Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Conad:: "La nostra forza è lo spirito solidale"

Da maggio 2023 Mauro Lusetti (nella foto in alto) è il presidente di Conad (Consorzio Nazionale Dettaglianti). Uomo della cooperazione,...

ACQUISIZIONE DI AUCHAN NEL 2019 Nel 2019 Conad ha acquisito Auchan: «Senza dubbio l’elemento che ci ha fatto fare il salto - commenta Lusetti - Prendere in carico i punti vendita e gestire i tanti esuberi di allora senza fare macelleria sociale è stato sicuramente vincente per noi»

ACQUISIZIONE DI AUCHAN NEL 2019 Nel 2019 Conad ha acquisito Auchan: «Senza dubbio l’elemento che ci ha fatto fare il salto - commenta Lusetti - Prendere in carico i punti vendita e gestire i tanti esuberi di allora senza fare macelleria sociale è stato sicuramente vincente per noi»

Da maggio 2023 Mauro Lusetti (nella foto in alto) è il presidente di Conad (Consorzio Nazionale Dettaglianti). Uomo della cooperazione, Lusetti traccia i principali valori di Conad e racconta gli scenari futuri, fra investimenti e innovazione, senza dimenticare la storia della cooperazione. Per lui fare impresa significa prima di tutto "pensare alle generazioni future e quindi: solidarietà, cooperazione, restituzione al territorio", dice. Conad è uno dei player nazionali e internazionali della GDO e la sua storia si intreccia con le profonde trasformazioni del nostro Paese: l’abbandono delle campagne negli anni ’50, il superamento dell’intermediazione dei grossisti negli anni ’60, l’ammodernamento della rete negli anni ’70 e ’80. Oggi, ogni settimana più di 12 milioni di famiglie entrano in un punto vendita Conad. "Il nostro ruolo nell’economia reale è difendere il potere di acquisto dei clienti e delle famiglie, che sono il motore della società, delle Comunità sul territorio. I soci e le 5 cooperative territoriali che compongono, con il Consorzio Nazionale, il Sistema Conad, sentono e vivono con passione questo impegno, perché nell’economia del Paese sono protagonisti, offrendo prodotti e servizi di qualità a prezzi competitivi, sostenendo l’economia locale e promuovendo l’occupazione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese del settore agroalimentare". In un mercato sempre più incerto, con l’inflazione crescente, a dispetto del taglio dei tassi di interesse, e il caro vita che aumenta e che si fa sentire anche sul carrello della spesa, Conad ha un ruolo centrale nella vita degli italiani. "Chiuderemo il 2024 con un fatturato complessivo superiore ai 21,1 miliardi di euro, segnando un più 4,5% rispetto al 2023", spiega Lusetti.

Cosa significa fare cooperazione?

"Sono cooperatore da sempre. Sono rientrato in Conad dopo aver diretto, come Presidente, Legacoop Nazionale. Con le sue cooperative e con i suoi soci, Conad è un’esperienza straordinaria che rappresenta tutta la modernità della storia cooperativa. Sessant’anni fa piccoli operatori commerciali si riunivano per fare acquisti per liberarsi dell’intermediazione parassitaria dei grossisti. Negli anni ’70 questi piccoli imprenditori scelsero di avere una unica insegna, iniziarono ad ammodernare la propria rete di vendita, realizzando i primi supermercati e sviluppando linee di prodotti a marchio Conad, condividendo un sistema di regole che ha consentito loro di diventare leader di mercato. Attualmente Conad associa più di 2.800 soci e ha oltre 3.500 punti vendita".

Qual è stato il segreto del successo di Conad?

"Sicuramente l’essersi dati delle regole. I cooperatori assieme hanno risolto dei problemi e affrontato anche momenti molto difficili, negli anni Ottanta e Novanta, aumentando il fatturato complessivo di Conad del 70% dal 2015 ad oggi".

Quanto ha contribuito l’acquisizione di Auchan nel 2019?

"L’elemento che ci ha fatto fare il salto è senza dubbio l’acquisizione di Auchan. Conad ha salvato un pezzo importante dell’industria distributiva italiana che sarebbe altrimenti fallito. Prendere in carico i punti vendita e gestire i tanti esuberi di allora senza fare macelleria sociale è stato sicuramente vincente da parte di Conad. Questa è anche la nostra cifra, siamo diversi da tutti gli altri, proprio perché siamo una cooperativa e agiamo da cooperatori".

In cosa la cooperazione è diversa dall’impresa tradizionale?

"Nello spirito solidale. Non lo voglio idealizzare. È legittimo anche avere una visione individuale, noi però abbiamo uno spirito solidale. La solidarietà è uno dei nostri valori fondativi assieme, appunto, alla capacità di lavorare assieme, cioè di cooperare, di condividere. E, quindi, il nostro non è mai un atteggiamento predatorio, ma è una modalità diversa per affrontare i problemi. Il nostro fare impresa ha appunto a che fare con la solidarietà, la cooperazione, ma anche con la restituzione alla comunità. Per questo dico sempre che la cooperazione non è per tutti, anche perché un vero cooperatore ha sempre in mente il passaggio di testimone alle generazioni future".

12 milioni di persone ogni settimana entrano in un punto vendita Conad, come affrontate la responsabilità nei confronti dei consumatori?

"Durante la pandemia ci si è accorti dell’importanza della distribuzione, anche solo banalmente perché le persone temevano di rimanere senza cibo. Io ho la fortuna di essere anche il presidente di Adm, l’associazione della distribuzione moderna, mi è molto chiaro che per essere leader in questo settore occorre essere interlocutori credibili, fare azioni per tutti, per esempio con il carrello antiinflazione, avere a cuore le persone più bisognose e una visione del futuro".

Ecco, parliamo dei prezzi…

"C’è un conflitto continuo fra i produttori e distributori e c’è un grande lavoro fatto dalla grande distribuzione organizzata per mettere al centro i bisogni dei consumatori. Di fronte all’aumento dei prezzi, che abbiamo visto negli ultimi anni, dalla pandemia in poi, con l’aumento dei prezzi dell’energia dovuta ai grandi fenomeni internazionali, come le guerre, ma anche in parte alla speculazione, noi abbiamo deciso di avere maggiore attenzione nei confronti dei listini, anche per evitare la diminuzione dei consumi di alcuni prodotti, come ad esempio la carne di bovino. È chiaro che in questi anni è aumentato un po’ il contrasto con i produttori, ma il nostro compito è anche quello di negoziare al meglio, anche rifiutando aumenti indiscriminati dei listini o le sgrammature. Noi poi lavoriamo anche molto con i prodotti a marchio, che rappresentano il 34% di incidenza delle vendite e che ci permettono di avere un maggior equilibrio fra qualità e prezzo e di essere quindi competitivi, dando una risposta concreta ai consumatori".