IN UN CONTESTO segnato da sfide economiche, demografiche e sociali, l’artigianato italiano emerge come un settore in grado di attrarre i giovani, offrendo opportunità di lavoro e di crescita professionale. Questo fenomeno assume particolare rilevanza in un mercato del lavoro che soffre per la carenza di competenze e la difficoltà di accesso all’occupazione per le nuove generazioni.
Secondo un rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato, sono circa 4 milioni i giovani under 35 interessati a lavorare nell’artigianato o ad avviare un’attività in questo settore, tra cui 836mila laureati. I giovani laureati guardano con interesse all’artigianato. Il 37% dei laureati under 35, infatti, si dichiarano attratti da un’attività professionale in questo ambito. Una delle principali ragioni di questo interesse è la crescente attenzione che le imprese artigiane pongono alla sostenibilità, un tema caro alle nuove generazioni.
Secondo i dati di Confartigianto, ben il 76,6% dei giovani under 35 ritiene che le imprese artigiane abbiano un elevato impegno nei confronti dell’ambiente e delle pratiche di sostenibilità, mettendo le persone e il pianeta al centro delle loro attività piuttosto che il profitto a tutti i costi. Le imprese giovanili rappresentano una quota significativa del panorama imprenditoriale italiano. Sono 504.177 le imprese registrate gestite da under 35, pari all’8,5% del totale delle imprese italiane. Di queste, 122.402 sono imprese artigiane, pari al 9,7% delle imprese artigiane complessive e al 24,3% del totale delle imprese giovanili.
Nonostante le difficoltà macroeconomiche degli ultimi anni, tra cui la crisi energetica, la guerra in Ucraina e la stretta monetaria dell’Eurozona, l’occupazione giovanile in Italia ha mostrato segnali positivi. Tra il 2021 e il 2024, il numero di occupati under 35 in Italia è aumentato di quasi mezzo milione, registrando un +9,2%, un tasso di crescita significativamente superiore alla media dell’Unione Europea (+4,6%) e anche rispetto a Paesi come Francia (+4,9%) e Germania (+4,5%). Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, il tasso di occupazione giovanile in Italia è ancora inferiore alla media europea. Nel secondo trimestre del 2024 era pari al 45%, lontano dal 58,7% della media Ue.
Un altro dato preoccupante è il numero di giovani inattivi, che ammontano a circa 1,5 milioni nella fascia di età 25-34 anni. Questo divario, unito alla bassa natalità e alla scarsità di manodopera, rappresenta una sfida per il sistema economico e occupazionale italiano. Le micro e piccole imprese sono il terreno fertile per l’occupazione giovanile. Nei piccoli imprenditori, infatti, lavora una quota significativa di giovani. Nelle microimprese, ad esempio, il 56,4% dei dipendenti tra i 15 e i 29 anni lavora in questo tipo di imprese, una percentuale che supera il dato medio nazionale.
All’interno del settore artigiano, inoltre, gli apprendisti rappresentano una fetta importante della forza lavoro: nel 2023, su un totale di 590.479 apprendisti, circa il 20,6% (121.477) lavorano in imprese artigiane. Questo dato evidenzia come il sistema artigianale non solo offra opportunità di impiego, ma anche di formazione e crescita professionale, rappresentando un canale fondamentale per il futuro dei giovani.