Lunedì 3 Marzo 2025
CLAUDIO LATTANZI
Made in Italy

"Formazione linguistica: ora si aprono importanti opportunità"

ORVIETO punta sull’alta formazione. Grazie a Cogesta, insieme alla scuola di lingue Ludus di Riccardo Corradini, una società giovane, collocata...

ORVIETO punta sull’alta formazione. Grazie a Cogesta, insieme alla scuola di lingue Ludus di Riccardo Corradini, una società giovane, collocata...

ORVIETO punta sull’alta formazione. Grazie a Cogesta, insieme alla scuola di lingue Ludus di Riccardo Corradini, una società giovane, collocata...

ORVIETO punta sull’alta formazione. Grazie a Cogesta, insieme alla scuola di lingue Ludus di Riccardo Corradini, una società giovane, collocata nel centro storico di Orvieto. La società cooperativa di servizi rivolti alle aziende adesso "punta" decisamente sul settore della formazione con un importante progetto basato sulla collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia.

Stefano Cimicchi, presidente di Cogesta Formazione, come funziona esattamente questo accordo?

"L’Università per gli Stranieri certifica la conoscenza dell’italiano per gli stranieri che lo chiedono per gli usi più diversi. Generalmente è indispensabile per avere permessi di soggiorno e cittadinanza. L’Università opera in innumerevoli sedi in Italia e all’estero tramite le agenzie Celi, cioè soggetti qualificati che agiscono in convenzione e con personale formato presso la ’Stranieri’ stessa. In Umbria le agenzie Celi sono presenti solamente a Perugia, Assisi e ora anche a Orvieto".

Che numeri contate di attivare in termini di studenti coinvolti?

"Orvieto è una zona di frontiera e vicino a Roma. Già molti cittadini vengono a Orvieto perché nella capitale, anche solo prendere la residenza, richiede mesi di tempo. Tra i nostri interlocutori ci sono anche i consolati e le ambasciate che necessitano della certificazione dell’italiano dei loro dipendenti e di chi si ferma in Italia per motivi di studio, oppure di lavoro. L’Agenzia Celi-Cogesta, con tre o quattro sessioni d’esame all’anno, può attrarre molte persone e sicuramente eviterà a tanti immigrati ’orvietani’ di andare lontano dalla loro città per fare i corsi e gli esami".

E’ prevista qualche forma di collaborazione con enti già attivi nel settore?

"La Cogesta collabora già con la Scuola di lingue Ludus di Riccardo Corradini. Proprio la Ludus ha considerato da sempre una ’svolta’ avere una Agenzia Celi non lontano dalla propria sede. In pratica questo è un primo elemento di una ’rete’ che stiamo costruendo anche insieme ad altri soggetti imprenditoriali. Lo scopo è quello di implementare attività economiche rivolte alla formazione collegata ai processi produttivi, oppure, come in questo caso, portare i servizi altamente qualificati il più vicino possibile alle comunità dove vivono i richiedenti".

Come è nato il progetto?

"La Cogesta sta diversificando la propria azione puntando alla creazione di settori che completano la gamma dei servizi offerti alle imprese e alle famiglie. Abbiamo trasformato anche ’fisicamente’ la nostra sede, realizzando altre aule attrezzate, portando la fibra ottica. Abbiamo una nuova commercialista Claudia Paolantoni, che è andata a sostituire i colleghi in pensione. Tra le attività aggiunte abbiamo anche la Cooperazione Internazionale, mediante la collaborazione con alcune importanti organizzazioni non governative (ONG). Un altro campo di azione è quello dell’energia rinnovabile con importanti convenzioni e mediante la promozione di comunità per la produzione di energia rinnovabile (Cer)".

Cosa significa per questi lavoratori questo nuovo servizio?

"Basta pensare solo al rispetto delle norme sulla sicurezza: che senso ha mettere i cartelli in italiano se gli addetti non sanno leggere l’italiano? Ma non solo. Adesso diversi ragazzi guidano i mezzi per la lunga e media percorrenza: senza la certificazione e la conoscenza dell’italiano non potrebbero avere la patente di guida europea".

Tempo fa la Cogesta, insieme all’editore Intermedia, promosse un convegno sul ruolo dell’alta formazione nello sviluppo di processi produttivi innovativi. Questo progetto fa parte di una strategia precisa, dunque?

"Si. In quell’occasione parlammo di cose molto precise basate su alcuni punti molto chiari".

Quali sono questi punti?

"In primo luogo non bisogna aspettare per forza l’iniziativa degli enti pubblici. I tempi del privato sono un’altra cosa. In secondo luogo non bisogna pensare a cose ’pesanti’ ma a strutture leggere, versatili e riconvertibili con rapidità. Ma non solo"

Cos’altro?

"Bisogna attrezzarsi ad attrarre nuovi tipi di imprenditori. Giovani, dinamici e desiderosi di vivere in un ambiente ideale. Ci vogliono abitazioni a basso costo, incentivi. Insomma un ’sistema’ intorno al quale ruoti il concetto dell’ innovazione. Non bisogna creare ’ghetti’ ma grandi aree urbane, dove la gente si deve abituare alle differenti culture e tradizioni".