maniera femminile, cioè orizzontale. Dopo moltissimo spazio all’ascolto, alla comprensione, all’empatia. Sono convinta tanto più oggi che queste caratteristiche aiutino moltissimo anche sul lavoro, come ho assunto consapevolezza del fatto che questa mia impostazione sia derivata anche dalla malattia e da come l’ho affrontata. Ho imparato in quel frangente cosa importante nella vita e ho aperto gli occhi. Indubbiamente oggi risolvo in maniera diversa i problemi, i conflitti, soprattutto e riesco a gestire in maniera nuova l’ansia. So che le cose non vanno affrontate prendendole sul personale, ma che tutti i problemi si possono risolvere, ascoltando e lavorando assieme".

Mirabilandia impiega molte persone, quasi 750 in piena stagione, che politiche di welfare ha?

"Facciamo molto team building e sto lavorando perché all’interno del parco ci sia un centro estivo per i figli delle persone che lavorano a Mirabilandia. Mi sono detta, noi facciamo divertire i bambini e le bambine delle persone che ci visitano, dei turisti, perché non possiamo fare altrettanto con i figli dei nostri dipendenti, uomini e donne? D’altra parte, intrattenere i bambini è proprio quello che sappiamo fare meglio. Quindi l’alta stagione, l’estate non deve più essere il periodo nel quale le mamme e i papà che lavorano a Mirabilandia fanno i salti mortali. Avremo un nostro centro estivo qui dentro. Anche questo significa essere comunità".