Lunedì 5 Agosto 2024

Dalle vernici al comparto biomedicale. I mille volti di Cefla

Cefla di Imola festeggia 92 anni di attività come multinazionale cooperativa con oltre 2mila dipendenti e ricavi di 680 milioni. Settori principali: Engineering, Medical Equipment e Finishing. Prospettive di crescita nonostante le sfide del mercato europeo.

LO SCORSO 4 MAGGIO Cefla di Imola (Bologna) ha segnato sul calendario il numero 92, 92 anni di attività. I nove fondatori della ’Cooperativa Elettricisti, Fontanieri, Lattonieri e Affini’ (questo dà origine all’acronimo Cefla) oggi sono diventati oltre 2mila lavoratori e attorno al quartier generale di Imola, uno dei più grandi stabilimenti produttivi lungo la via Emilia, si sono sviluppate 25 sedi in giro per il mondo. E alle porte di Imola la fabbrica sta ampliando le sue dimensioni per circa 16mila metri quadrati. E la particolarità è che Cefla, pur nelle vesti di big industriale multinazionale – i conti del 2023 si sono chiusi con più di 680 milioni di ricavi, un Ebitda vicino ai 100 milioni e un indebitamento inesistente con una posizione finanziaria positiva per 74 milioni - rimane saldamente nelle mani dei suoi lavoratori, una società cooperativa fedele alla propria identità e allo spirito dei fondatori di creare valore nel tempo. Cefla è un’azienda composta da tre Business unit, ciascuna con la propria storia, fatta di successi e di prodotti, di processi e innovazioni, ma con un progetto di miglioramento comune in cui relazioni e talenti si sostengono reciprocamente per raggiungere l’eccellenza e la soddisfazione di clienti e stakeholder. Tre divisioni molto diverse tra loro: quella storica dell’impiantistica civile e industriale (Engineering) che ha firmato opere come la riqualificazione climatica degli Uffizi di Firenze e l’impiantistica meccanica della Torre Isozaki di 50 piani di Allianz al CityLife di Milano; la Business unit Medical Equipment, che da fine anni Novanta a oggi ha accorpato sette marchi (Anthos, Castellini, Stern Weber, MyRay, NewTom, Mocom e BioSAFin) che coprono ogni esigenza della professione odontoiatrica, dalle poltrone attrezzate agli apparecchi di sterilizzazione fino agli strumenti di protesica e di radiologia 2D e 3D; il Finishing che ha trainato l’internazionalizzazione e in 70 anni è arrivato alla leadership mondiale negli impianti industriali per verniciatura, decorazione, stampa digitale e ricopertura con fabbriche in Italia, Germania, Usa e Cina e clienti che vanno dai big dell’arredo a quelli dell’automotive e dell’aerospaziale.

"Il 2023 – spiega il Presidente di Cefla Gianmaria Balducci (nella foto a destra) – è andato molto bene e abbiamo spinto i ricavi oltre quota 680 milioni di euro e in 10 anni di attività i nostri fatturati sono più che raddoppiati. Un risultato davvero importante che speriamo di poter confermare anche nel 2024, un anno in cui però si sta addensando qualche nube all’orizzonte. Il settore che vediamo più in sofferenza è quello dei macchinari che dalla ceramica al legno sta mostrando una certa frenata mentre il comparto medicale continua a darci grandi soddisfazioni". Cefla è entrata nel business del biomedicale nel 1998 più che altro per salvare i posti di lavoro di un’azienda del territorio, la Cir Anthos, che all’epoca faceva un migliaio di poltrone odontoiatriche l’anno. Dopo un primo decennio di acquisizioni per consolidare tecnologie, marchi e specializzazioni produttive, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da crescita interna a suon di investimenti: oggi si producono oltre 12mila poltrone medicali l’anno con la leadership di mercato nelle poltrone non solo in Italia ma anche in Europa e primi per soluzioni di imaging e sterilizzazione sul mercato nazionale. Oggi il medicale copre la fetta maggiore del business di Cefla (circa il 40%) segue l’engineering con il 35% e chiude il finishing con il 25%. Cefla, con la sua Business unit Engineering, si occupa di progettazione, realizzazione e gestione di impianti tecnologici in ambito civile, industriale e nel settore dell’energia, migliorando il benessere e il comfort dei luoghi in cui le persone vivono, lavorano e condividono momenti di svago. Cefla Finishing, invece, è specializzata nella finitura di superfici, realizza macchine e impianti di verniciatura, stampa digitale industriale, decorazione e ricopertura, progettati ’chiavi in mano’ per il mercato del legno, del vetro, della plastica, della ceramica, del fibrocemento, dei materiali compositi e del metallo.

L’esperienza acquisita nel corso degli anni e il know-how raggiunto ne fanno oggi un gruppo all’avanguardia nei settori dell’edilizia, arredamento, del packaging, fino a quelli aerospaziale e automotive, a livello internazionale. Tutti comparti che concorrono ad una produzione nella quale l’estero vale il 65%, una quota che sale all’85% se guardiamo al solo settore medicale. Un posizionamento guadagnato grazie ad una politica costante e progressiva di investimenti che assorbono buona parte della ’cassa’ dell’azienda che mantiene una posizione finanziaria positiva per oltre 70 milioni. Che significa che non solo non c’è indebitamento ma che le risorse servono a capitalizzare sempre più l’impresa alla quale collaborano circa 2mila addetti. "Certo che abbiamo stabilimenti all’estero, in particolare in Cina, Usa, Polonia e Germania, ma lo facciamo non per far costare meno i prodotti ma per avere produzioni sempre più vicine ai nostri clienti anche se il 95% di ciò che realizziamo è made in Imola" spiega Balducci. Che guarda con fiducia al futuro: "mi piace pensare e programmare il fatto che nei prossimi 10 anni Cefla possa raddoppiare i numeri di oggi come ha fatto nel decennio trascorso. E la vedo come una traiettoria possibile anche se non mancano le difficoltà sui mercati. In particolare è il continente europeo a prendere centralità e le possibilità di sviluppo sono legate soprattutto all’area del Pacifico piuttosto che a quella dell’Atlantico". Come dire che lo sviluppo passa da Asia e Stati Uniti e sempre meno dall’Europa.