Sabato 22 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Eni, Energia:: "Ue ridefinisca il suo percorso di transizione"

"STIAMO VIVENDO una fase storica molto complessa. La domanda globale di energia - spiega l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi...

"STIAMO VIVENDO una fase storica molto complessa. La domanda globale di energia - spiega l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi...

"STIAMO VIVENDO una fase storica molto complessa. La domanda globale di energia - spiega l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi...

STIAMO VIVENDO una fase storica molto complessa. La domanda globale di energia - spiega l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi (nella foto in alto) - è in crescita, trainata, da un lato, dallo sviluppo demografico ed economico di alcune aree del mondo con la legittima aspirazione al miglioramento delle proprie condizioni di vita e, dall’altro, dall’inarrestabile diffusione dell’IA e dei data center. L’Europa si troverà nei prossimi mesi di fronte a scelte cruciali, e mi auguro che le orienterà verso una ridefinizione del proprio percorso di transizione energetica in modo da non compromettere la crescita e la competitività del sistema industriale". In tutto questo, il nostro Continente si trova a confrontarsi con aree di influenza geopolitica e commerciale globali come la Cina e deve affrontare parimenti la questione ambientale. "La Cina pragmaticamente, ha intrapreso - sottolinea Descalzi - già da alcuni decenni una politica di sicurezza energetica posizionandosi sull’intera catena del valore dei materiali indispensabili per la transizione, così come gli Stati Uniti hanno raggiunto negli anni l’indipendenza energetica e sono diventati i primi produttori al mondo di gas e petrolio. Per competere in questo contesto, l’Europa deve agire urgentemente verso una rigorosa programmazione strategica della propria sicurezza energetica, facendo leva sulle migliori competenze al suo interno e ragionando in termini di diversificazione e competitività, con la consapevolezza che dall’energia e dai suoi costi dipende tutto: dalla sanità alla catena alimentare, dalle infrastrutture all’educazione, e così via. Nulla di tutto questo è in contraddizione con la protezione dell’ambiente, ma deve camminare di pari passo con essa: i mondi binari sono solo per le macchine, non per gli esseri umani".

Dal 2014, Eni ha avviato una trasformazione industriale e finanziaria, che punta sull’innovazione tecnologica per ridurre progressivamente le emissioni e centrare l’obiettivo Net Zero entro il 2050. La strategia si fonda su un modello di crescita sostenibile che combina ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e diversificazione delle fonti energetiche, tracciando un percorso concreto verso la decarbonizzazione. L’innovazione rappresenta per Eni, infatti, una leva strategica di creazione del valore e mantenimento della competitività. Per questo motivo, nel corso della sua storia ha sempre cercato di anticipare le innovazioni e sviluppare tecnologie proprietarie. Un esempio concreto di questo approccio è il tema del supercalcolo in cui Eni è stata tra le prime aziende al mondo a investire arrivando a risultati di eccellenza come con HPC6 che, con una potenza computazionale di picco pari a 606 Petaflop/s, è il primo supercomputer industriale al mondo. Nel campo specifico della transizione energetica, in cui Eni è strategicamente impegnata, sono richieste enormi risorse computazionali, ad esempio, per migliorare l’efficienza delle celle solari e sviluppare batterie più performanti. L’azienda, quindi, compie con HPC6 un passo decisivo nella strategia di decarbonizzazione, perché da anni impiega il supercalcolo su vari fronti, dall’ottimizzazione dell’operatività degli impianti industriali.

Un altro esempio è l’Ecofining, processo che consente di produrre biocarburanti a partire da diversi tipi di cariche biogeniche, con un abbattimento delle emissioni fino al 90%. La bioraffineria di Venezia che produce HVO è stato il primo esempio al mondo di completa riconversione di una raffineria tradizionale in bioraffineria. La tecnologia diventa quindi uno strumento per la riconversione di asset industriali esistenti in impianti innovativi.

Eni è stata anche la prima azienda energetica a investire nella fusione. La fusione a confinamento magnetico è una tecnologia dalle caratteristiche peculiari e game-changer nella transizione energetica. L’azienda ha avviato da tempo un programma che prevede impegni su più fronti: dal 2018 è azionista strategico di Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-off del MIT per l’applicazione industriale della fusione a confinamento magnetico. In Italia, partecipa al progetto DTT (Divertor Tokamak Test facility) di ENEA, per l’ingegneria e la costruzione di una macchina a fusione dedicata alla sperimentazione di componenti che dovranno gestire le grandi quantità di calore che si sviluppano all’interno della camera di fusione e ha in essere collaborazioni con università e centri di ricerca d’eccellenza.

L’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie sono alla base della mission di Eni e parte integrante del proprio modello di business. La ricerca e lo sviluppo, assieme all’evoluzione digitale, sono la leva strategica con cui la società realizza quella trasformazione aziendale che, dal 2014, rende Eni protagonista della transizione energetica.