Lunedì 5 Agosto 2024

Geico e la svolta con la verniciatura a zero impatto:: "Ci ampliamo"

Il 2023 ha segnato una svolta positiva per Geico nel settore dell'automotive, grazie a impianti di verniciatura per auto elettriche. La società, di proprietà della famiglia Arabnia-Neri, punta a espandersi anche in altri settori con progetti innovativi e sostenibili. I risultati finanziari sono in crescita, trainati dalla digitalizzazione e dalla ricerca.

DOPO due anni lenti, il 2023 è stato molto positivo e si annuncia buono anche il 2024. C’è chi, pur lavorando nel settore dell’automotive, riesce ad andare a gonfie vele in un momento in cui il comparto attraversa un periodo complesso. Tra i player del settore vi è Geico, un global supplier per la fornitura chiavi in mano di impianti e reparti di verniciatura per le principali case automobilistiche di tutto il mondo. La svolta nel 2023 è avvenuta grazie a impianti di verniciatura per le scocche che l’azienda di Cinisello Balsamo (Milano) è riuscita a piazzare negli Stati Uniti a produttori di auto elettriche. "Tra post Covid e guerra in Ucraina – spiega Daryush Arabnia (nella foto sopra), amministratore delegato del gruppo Geico – che avevano rallentato gli investimenti, noi abbiamo proposto un sistema di verniciatura della scocca per auto elettriche che ha incontrato il favore del mercato e in particolare gli Usa hanno premiato il nostro coraggio di cercare nuovi player. In più abbiamo mantenuto i nostri vecchi contatti in particolare con Tesla e Volvo. Volvo ci ha consentito di sviluppare un nuovo progetto per lo stabilimento in Belgio e poi in Slovacchia dove sono stati installati i primi forni elettrici che soppiantano quelli a gas".

Le origini del gruppo Geico risalgono al gruppo Carrier-Drysys fondato nel 1905. La divisione italiana, denominata Drysys Equipment, nasce dalla joint venture con la Neri&Mandelli, società d’ingegneria nata nel 1963 a Milano, fondata dall’ingegner Giuseppe Neri. Le conseguenze della crisi petrolifera, il terrorismo e il quasi totale blocco di investimenti nel settore di riferimento, portò alla quasi chiusura della divisione nel 1976 quando l’ingegner Neri propose di acquisire la maggioranza dell’azienda con un’operazione di management-buy-out cambiando anche il nome della società in Geico. Lo spirito di questo intervento, che si basa sulla salvaguardia dell’azienda, costituisce la base valoriale della famiglia che nel tempo ha intrapreso una serie di operazioni finanziarie e industriali per garantire un’esistenza innovativa e socialmente responsabile all’azienda.

Oggi Geico è al 100% di proprietà di Gecofin, la holding della famiglia Arabnia-Neri, dopo dieci anni di alleanza con un gruppo giapponese ed è considerata una delle realtà più avanzate nel settore automotive su scala mondiale, sia al livello tecnologico che umano, perché ha da sempre avuto come scopo lo sviluppo e la continuità dell’azienda nell’interesse dei suoi stakeholders. Ora il timone è in mano a Daryush Arabnia, terza generazione: "Siamo tornati a essere un’azienda italiana e di proprietà della famiglia, ma siamo aperti a valutare potenziali partner industriali, non finanziari, che completino la nostra offerta in senso anticiclico". Già, perché gli impianti di verniciatura (nella foto sotto) delle auto non sono il solo prodotto della Geico. "Il nostro focus sono gli impianti di trattamento e verniciatura della scocca auto, ma ci stiamo guardando intorno per ampliare ed estendere le competenze che abbiamo ad altri comparti. Uno particolarmente interessante – spiega l’ad di Geico – potrebbe essere quello dell’off-shore al quale potremmo fornire impianti per la verniciatura dei cavi elettrici sottomarini che risulterebbero decisamente meno impattanti dal punto di vista ambientale delle vernici al rame oggi utilizzate".

Ma le nuove strade portano anche alla general industry dove Geico sta sviluppando un nuovo filtro per il recupero della vernice che residua dai processi industriali. "Per verniciare la scocca di un’auto – spiega Arabnia – servono 5 chili di vernice ma di questo un chilo diventa scarto. Considerando 60 scocche l’ora per 20 ore per 6 giorni la settimana si ha la dimensione dello spreco di vernice che si butta attraverso filtri in cartone che, bagnandosi, non sono semplici da smaltire. La nostra idea è quella di essiccare la vernice rendendola un rifiuto secco molto più trattabile e trasformabile in nuova vernice così che, in un’ottica di economia circolare, possa essere reimpiegata nella produzione chimica". Oggi l’azienda parla di impianto di verniciatura sostenibile che abbatterebbe anche la produzione di CO2. "La nostra nuova sfida per il 2030 è il Sustainable Paintshop, ovvero la realizzazione di un impianto sostenibile con un approccio circolare e scarti limitati", spiega l’ad. E anche i conti risentono positivamente di tanta creatività.

"Dopo aver toccato i 115 milioni lo scorso anno – spiega Daryush Arabnia pensiamo di superare nel 2024 quota 140 –. Infatti al momento ci troviamo con ordini confermati per 560 milioni di euro, il nostro massimo storico. La redditività è sicuramente migliorativa rispetto all’anno precedente e ci consente di affrontare spese per investimenti e ricerche di circa 4 milioni l’anno". Risultati ottenuti spingendo in particolare la leva della digitalizzazione e sviluppando digital twin in grado di accorciare i tempi di messa a terra degli impianti (il record di Geico è 14 mesi) così come di verificare in anticipo ogni caratteristica prima della realizzazione fisica dell’infrastruttura, che dovrà eseguire tutti le lavorazioni: pre-trattamento, cataforesi, sigillature e smalto. La collaborazione tra uomo e macchina viene massimizzata, per garantire un monitoraggio costante sul corretto andamento dell’impianto e individuare eventuali anomalie e le tecnologie 4.0 permettono all’impianto di controllare i consumi energetici e adattarli alla capacità produttiva con l’obiettivo di semplificare la gestione dell’intero impianto di verniciatura, del controllo qualità e della manutenzione predittiva, migliorando progressivamente le performance e l’efficienza dell’impianto. Gli addetti sono 130 in Italia che raggiungono i 200 considerando le sedi del Gruppo all’estero mentre per il prossimo biennio si punta a raggiungere le 170 unità nella sede italiana.