COCA-COLA HBC Italia ha tagliato il traguardo dei 50 anni del suo stabilimento in Campania, il più grande polo produttivo dell’azienda nel Sud Italia. Una realtà che, con le sue tre linee attualmente operative, è capace di produrre più di 200 milioni di litri di bevande l’anno. Abbastanza da riempire i vagoni di un treno lungo 30 chilometri.
Nel 2021 quello di Marcianise è stato il primo stabilimento a introdurre sul mercato italiano la tecnologia KeelClip, un sistema di imballaggio in carta Fsc proveniente da filiera responsabile e 100% riciclabile che consente di eliminare completamente l’involucro in plastica dalle confezioni multiple di lattine, contribuendo così a una maggiore sostenibilità ambientale.
Ora, come annuncia Giangiacomo Pierini, direttore Corporate Affairs e Sostenibilità di Coca-Cola HBC Italia, è il momento di nuovi investimenti. "Questo anniversario – spiega – è importante per tutti noi, perché racconta la storia del legame speciale di Coca-Cola con la Campania: è proprio a Napoli che nel 1955 è nata Fanta, una bevanda diventata oggi uno dei brand più conosciuti, venduti e amati in tutto il mondo, prodotta con succo di arance 100% italiane."
Negli ultimi 10 anni la fabbrica ha ricevuto più di 62 milioni di euro di investimenti industriali per ammodernamenti ed efficientamenti ambientali, con focus su salute e sicurezza, efficientamento idrico ed energetico, circolarità degli imballaggi. Un percorso che renderà lo stabilimento casertano sempre più centrale nelle strategie di sviluppo di Coca-Cola in Italia.
Per una realtà così nota a livello globale, quanto conta continuare a investire sul territorio e cosa comporta in termini di impatto economico e occupazionale? "Coca-Cola è un brand conosciuto in tutto il mondo, ma la forza del suo modello di business è legata alla vicinanza dei territori in cui opera e con i quali costruisce una vera identità locale. Siamo profondamente radicati nel tessuto economico, produttivo e sociale delle regioni che ospitano le nostre fabbriche in Campania, Veneto, Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Lombardia, regione nella quale è presente l’headquarter.
Investire sul territorio significa generare valore condiviso e creare un vantaggio competitivo all’interno di un mercato in costante evoluzione, oltre che un’opportunità per stimolare l’innovazione, vero motore di crescita economica e sociale. Uno studio realizzato da SDA Bocconi School of Management rileva come Coca-Cola, che in Italia impiega direttamente oltre 2.000 persone, sia il primo datore di lavoro nell’industria delle bibite e delle bevande nel Paese, con un impatto occupazionale di oltre 26.000 persone. Nel 2022 Coca-Cola in Italia ha generato e distribuito risorse, a imprese, famiglie e Stato, per un totale di 1,2 miliardi di euro.
Quanta Italia c’è nei vostri prodotti? "Tanta, a partire dalle persone che ogni giorno lavorano nei nostri stabilimenti e all’interno della forza vendita o negli uffici. Ma c’è anche nella cura e nella selezione delle materie prime agricole di alcune delle nostre bevande. Dalla filiera agrumicola del nostro Paese scegliamo il succo 100% italiano di Fanta Original, quello delle arance rosse di Sicilia IGP e il succo di Limone di Siracusa IGP, con la garanzia di qualità dei rispettivi consorzi.
Cosa fate in termini di sostenibilità, considerata la crescente sensibilità dei consumatori sul tema? "Nel 2004 siamo stati tra le prime aziende in Italia a introdurre il Rapporto di sostenibilità, perché crediamo che la crescita del nostro business sia inscindibile da una strategia che ne garantisca la sostenibilità nella sua triplice accezione: ambientale, sociale, economica. La nostra visione a lungo termine e la determinazione ad affrontare le sfide ci hanno portato a ridisegnare la storia delle nostre bevande in chiave sostenibile. In ottica ambientale, infatti, la circolarità rappresenta la chiave di volta: oltre a ridurre la nostra impronta di CO2 investendo sulle attività industriali, abbiamo studiato materiali più facilmente riciclabili per i nostri packaging.
Quali le strategie per essere competitivi? "La competitività si ottiene solo definendo progetti efficaci nelle tre dimensioni della sostenibilità: non si può prescindere da quella economica, nel lungo periodo, altrimenti è solo pessimo marketing ambientale, o sociale, e qualsiasi iniziativa avrebbe uno sviluppo limitato. Siamo profondamente convinti che la trasparenza e la circolarità degli imballaggi sia oggi la sfida fondamentale: aver ottimizzato l’utilizzo di materia prima per il packaging negli ultimi anni significa anche risparmiare sugli acquisti. Allo stesso tempo, nuove e più efficienti linee di produzione determinano un minor utilizzo di energia e acqua nel tempo.
Recentemente avete deciso di riaprire lo stabilimento piemontese di Gaglianico, in provincia di Biella. Quali progetti avete per quel polo? "Gaglianico è un polo di eccellenza in innovazione e sostenibilità ambientale a livello europeo. Un impianto all’avanguardia per la lavorazione della plastica riciclata, capace di trasformare fino a 30.000 tonnellate di Pet all’anno in nuove bottiglie 100% Pet riciclato (rPet) a uso alimentare. Abbiamo investito oltre 30 milioni di euro con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza dell’impianto e, al tempo stesso, assicurare elevati standard qualitativi, anche attraverso lo sviluppo di nuove professionalità tecniche.