Venerdì 21 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Cotonificio. Zambaiti:: "Resilienti di fronte alle sfide"

SEMPRE PIÙ MERCI importate, i costi di produzione in costante aumento e una manodopera che latita. Per il mondo del...

IMPEGNATI ANCHE NEL SOCIALE Il Cotonificio Zambaiti è impegnato anche nel sociale. «Sono convinto non possa definirsi buona impresa un’attività che non sia affiancata da un impegno sociale», spiega l’ad Angelo Zambaiti. Negli anni l’azienda ha mantenuto collaborazioni con istituti tecnici, accademie, associazione per la protezione di animali e ambiente Enpa e con la Fondazione Telethon

IMPEGNATI ANCHE NEL SOCIALE Il Cotonificio Zambaiti è impegnato anche nel sociale. «Sono convinto non possa definirsi buona impresa un’attività che non sia affiancata da un impegno sociale», spiega l’ad Angelo Zambaiti. Negli anni l’azienda ha mantenuto collaborazioni con istituti tecnici, accademie, associazione per la protezione di animali e ambiente Enpa e con la Fondazione Telethon

SEMPRE PIÙ MERCI importate, i costi di produzione in costante aumento e una manodopera che latita. Per il mondo del tessile, in Italia, non è un momento roseo. Una crisi nazionale testimoniata dagli ammortizzatori, dal calo della produzione e delle vendite e da alcuni distretti in emergenza. In provincia di Bergamo, nel comune di Cene, c’è però il Cotonificio Zambaiti che prova a resistere. Nonostante le difficoltà. Lo fa rinnovandosi, mantenendo però fede al Dna aziendale: ovvero una conduzione familiare che si avvicina ai 60 anni di storia. Angelo Zambaiti (nella foto in alto) è l’amministratore delegato e porta avanti la terza generazione. "La leva prezzo sta diventando una forte discriminante, che ben poco si concilia con ogni fase di lavorazione realizzata in Italia con standard etici, ambientali e lavorativi degni del nostro paese. Siamo sempre più sopraffatti da merci importate o semilavorate da paesi in cui tutto questo non esiste", spiega.

Angelo Zambaiti, il Cotonificio Zambaiti porta ancora il vostro cognome e si avvicina ai 60 anni di attività a conduzione familiare. Come siete riusciti a resistere al mercato?

"Abbiamo puntato costantemente sull’innovazione, senza rinunciare alla tradizione artigianale di storica formazione, così da poter soddisfare le differenti esigenze di mercato. Ci impegniamo a mantenere intatti i valori della nostra famiglia, puntando su qualità, professionalità e affidabilità, investendo costantemente in nuove tecnologie, per soddisfare le esigenze di un mercato in continua evoluzione. La tradizione familiare ci sprona a preservare una visione a lungo termine, a essere resilienti di fronte alle continue sfide di un settore in crisi".

Avete esordito molti anni fa con Happidea nel mercato della grande distribuzione. Come va oggi questo settore?

"In quanto azienda interamente verticalizzata alla produttività italiana, nel corso degli anni siamo sempre stati il partner ideale per la grande distribuzione, anche con loro brand, con private label o con marchi in licenza. Questo grazie alla rapidità del servizio con vicinanza sul territorio e alla nostra capacità produttiva annuale di 10 milioni di metri di stampa e 200 milioni di articoli finiti, ideale per operazioni di grandi volumi ma con la struttura agile e versatile in grado di inserire anche piccoli lotti. Supportare il Made in Italy significa anche educare a un risparmio vero perché qualche euro di differenza, soprattutto per un prodotto di lunga durata come il nostro, può nascondere un costo ben più alto: il lavoro dei nostri operai, le stesse persone che con il loro stipendio continueranno a fare la spesa nei negozi italiani, gli stessi clienti di altri negozi, in un circolo che se distorto, alla fine, danneggia tutti. Certo, senza il forte supporto dei grandi clienti aziendali, della grande distribuzione, e di partner per loyalty e retailer sostenere la nostra realtà diventa sempre più difficile ed educare il consumatore al vero Made in Italy - perché una etichetta non basta - lo è altrettanto. C’è da chiedersi: quanto vale promuovere una filiera corta che preserva il lavoro e riduce l’impatto ambientale? La concorrenza con l’importazione nel settore è molto agguerrita".

Dal 1983 producete anche il brand Cassera Casa, nella biancheria per la casa. Il Made in Italy all’estero è ancora un’eccellenza?

"Forse più che in Italia. Il Made in Italy è sinonimo di eccellenza, e i mercati esteri continuano ad apprezzare il nostro approccio artigianale e la qualità superiore dei nostri prodotti, ecco perché anche brand stranieri decidono di produrre da noi, affascinati sin dalla prima visita ai nostri reparti produttivi e certi di ricevere articoli rispondenti ad alti standard qualitativi, così da apporre con orgoglio l’etichetta Made in Italy. L’export ha fortemente risentito delle guerre tutt’ora in corso. Tuttavia ci proponiamo anche in mercati come il Nord America. Ma in generale il 2024 è stato molto difficile".

Quante difficoltà ci sono nel settore manifatturiero di trovare manodopera? Serve una maggiore formazione?

"Le difficoltà nel reperire manodopera qualificata sono un tema cruciale condiviso da molte aziende ma credo con maggiori criticità nel nostro settore. La manifattura tessile richiede competenze specifiche che spesso non vengono insegnate e ad oggi sono sempre più difficili da reperire. Comprendo che a una mancata maggior tutela delle aziende manifatturiere, corrisponda altrettanto poco interesse a una prospettiva futura, ma confidiamo nel dialogo tra imprese e istituzioni educative, creando al nostro interno percorsi formativi mirati e incentivando i giovani a scoprire le opportunità offerte dal nostro settore. Abbiamo oggi un gruppo di giovani di cui vado particolarmente fiero ed è anche per loro e con loro che sto disegnando l’azienda del futuro".

Il mercato è cambiato anche a seguito delle logiche di sostenibilità ed ecologia. Voi come vi muovete in questa direzione?

"La sostenibilità è una delle priorità nella nostra strategia aziendale, tant’è che abbiamo istituito un team di lavoro ad hoc e già dai primi risultati posso affermare che se ben impostata apporta anche efficientamento produttivo. Penso ad esempio al nostro impianto fotovoltaico che ci ha consentito un risparmio energetico, al nuovo depuratore, al maggior impiego di stampanti digitali con minor consumo idrico, alla collaborazione con un’azienda specializzata per garantire il riciclo dei contenitori in HDPE (polietilene ad alta intensità) utilizzati per i coloranti e i prodotti chimici e alla collaborazione con un’azienda specializzata nel ritiro di materiale tessile, per il riutilizzo degli scarti di imbottiti composti da cotone e poliestere e reimpiegati come imbottiture per il settore automotive".