Venerdì 2 Agosto 2024

"Attenti all’Ai: ci sfiderà sovrapponendosi a noi"

L'intelligenza artificiale impatta su economia, etica e informazione. Regole europee ed etica sono cruciali per il futuro. Crippa esprime preoccupazioni sull'uguaglianza uomo-macchina e sulla governance. Resistenza consapevole necessaria per evitare il dominio dell'IA.

"Attenti all’Ai: ci sfiderà sovrapponendosi a noi"

L'intelligenza artificiale impatta su economia, etica e informazione. Regole europee ed etica sono cruciali per il futuro. Crippa esprime preoccupazioni sull'uguaglianza uomo-macchina e sulla governance. Resistenza consapevole necessaria per evitare il dominio dell'IA.

ETICA, REGOLE, ECONOMIA, ma anche informazione. Come impatterà l’intelligenza artificiale nelle nostre vite? Dal 2018 ad oggi l’intelligenza artificiale ha preso il sopravvento, sia nella produzione, che in altri impieghi, anche più quotidiani, come per esempio, l’introduzione nei nostri telefonini. Il valore d’affari solo in Italia supera i 760 milioni di euro, ma si parla di miliardi di dollari nel mondo. Per questo le regole europee – è stato varato in primavera l’Ia Act dalla Commissione europea – e l’etica sono due ambiti fondamentali a cui ancorare il futuro dell’innovazione tecnologica. Per Mauro Crippa, direttore dell’informazione e della comunicazione di Mediaset e coautore, con Giuseppe Girgenti, docente di Storia della Filosofia Antica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano di ’Umano, poco umano. Esercizi spirituali contro l’intelligenza artificiale’, "quello che ci attende con l’intelligenza artificiale è uno scontro frontale e purtroppo non ne abbiamo il controllo".

Come cambierà con l’introduzione massiccia dell’Intelligenza artificiale?

"Già oggi possiamo svegliarci con una macchina che ci dice ‘Tesoro buongiorno, come stai?’. Molti di noi pensano che l’intelligenza artificiale abbia a che fare solo con la raccolta dei dati, con la sua capacità di processarli velocemente, di analizzarli, dimenticando però che il giornalismo ha a che fare con i dati e che non ci sono dati neutri. La dimensione più propria dell’intelligenza artificiale è legata al linguaggio, alla comunicazione, è seduttiva".

Lei ritiene che questo sia pericoloso?

"Sicuramente sì, perché la macchina intelligente vuole sempre più essere uguale all’umano, in questo è subdola e pervasiva. C’era una vecchia battuta televisiva: ‘È lui o non è lui?’, si chiedeva Ezio Greggio, e noi fra poco ci chiederemo lo stesso dell’intelligenza artificiale. Perché ci sfiderà direttamente sovrapponendosi alle azioni umane".

Crippa, dunque lei è fra i pessimisti, riguardo l’introduzione dell’intelligenza artificiale?

"Io sono convinto che il peggior manufatto o articolo, se parliamo di giornalismo, persino il più fazioso, scritto da un umano sia comunque migliore di quello elaborato da una macchina. Anche perché, se consideriamo il tema in modo generale va detto che noi siamo da sempre alla ricerca del pluralismo di fonti e di testate, ma con l’intelligenza artificiale siamo di fronte ad un problema di governance e di democrazia evidente, perché le app sono in mano a poche, pochissime persone e queste persone stanno in California".

In termini economici conviene introdurre l’intelligenza artificiale, e in termini etici?

"Non serve una posizione luddista, ma una resistenza consapevole sì. Attenzione quindi a dare in pasto all’intelligenza artificiale banche dati, di cui si ciba famelica. Perché nello scontro con l’umano, la macchina vince, anzi stravince. Già oggi alcuni servizi sul meteo sono fatti dall’intelligenza artificiale. Ma non sono notizie neutrali. Prendiamo, appunto, il meteo, tutti vogliamo sapere che tempo fa e farà. È rischioso pensare di lasciare in mano alla macchina una parte del lavoro, anche solo sulle previsioni del tempo. È una strada molto pericolosa".