Lunedì 29 Luglio 2024

Con Lyria l’eccellenza toscana sbarca in Arabia Saudita

L'azienda tessile toscana Lyria promuove l'eccellenza del 'made in Italy' in Arabia Saudita, formando giovani sul valore storico e culturale dei tessuti toscani e sull'importanza della sostenibilità.

Con Lyria l’eccellenza toscana sbarca in Arabia Saudita

L'azienda tessile toscana Lyria promuove l'eccellenza del 'made in Italy' in Arabia Saudita, formando giovani sul valore storico e culturale dei tessuti toscani e sull'importanza della sostenibilità.

SI CHIAMA ‘Il made in Tuscany in Saudi Arabia’ l’evento ideato da Lyria – storica azienda del settore tessile con sede a Montemurlo, in provincia di Prato, autentica espressione dell’eccellenza ‘made in Italy’ – e previsto proprio a Prato nella giornata di domani, 30 luglio. Ad aprire i lavori della tavola rotonda sarà Riccardo Bruni (nella foto in alto), fondatore dell’azienda nel 2002 e proprietario unico a partire dal 2016: è lui a spiegare, con la passione e l’entusiasmo che lo contraddistinguono, le ragioni che lo hanno convinto, ormai da qualche anno, a guardare al Medio Oriente e al potenziale che questo mercato è ancora in grado di esprimere per il nostro ‘made in Italy’.

"È giunto il momento di trasmettere le nostre competenze, il nostro prezioso know-how, anche al di fuori dell’Unione europea – esordisce Bruni –. Paesi come gli Emirati Arabi, il Bahrain, l’Arabia Saudita sono pieni di giovani che scalpitano per diventare protagonisti degli scenari futuri. Ragazzi e ragazze che si stanno formando nelle scuole di moda e design e cominciano a muovere i primi passi nel settore. La stragrande maggioranza di essi, tuttavia, non conosce il patrimonio italiano dei tessuti: nel loro immaginario ci sono Paesi geograficamente più vicini, come l’India o la Turchia. Il mio obiettivo, ora, è incuriosire e coinvolgere le giovani generazioni, in particolare sul valore storico e culturale che i nostri tessuti custodiscono". Proprio per offrire ai giovani l’opportunità di una ‘full immersion’ nella tradizione squisitamente toscana dei tessuti, Bruni ha realizzato, già dopo la pausa forzata della pandemia, un’Academy interna all’azienda. Quest’ultima è stata individuata, sia dal regno del Bahrein che da quello dell’Arabia Saudita, come interlocutore privilegiato per la formazione tessile, erogata ospitando studenti e studentesse provenienti da quei Paesi. Un gruppo di studentesse del Bahrein ha già partecipato a una settimana di formazione intensiva a Prato, mentre l’evento di domani sarà il culmine di una missione effettuata, nei giorni scorsi, da una folta delegazione della Fashion Commission saudita. Nel corso dell’evento – al quale parteciperà anche un rappresentante del governo italiano, il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli – si sottolineerà il grande interesse che la Royal university of women del Bahrain e la Fashion Commission saudita nutrono nei confronti della moda e del design toscani e, più in generale, del ‘made in Italy’.

"I progetti della nostra Academy hanno avuto un ottimo riscontro – prosegue il fondatore di Lyria –, tant’è che, in autunno, saremo in missione sia a Riyad che a Manama (capitali, rispettivamente, di Arabia Saudita e Bahrain, ndr): qui, gli allievi e le allieve delle scuole di moda organizzeranno sfilate ed eventi con i tessuti da noi forniti a titolo gratuito. Premieremo chi ha meglio interpretato l’uso dei nostri materiali, anche in un’ottica di recupero e sostenibilità". A proposito di sostenibilità, Bruni coglie l’occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa: "L’Europa è un mercato ormai sul viale del tramonto – sentenzia senza mezzi termini – e sa perché? Perché qui non si fa altro che parlare male del fashion, anzi, soprattutto dell’industria tessile: è messa sotto accusa per l’inquinamento, i metodi di produzione, il riciclo. Già, il riciclo: una pratica che, a Prato, adottiamo da almeno due secoli, perché qui gli sprechi di tessuto non sono ammessi fin dall’Ottocento. Non si scopre nulla di nuovo. In questa azienda non vi è un solo millimetro di scarto che non venga riutilizzato e rimesso in produzione, andando a costituire nuova materia prima da utilizzare per l’abbigliamento o per il reparto dedicato all’arredamento e all’interior design".

In Lyria – nome che si ispira a quello di una conchiglia dalla forma a spirale, riprodotta anche nel logo aziendale – ogni prodotto viene realizzato artigianalmente, nel rispetto delle persone e dell’ambiente; i tessuti sono garantiti dalle certificazioni sull’origine sostenibile delle materie prime. L’azienda ha adottato il protocollo denominato ‘4Sustainability’, relativo al chemical management e finalizzato all’eliminazione delle sostanze chimiche tossiche dai cicli produttivi. "A guidarci è una visione estetica che celebra la ‘perfezione dell’imperfetto’ – sintetizza Bruni –: i nostri tessuti nascono da un foglio di carta e una penna, sono un viaggio creativo di pensieri, azioni e continue metamorfosi, con l’obiettivo di far emergere un prodotto artigianale unico. È qualcosa di mistico e inspiegabile, una ricerca dell’essenzialità che, alla fine, diventa imperfezione, bellezza senza tempo". In linea con la ‘celebrazione dell’imperfetto’ è la passione di Bruni per la manualità, una competenza che tutti gli aspiranti a una professione in questo settore dovrebbero coltivare. "Al giorno d’oggi, creativi e designer utilizzano solo il computer e i programmi di grafica – lamenta il numero uno di Lyria –: sono anni che non vedo più un ragazzo usare il lapis o abbozzare uno sketch a mano. È una grande perdita. Ed è il motivo per cui continuo a battermi per aprire delle academy interne alle nostre aziende: è solo in fabbrica che un giovane impara a sognare e a creare con le proprie mani. La maggior parte dei diplomati alle scuole di moda non riesce a distinguere tra popeline e raso: non gli è stato trasmesso, probabilmente, l’enorme valore che il tessuto riveste per la qualità di un capo o di un pezzo di arredamento. Faccio mia, a questo proposito, l’affermazione di Yohji Yamamoto, che reputo uno dei più grandi stilisti del nostro tempo: ‘the fabric is everything’ (‘il tessuto è tutto’, ndr)".