Martedì 2 Luglio 2024

Da Leonardo nascono gli occhi di sonde e satelliti per lo spazio

È CENTRO di eccellenza nel settore dello spazio, specializzato in progettazione e produzione di sistemi elettro-ottici, un campo che arriva...

Da Leonardo  nascono gli occhi di sonde e satelliti per lo spazio

Da Leonardo nascono gli occhi di sonde e satelliti per lo spazio

È CENTRO di eccellenza nel settore dello spazio, specializzato in progettazione e produzione di sistemi elettro-ottici, un campo che arriva dalla lunga tradizione fiorentina di Officine Galileo, Ote e Sma. È lo stabilimento a Campi Bisenzio di Leonardo, azienda industriale internazionale ad alta tecnologia, tra le prime al mondo nell’aerospazio, difesa e sicurezza, e che copre, anche grazie alle joint venture Telespazio e Thales Alenia Space e alla sua partecipazione in Avio, l’intera catena del valore del settore spaziale: dalla manifattura di satelliti e infrastrutture orbitanti, alla produzione di equipaggiamenti e sensori hi-tech e alla gestione di servizi satellitari, fino ai sistemi di propulsione e di lancio. "Nel settore dello spazio vantiamo competenze e capacità che ci rendono tra i protagonisti delle principali missioni internazionali, dall’osservazione della Terra e navigazione all’esplorazione della Luna e Marte. E nel futuro di Leonardo lo Spazio sarà sempre più centrale", dice Franco Ongaro (nella foto in basso), Chief Space Business Officer di Leonardo. "Il nostro obiettivo è contribuire alla crescita della sicurezza globale e allo sviluppo di un pianeta più sostenibile anche grazie a un ecosistema industriale che sempre più rappresenta un acceleratore tecnologico per il Paese" aggiunge.

Nel sito produttivo di via Einstein, alle porte di Firenze, vengono progettati e realizzati gli ‘occhi’ di sonde e satelliti per lo spazio. "Le tecnologie che nascono a Campi Bisenzio ci permettono di conoscere meglio il nostro pianeta, ma anche il nostro sistema solare e l’universo" dice Fabio Brandani, responsabile programmi spazio di Campi Bisenzio. Si tratta di tecnologie chiave che forniscono ogni giorno informazioni sui cambiamenti climatici, la deforestazione, la temperatura dei mari e degli oceani, individuano incendi, discariche abusive o monitorano le infrastrutture critiche. A maggio, per esempio, sarà lanciata la missione di Esa (Agenzia spaziale europea) e dell’Agenzia di esplorazione spaziale giapponese (Jaxa) che si chiama EarthCARE (Cloud, Aerosol and Radiation Explorer). Il satellite, che è pronto per essere impacchettato e imbarcato verso gli Stati Uniti per prepararsi al lancio, studierà il ruolo che le nuvole, gli aerosol e le radiazioni svolgono nel regolare il delicato equilibrio della temperatura terrestre.

"A bordo del satellite EarthCARE ci sono tecnologie Leonardo, come il trasmettitore laser che contribuirà a raccogliere dati importanti sulle particelle degli aerosol e delle nubi e uno speciale sensore solare che si attiva a supporto del satellite, solo in caso di necessità" dice ancora Brandani.

"Abbiamo iniziato a realizzare i primi sensori d’assetto a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, fino ad arrivare a sviluppare complessi strumenti elettro-ottici che hanno fatto la storia dello spazio e del nostro territorio" aggiunge ancora il responsabile dei programma spaziali del sito. "Dalla progettazione e costruzione fino al collaudo e test, a Campi Bisenzio possiamo contare su persone altamente specializzate che realizzano componenti chiave per sonde e satelliti di numerosissime missioni internazionali" dice Brandani. Le ‘bussole dello spazio’ (i sensori d’assetto) sono, infatti, uno dei fiori all’occhiello del sito produttivo. Ad oggi hanno contribuito e contribuiscono a guidare nell’universo oltre 90 missioni internazionali: verso asteroidi, comete, il sole e pianeti del sistema solare fino a raggiungerne i confini, come con la missione ‘New Horizon’ per lo studio di Plutone e la fascia di Kuiper, percorrendo 7,5 miliardi di chilometri.

"Di sensori d’assetto a Campi Bisenzio ne sono stati realizzati circa mille. I sensori di Leonardo ricoprono un ruolo fondamentale nel fornire informazioni precise sulla posizione, l’angolo di rotazione e il movimento della sonda. Il sensore confronta ciò che osserva nello spazio con una mappa di circa 3.000 stelle memorizzata al suo interno e calcola 10 volte in un secondo l’orientamento della sonda, fornendo al computer di bordo le informazioni necessarie per tenerla sulla rotta prestabilita" spiega Brandani.

Se l’anno scorso uno di questi sensori ha mostrato la strada alla sonda ‘Osiris-Rex’ della Nasa, che è ritornata sulla Terra con a bordo campioni dell’asteroide Bennu, nel 2024 i sensori d’assetto guideranno i nuovi satelliti del programma europeo Galileo (il sistema di navigazione satellitare più preciso al mondo) che saranno lanciati a breve. In questi giorni, nelle ‘camere pulite’ di Campi Bisenzio, ambienti speciali dove si realizzano tecnologie per lo spazio perché controllati per temperatura e pulizia dell’aria, proseguono i lavori per missioni importanti quali ‘Plato’ per lo studio degli esopianeti, ‘Flex’ per lo studio dello stato di salute della vegetazione sulla Terra e ‘Iride’ per l’osservazione della Terra.

‘Plato’ è una missione Esa, in collaborazione con l’Asi e l’Inaf, per lo studio degli esopianeti, ovvero quei pianeti che potrebbero essere simili alla Terra presenti nell’universo. "Leonardo sta realizzando i 26 telescopi del satellite. Si tratta di una vera sfida, ne stiamo realizzando 3 ogni 2 mesi. Per ora ne abbiamo completati 16" continua Brandani. L’Esa ha, inoltre, affidato a Leonardo la costruzione dello strumento principale del satellite ‘Flex’, ‘esploratore di fluorescenza’, che rileverà e misurerà la luce emessa dalle piante mentre convertono la luce solare e l’anidride carbonica in energia. "Lo strumento Floris per la missione Flex è completamente innovativo, unico nel suo genere. A differenza dell’occhio umano che non è in grado di vedere l’attività di fotosintesi, lo strumento potrà rilevare la fluorescenza della vegetazione, rilasciando importanti informazioni sulla salute delle piante. Attualmente è in fase di test e prevediamo di consegnarlo fra la fine del 2024 e l’inizio del 2025" annuncia Brandani.