Domenica 17 Novembre 2024

Exploit Sofidel, è la Regina del Nord America. Affare miliardario

SOFIDEL, multinazionale lucchese della carta, diventa 4° produttore in Nord America grazie all'acquisizione di Clearwater Paper. Crescita strategica nel settore 'private label'.

Exploit Sofidel, è la Regina del Nord America. Affare miliardario

SOFIDEL, multinazionale lucchese della carta, diventa 4° produttore in Nord America grazie all'acquisizione di Clearwater Paper. Crescita strategica nel settore 'private label'.

SOFIDEL, la multinazionale lucchese della carta nota per il brand ‘Regina’, è diventata il quarto produttore del Nord America grazie a operazioni complessive per oltre un miliardo e mezzo di dollari. La società di proprietà paritaria delle famiglie fondatrici – Lazzareschi e Stefani – e che mantiene la sua sede principale a Porcari (Lucca) ha annunciato nei giorni scorsi il ‘closing’ per l’acquisizione della divisione tissue di Clearwater Paper Corporation. L’accordo era stato annunciato lo scorso 22 luglio, ma adesso che tutte le approvazioni sono state ottenute, diventa pienamente operativo andando a rappresentare un passaggio strategico nella crescita di Sofidel in Usa. Nel dettaglio, lo shopping negli States ha portato all’acquisizione, per un valore di 1,06 miliardi di dollari, di quattro stabilimenti produttivi: Shelby (North Carolina), Lewiston (Idaho), Las Vegas (Nevada) ed Elwood (Illinois) e all’integrazione di circa 1.800 dipendenti. In tal modo il Gruppo aumenta la propria capacità produttiva del 25% (pari a 340mila tonnellate all’anno), amplia l’offerta commerciale, ottimizza la copertura geografica e accresce il suo posizionamento in segmento del mercato ‘private label’ (quello dei prodotti la cui etichetta riporta il nome dell’insegna del distributore, ndr) in forte crescita negli Usa.

"Questa operazione fa di Sofidel il quarto produttore di carta tissue del Nord America, e ne rafforza la leadership nel settore private label, un mercato in ulteriore crescita. Un passo che avvicina notevolmente l’obiettivo di avere ricavi equivalenti su entrambe le sponde dell’Atlantico. Un’acquisizione cruciale per il futuro dell’intera Sofidel", sono state le parole dell’ad di Sofidel Luigi Lazzareschi all’indomani del closing. "Oggi – ha poi aggiunto il presidente Sofidel, Edilio Stefani – va in porto la più grande acquisizione realizzata dal nostro Gruppo. Un obiettivo al quale pensavamo da anni. Oggi possiamo dire che siamo stati pronti a cogliere l’opportunità quando si è presentata". La crescita di Sofidel sul mercato nordamericano va avanti ormai da anni e prevede ulteriori fasi di sviluppo. Come l’incremento del 50% della capacità produttiva di cartiera nello stabilimento di Circleville (Ohio) e in quello di Duluth (Minnesota) che sarà presto dotato di linee di trasformazione e di un nuovo magazzino automatizzato. Del rafforzamento di Sofidel in Usa parliamo proprio con Luigi Lazzareschi (nella foto sopra). "Siamo al dodicesimo anno di presenza negli Usa. Sono stati anni di continui investimenti e nel corso dei quali abbiamo imparato molto. Negli ultimi 3 o 4 anni abbiamo iniziato a vedere importanti ritorni dei nostri sforzi e i risultati economici sono così buoni che abbiamo deciso di investire per incrementare ulteriormente la crescita".

La crescita negli Usa è dovuta a un mercato diventato più dinamico o a voi che siete diventati più performanti su quel mercato?

"È una combinazione di entrambi gli elementi. Il mercato ‘private label’ è in crescita e c’è ancora domanda inevasa. Da parte nostra abbiamo impiegato un po’ di tempo per capire il mercato nord americano, e abbiamo dovuto insediare capacità produttiva sufficiente".

Cosa ha spinto verso questa crescita?

"Quando siamo arrivati negli Usa il mercato era monopolizzato da tre grandi produttori, tutti concentrati nella produzione del proprio marchio, mentre il ‘private label’ era relativamente basso rappresentando il 25 per cento del totale; in dieci anni è cresciuto arrivando, oggi, a quasi il 38 per cento".

Solo Sofidel ha investito nel private label?

"I tre grandi produttori americani non hanno mai voluto sviluppare i marchi privati. Primo perché avrebbero cannibalizzato i propri marchi e poi perché, vista la loro struttura produttiva, non sarebbero stati competitivi".

Mentre Sofidel...

"Noi, grazie all’esperienza europea, già da anni avevamo dedicato gran parte della produzione al marchio privato e quando siamo arrivati dieci anni fa avevamo impianti costruiti ad hoc per quel tipo di produzione e quindi, alla fine, abbiamo cavalcato l’onda".

Ma dietro al successo negli Usa, cosa c’è di tipicamente italiano, per non dire lucchese?

"Senz’altro due elementi. La maggior parte degli asset e dei macchinari sono di origine lucchese e quindi il comparto cartario lucchese si consolida sempre più come principale produttore di macchine per la produzione tissue nel mondo. E poi, come dicevo, la nostra pluridecennale esperienza nel ‘private label’. Teniamo conto che oggi questo segmento rappresenta in Europa il 75% del mercato, mentre negli Usa oltre il 60% è ancora di brand dei produttori, ma con margini di forte crescita, ai quali stiamo dietro con forti investimenti".

Quali ad esempio?

"Sicuramente l’acquisizione della parte ‘tissue’ della Clearwater, con un esborso di oltre un miliardo di dollari. C’è poi la prosecuzione di un investimento che abbiamo a Duluth, nel Minnesota, la città dov’è nato Bob Dylan, dove stiamo investendo ulteriori circa 180 milioni di dollari per trasformare lo stabilimento in integrato, quindi cartiera più converting. Oltre a questo nel nostro altro stabilimento che avevamo costruito ex-novo nel 2018, stiamo aumentando la produzione del 50 per cento montando una terza macchina di cartiera: in questo caso l’impegno economico va oltre i 300 milioni di dollari. Se si fa una somma, dunque, nel biennio ’24/25 l’azienda ha deliberato investimenti negli Usa di circa un miliardo e mezzo".

Uno sforzo gigantesco.

"Si tratta di cifre che credo poche altre aziende europee abbiamo investito negli Usa. D’altronde, noi in questo mercato crediamo moltissimo".