Martedì 7 Gennaio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Fedrigoni, l’eccellenza della carta italiana tra sfide ed export

OLTRE DUE MILIARDI di fatturato, seimila dipendenti e operazioni globali. Ma anche il caso Giano, risolto pochi giorni fa con...

OLTRE DUE MILIARDI di fatturato, seimila dipendenti e operazioni globali. Ma anche il caso Giano, risolto pochi giorni fa con...

OLTRE DUE MILIARDI di fatturato, seimila dipendenti e operazioni globali. Ma anche il caso Giano, risolto pochi giorni fa con...

OLTRE DUE MILIARDI di fatturato, seimila dipendenti e operazioni globali. Ma anche il caso Giano, risolto pochi giorni fa con il ministero. Fino al 2018 il Gruppo Fedrigoni era quasi solo ed esclusivamente italiano. Poi, 16 acquisizioni, l’export in ascesa (ora all’80%) e la produzione italiana come chiave (al 70%). "Il Made in Italy che si espande a livello globale", racconta il Ceo Marco Nespolo (nella foto).

Il fatturato cresce, avete 78 siti produttivi e centri di taglio e distribuzione in giro per il mondo. Quali sono le caratteristiche che vi permettono di essere così?

"Siamo presenti in quasi tutti i continenti, un vero e proprio gruppo globale. Fino al 2018 in termini produttivi eravamo quasi esclusivamente italiani, con un miliardo di fatturato. Abbiamo così iniziato a spingere sull’acceleratore, sulla forte base che era stata creata, sulla distintività del prodotto e sull’eccellenza produttiva e qualitativa che abbiamo. Siamo un player mondiale con storia, cuore e mente italiani".

Fedrigoni è il primo fornitore al mondo nel mercato delle etichette per vini e delle carte di alta gamma per il packaging di lusso. Cosa significano questi settori?

"Le carte speciali, il 40% del nostro fatturato e business dove siamo leader mondiali, vanno largamente nell’utilizzo di packaging di lusso, con brand che usano materiali come shopping bags, cosmesi, calzature e moda. Facciamo prodotti su misura per Dior, Yves Saint Laurent, Loro Piana, Givenchy e molti altri. Dentro questa unità c’è anche Fabriano, specializzata nel disegno e nella scuola. Il 10% del business invece è con le etichette intelligenti (Rfid), settore che abbiamo aggiunto nel portafoglio da poco acquisendo un’azienda in Francia. Da questa base siamo cresciuti in Asia e America. Siamo già i numeri tre nel mercato. La parte restante invece, il 50%, è con le etichette autoadesive. Anche qui stiamo facendo enormi investimenti e acquisizioni. Abbiamo posizioni di leadership mondiale sul vino pregiato".

Dal 2025 al 2028 è previsto un piano di investimenti di oltre 300 milioni di euro sui siti produttivi, dei quali oltre 100 milioni in Italia. Come interverrete?

"Almeno 50 milioni, se non di più, andranno sul settore Rfid ed etichette intelligenti, un mercato che cresce del 20% all’anno e per noi ancora di più. Inoltre andremo ad accelerare la copertura geografica, come in Nord America, un’area dove dobbiamo spingere molto. In questa direzione abbiamo comprato due aziende. Poi, investiremo ulteriormente sul tema della transizione ecologica. La parte più pesante riguarda le emissioni di CO2: abbiamo piani ambiziosi per andare oltre agli standard dell’Unione europea. Inoltre, tra 2026 e 2027 vogliamo avere due impianti carbon neutral. Ma anche ricerca, sviluppo e innovazione".

Riguardo la chiusura dello stabilimento Giano a Fabriano, cosa accadrà ai 195 lavoratori?

"Il Gruppo Fedrigoni nelle Marche è passato da 720 persone a 850 negli anni. Nel 2018, con le carte Fabriano, fatturavamo 40 milioni. Oggi invece circa 90. Segno dell’importanza di questo territorio. Giano riguarda la carta per le fotocopie, un mercato che non può più funzionare, un settore che per noi non è più strategico e con un mercato in netta decrescita, tanto che anche i player mondiali nordici hanno chiuso degli stabilimenti. Abbiamo resistito per anni, poi abbiamo provato a vendere ma è risultato impossibile. Da qui una decisione presa non a cuor leggero. Riassorbiremo però una grandissima parte del personale, ne stiamo parlando a vari tavoli, con Comune, sindacati, Regione e Ministero. Cerchiamo di minimizzare gli impatti. Su 195 dipendenti 180 saranno trasferiti. Un terzo di questi rimarranno nelle Marche, gli altri invece in altre aree del Gruppo, nel nord. Daremo incentivi su trasloco, alloggi e adeguamento dei salari per facilitare l’operazione. Negli scorsi giorni abbiamo definito al Mimit un anno di cassa integrazione straordinaria".