IL PORTO DI POZZALLO (Ragusa) sarà sempre più green e sostenibile grazie al sistema ‘cold ironing’ che consiste nell’elettrificazione di tutte le banchine e nella riduzione al minimo dell’uso del combustibili fossili da parte delle navi. Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha accolto la richiesta di finanziamento dell’Autorità di Sistema portuale (Adsp) del Mare di Sicilia orientale, per la cifra di 15 milioni di euro. Grazie a queste risorse lo scalo del Ragusano potrà beneficiare, una volta decretato il finanziamento, dell’innovativo sistema di distribuzione per la fornitura di elettricità attraverso la costruzione degli impianti della rete nazionale di trasmissione dell’energia, indispensabile per alimentare le imbarcazioni.
"Siamo molto soddisfatti di questa notizia – evidenzia il presidente dell’Adsp Francesco Di Sarcina (nella foto a sinistra, sopra) – perché si tratta di uno dei finanziamenti più cospicui nella graduatoria nazionale stilata dal ministero, in rapporto alle dimensioni del porto di Pozzallo. Si tratta del primo importante risultato che fa capire l’importanza e i vantaggi di fare parte di un’autorità di sistema portuale per ottenere risorse significative. È il primo passo ma ne seguiranno altri perché il nostro impegno per Pozzallo non è inferiore a quello degli altri tre porti (Catania, Augusta e, di recente, Siracusa)".
Il trasporto marittimo è considerato tra i settori considerati più inquinanti a livello mondiale. Le emissioni di gas serra rappresentano infatti il 2,89% delle emissioni globali, secondo le stime dell’International Maritime Organization (Imo), e il traffico internazionale delle navi è in costante crescita. Le emissioni a effetto serra dei trasporti marittimi sono aumentate del 9,6% dal 2012 al 2018, passando da 977 milioni di tonnellate a 1.076 milioni di tonnellate. Si prevede che le emissioni continueranno ad aumentare, rispetto al 2008, dal 90% al 130% entro il 2050. Per avere un’idea dell’inquinamento prodotto dalle navi, basta pensare che una nave da crociera attraccata a una banchina in dieci ore produce emissioni di CO2 equivalenti a quelle di 25 automobili di media cilindrata in un anno. L’assorbimento di energia di una nave da crociera equivale a quello di una città con 80mila abitanti.
In questo contesto, si rendono necessarie misure di mitigazione, tra cui il cosiddetto ’cold ironing’, uno dei temi maggiormente dibattuti a livello mondiale. Con il cold ironing, l’energia elettrica viene fornita da terra alle navi attraccate nel porto, i cui motori principali e ausiliari rimangono spenti. Per realizzare ciò, occorre un sistema complesso di infrastrutture elettriche nei porti e a bordo delle navi, per consentire il trasferimento di energia in sicurezza. Le emissioni delle navi, quindi, possono essere facilmente ridotte, poiché si evita che i motori rimagono accesi. Vantaggio aggiuntivo, la diminuzione dei rumori prodotti dai gruppi di generazione delle navi. In più, se l’energia elettrica nel cold ironing proviene da fonti rinnovabili, l’intero sistema diventa ancora più sostenibile.
Progetti di porti green sono già avviati in tutto il mondo, in particolare tra Stati Uniti e Nord Europa – Los Angeles, San Francisco, Goteborg, Rotterdam, tra le altre – e anche l’Italia, che per la sua naturale conformazione ha nell’economia del mare uno dei punti di forza, dal commercio al turismo, non sta a guardare. Anzi, il cold ironing è stato inserito e previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con un investimento piuttosto consistente: 700 milioni di euro per cofinanziare, da qui al 2026, l’implementazione di una cinquantina di porti italiani nell’ambito del Trans-European Transport Network (Ten-T) e in linea con gli obiettivi climatici stabiliti a livello nazionale ed europeo. Non solo: recentemente la Commissione europea ha anche dato il via libera a un pacchetto di aiuti di Stato da 570 milioni di euro per incentivare le navi ad utilizzare l’energia erogata dalle reti elettriche terrestri nel tempo in cui sono ormeggiate nei porti, quando e dove sarà possibile.
Considerato che una nave da crociera ormeggiata in porto assorbe una potenza elettrica di picco di circa 10 MW e che nei principali porti italiani sono ormeggiate contemporaneamente più navi da crociera, il fabbisogno di energia elettrica derivante dall’elettrificazione dei loro consumi può raggiungere valori anche superiori a 50 MW. Per questo motivo sarà necessario realizzare un’infrastruttura elettrica in alta tensione o potenziare l’esistente al fine di poter garantire il soddisfacimento di tali fabbisogni a elevati standard di qualità, affidabilità e sicurezza.
Per il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna (nella foto a sinistra, sotto) "questo intervento trasformerà lo scalo pozzallese in un porto sostenibile, che sa guardare al futuro e che corrisponderà a una crescita economica per la città. La strada intrapresa è quella giusta e in questo senso ringrazio lo straordinario lavoro dell’Autorita portuale. Speriamo di vedere presto anche la realizzazione del grande porto, ulteriore svolta per la nostra comunità", conclude il primo cittadino.