Sabato 27 Luglio 2024

Fatturato record per Lattebusche. Quota 140 milioni superata nel 2023

Lattebusche, latteria di Belluno con 70 anni di storia, ha trasformato la passione per il latte in un'attività economica di successo. Con 4 Dop casearie e un focus sulla qualità, l'azienda ha ottenuto riconoscimenti internazionali e investe in sostenibilità e certificazioni.

Fatturato record per Lattebusche. Quota 140 milioni superata nel 2023

Fatturato record per Lattebusche. Quota 140 milioni superata nel 2023

SETTANTA ANNI DI PASSIONE per il latte che, aggregazione dopo aggregazione, Lattebusche (Belluno) ha trasformato in una florida attività economica con quattro Dop casearie (Piave, Asiago, Grana Padano, Montasio). La partenza è stata, esattamente 70 anni fa, da un piccolo paese della vallata feltrina, Busche, una manciata di case in provincia di Belluno, zona ricca di pascoli ai confini del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, per una espansione in Veneto che latteria dopo latteria, bar bianco dopo bar bianco (latterie dove si servono solo prodotti analcolici, yogurt e formaggi), è riuscita a mettere in piedi una realtà produttiva che dà lavoro a 308 dipendenti - suddivisi nelle sei unità produttive localizzate nel Veneto: Busche (Bl) che ospita anche un magazzino da 240mila forme, Chioggia (Ve), Sandrigo (Vi), San Pietro in Gu (Pd), Camazzole (Pd) e Padola (Bl) - e nel 2023 ha realizzato ricavi per 142 milioni. Lattebusche da semplice realtà locale si è affermata con i propri prodotti nel nord Italia e con il formaggio Piave ed il gelato nell’intera penisola e in altri paesi europei e in nord America. Attualmente esporta circa il 25% della sua produzione e le punte di diamante all’estero sono il formaggio Piave e il Grana Padano che hanno avuto nuovo impulso grazie anche alla partecipazione di Lattebusche al Consorzio GranTerre di Modena.

Da sempre Lattebusche punta sulla qualità della materia prima, che rappresenta il vero punto di forza dell’azienda e nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti, anche internazionali, tra cui il premio come ’Miglior formaggio europeo a pasta dura’ ottenuto dal Piave Dop ai Global Cheese Awards nel 2018. A tale scopo, le stalle di raccolta sono sottoposte a costante controllo da parte dell’azienda, che assicura ai soci anche un servizio di consulenza e supporto per ciò che concerne l’igiene e la corretta gestione degli ambienti, dei macchinari di mungitura e della materia prima. "E – spiega il direttore generale di Lattebusche Francesco Antonio Bortoli – siamo stati i primi nel 1982 a decidere di pagare il latte in base alla qualità istituendo un apposito sistema di pagamento del latte allo scopo di stimolare nei produttori l’impegno al costante miglioramento della materia prima, sia dal punto di vista dei contenuti alimentari, sia sotto l’aspetto igienico sanitario. Grazie a tre prelievi mensili effettuati direttamente alla stalla, l’azienda verifica il valore qualitativo del carico alla stalla e così riusciamo a remunerare i nostri produttori circa il 10% in più della media nazionale".

Oggi Lattebusche lavora circa l’85% del latte prodotto nell’intera provincia di Belluno. Tutti gli allevamenti sono dotati di vasche refrigeranti per la conservazione del latte raccolto in maniera differenziata, selezionandolo in base alle caratteristiche qualitative per destinarlo poi alle diverse lavorazioni e ai disciplinari delle 4 Dop comprese (Asiago, Montasio, Piave e Grana Padano). All’arrivo il latte è sottoposto ad ulteriori controlli, allo scopo di accertarne la conformità per l’uso produttivo prima dello scarico in azienda. Lattebusche ha riservato particolare attenzione agli investimenti nelle linee produttive, oggetto di un continuo aggiornamento tecnologico e in grado di garantire una qualità costante nelle diverse produzioni, sotto il profilo organolettico e della sicurezza alimentare.

"La nostra previsione è di una modesta crescita anche nel 2024 dopo i buoni risultati del 2022 e del 2023 – spiega Bortoli – un anno in cui i consumi domestici nazionali frenano e noi cerchiamo di compensare con l’export europeo e non. In questo senso l’approdo a Granterre si è rivelata scelta vincente. Come si è rivelata giusta la strada della qualità di prodotto e della creazione della filiera del latte biologico da Cortina a Sappada". Altro capitolo fondamentale è quello delle certificazioni che sanciscono una vera e propria politica per la qualità. La prima arrivò nel 1995 con la Certificazione del Sistema di Gestione per la Qualità UNI EN ISO 9002:94 per lo stabilimento di Busche e poi estesa ai vari stabilimenti, all’ambiente e ai prodotti (formaggio Piave e latte fresco di alta qualità). Da luglio 2016 è iniziato un nuovo iter di certificazione secondo la norma FSSC 22.000 per la sicurezza alimentare lungo tutta la filiera. Inoltre dal 2016 Lattebusche può vantare anche la certificazione Biologica oggi estesa a ben tre siti produttivi (Busche, Chioggia e Padola).

Molta attenzione, infine, alla sostenibilità. Lattebusche considera il territorio su cui sorge e da cui ottiene la propria materia prima un’importante risorsa da curare e mantenere nel tempo. Per il proprio impegno ambientale infatti, da sempre un valore cardine della Cooperativa, Lattebusche ha ottenuto negli ultimi anni ben 9 premi legati alla sostenibilità tra cui il premio Compraverde Veneto Imprese 2020 – sezione "Grandi Imprese assegnato a Lattebusche "per la politica aziendale già allineata alle richieste europee di riduzione della plastica monouso e di sostituzione del packaging tradizionale con imballaggi biodegradabili e a minor impatto ambientale e per l’attenzione alla cura degli animali".