Lunedì 27 Gennaio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Dalfilo: il lusso della biancheria per la casa accessibile a tutti

È SUCCESSO ORMAI cinque anni fa, eppure quel momento è ancora scolpito nella memoria di tutti: nella primavera del 2020,...

È SUCCESSO ORMAI cinque anni fa, eppure quel momento è ancora scolpito nella memoria di tutti: nella primavera del 2020,...

È SUCCESSO ORMAI cinque anni fa, eppure quel momento è ancora scolpito nella memoria di tutti: nella primavera del 2020,...

È SUCCESSO ORMAI cinque anni fa, eppure quel momento è ancora scolpito nella memoria di tutti: nella primavera del 2020, l’Italia conosce il lockdown, il ‘confinamento’ imposto dal dilagare di una misteriosa epidemia. Il Covid-19 colpisce prima le persone, poi le aziende, provocando il blocco di interi settori produttivi. Con gli alberghi chiusi e le restrizioni ai viaggi, gli artigiani del mondo tessile - gli unici in grado di provvedere alle esigenze dei migliori alberghi italiani – sono costretti, come tante altre categorie di lavoratori, a uno stop forzato. In questa situazione del tutto inedita - non solo per il nostro Paese, ma per gran parte del mondo - due giovani italiani, conosciutisi durante gli studi in Svizzera, per poi intraprendere strade diverse, si pongono questa semplice domanda: "Perché solo gli hotel possono accedere a biancheria per la casa di alta qualità?". Nasce così Dalfilo, inizialmente nota come ‘la startup della biancheria’, poiché il suo obiettivo è rivoluzionare il settore della biancheria per la casa, rendendo accessibili a tutti prodotti artigianali e ‘made in Italy’ di qualità eccellente. A fondarla, in quella stessa città di Bergamo che sarà poi ricordata come una delle più straziate dal divampare della pandemia (solo tra febbraio e aprile 2020, i morti per Covid in provincia ammontano a oltre 6.200), furono Matteo Bertasa, originario proprio di Bergamo, e Davide Trabucchi (entrambi nella foto in alto). Bertasa ha lavorato come investment consultant per Credit Suisse, per poi tornare a Bergamo a dirigere l’azienda di famiglia; Trabucchi si è lanciato, invece, nel mondo delle startup, lavorando prima per Emma Sleep a Francoforte, poi per On Running a Zurigo.

La Bergamasca, si sa, è la culla italiana del tessile per la casa: non esiste posto più adatto – pensano i due co-founder – per far nascere una startup del tessile. Qui i prodotti vengono disegnati, lavorati e tessuti, utilizzando quelle competenze e capacità tecniche che si tramandano di generazione in generazione. "Chi c’è dietro al filo?": è la domanda cui i due co-founder intendono dare una risposta attraverso la costruzione di una vera e propria rete di artigiani abili nella tecnica, in grado di offrire la massima qualità. Matteo Bertasa e Davide Trabucchi intuiscono che gli attuali modelli di business e-commerce non rappresentano una minaccia per gli artigiani: al contrario, danno la possibilità di rendere la biancheria artigianale per la casa accessibile a tutti. "Le abilità tecniche crescono fuori dallo spazio fisico – spiegano i due startupper –. La storia e la passione degli artigiani devono essere comunicate online a tutto il mondo, per permettere alla qualità del made in Italy di viaggiare oltre i confini nazionali. Questa è la bottega 2.0, questa è Dalfilo". È così che, ad appena un anno dall’avvio della startup, i co-founder riescono a generare già un milione di euro in transato, senza perdere il controllo di operazioni e logistica. Contemporaneamente, costruiscono un team motivato ed entusiasta, grazie all’attrazione di giovani talenti che sanno raccontare il bello italiano, coniugando storytelling e marketing a un approccio ‘data-driven’ (basato, cioè, sull’analisi dei dati e dei numeri).

L’intuizione vincente dei co-fondatori di Dalfilo sta nell’aver creato un canale diretto artigiano-cliente che elimina gli intermediari, contiene i prezzi e riduce gli sprechi. "La catena del valore di Dalfilo parte dalla materia prima e, grazie al controllo puntuale di ogni fase della produzione, riesce a conciliare qualità e flessibilità a economie di scala – proseguono Bertasa e Trabucchi -. In un certo senso, quindi, la startup ha ‘democratizzato’ il segmento della biancheria di casa di qualità, che è da intendersi non più soltanto come un lusso per pochi eletti o per chi può permettersi una notte in un hotel a 5 stelle".

Il concetto di ‘accessibile’ ha, inoltre, una seconda accezione: rendere fruibili i prodotti direttamente dal sito, grazie all’abilità di analisti e designer che, ogni giorno, adattano l’esperienza dell’utente e la rendono più semplice ed efficace. Oltre all’online, però, Dalfilo è attualmente presente anche in negozi fisici. Ma il passo decisivo nel mondo del retail è stato compiuto lo scorso autunno, quando la startup ha inaugurato Casa Dalfilo, il primo flagship store, in via Marghera 39 a Milano. La scelta della capitale meneghina per la prima apertura non è casuale, ma rappresenta il principio di un altro, ambizioso, progetto. "A fianco dei già esistenti 26 corner all’interno dei negozi del gruppo Coin, il nostro piano di sviluppo retail prevede l’apertura di altri punti vendita in città italiane e all’estero - ha spiegato Davide Trabucchi, che riveste il ruolo di amministratore delegato dell’azienda -. In particolare, immaginiamo una seconda apertura a Milano, ma nel mirino abbiamo anche opening a Zurigo e Monaco per arrivare, nell’arco di 3-4 anni, a contare circa una decina di monomarca. Il mercato italiano copre circa l’80% delle vendite dell’azienda, ma sempre più importanti stanno diventando Paesi come Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito e Spagna. Tra gli obiettivi prefissati per il futuro c’è lo sviluppo del prodotto e un’importante operazione di posizionamento del marchio, che aiuterà a consolidare l’immagine costruita, in questi primi cinque anni, dal nostro team giovane, composto da trenta persone, dislocate tra le nostre sedi di Milano, Bergamo e Berlino".