SE FOSSE PER LUI seguirebbe l’Amarone che produce nel Veneto felix dal momento della raccolta dell’uva fino a quando le bottiglie finiscono in tavola per verificare come viene degustato e apprezzato. Giancarlo Aneri, gran patron dell’azienda vinicola che ha sede a Legnago (Verona) è uno che ama il marketing fai-da-te e personalizza ogni scelta.
Aneri, cos’è L’Amarone? "È un prodotto che esprime la passione di chi lo realizza. Per questo recentemente ho fatto una scelta che in questo settore è considerata molto singolare".
La spari. "Ho deciso di ritirare dal circuito esterno la vendita dell’Amarone, quindi niente più enoteche, negozi, rivenditori on line. Vendo direttamente solo io".
Come mai una scelta così coraggiosa? "Sono bottiglie di grande eccellenza, quindi voglio sapere dove vanno a finire e come vengono utilizzate. È un rosso prezioso, non per tutti. Come una Ferrari o una Lamborghini".
I numeri. "La mia azienda oltre a tutto il resto produce 18 mila bottiglie di Amarone l’anno, un quantitativo limitato. E se in una stagione di raccolta l’uva non mi convince salto l’annata, come è successo le 2014 e nel 2016".
Qual è il mercato a cui si rivolge? "Prevalentemente hotel di lusso, ristoranti come lo Stresa di Parigi, frequentato da capi di Stato, politici, attori. Ha una botte dedicata qui da me e acquista ogni anno 133 bottiglie selezionate".
Un personaggio top che lo ha avuto in regalo? "Fiorello ha donato un magnum di Amarone a Filippo Volandri, capitano azzurro del tennis, e Matteo Berrettini per la vittoria in Coppa Davis. A Donald Trump ho fatto avere personalmente 6 bottiglie. Due giorni dopo l’elezione sono state consegnate nella Trump Tower".
La produzione delle sue aziende? "Sono dislocate tutte e quattro tra Conegliano e Valdobbiadene. Escono 500mila bottiglie l’anno, di cui 350mila di Prosecco Docg, 20 mila di Prosecco biologico, poi ci sono il prosecco Doc, il Pinot nero e bianco".
Quali sono i mercati esteri? "Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Svizzera, ma sono felice se i miei prodotti si bevono in Italia".
La famiglia la segue in questa avventura? "La mia è un’azienda che si basa sul valore della famiglia dove tutti partecipano. I quattro luoghi di produzione portano i nomi delle mie nipotine: Lucrezia, Ludovica, Giorgia e Leone. Alcune etichette sono dedicate a mia moglie Leda e ai miei figli Alessandro e Stella".
Chi sono i grandi del mondo che hanno brindato Aneri? "Alcuni nomi: Clinton, Bush, Obama, Biden, Trump, Putin, Xi Jinping, Angela Merkel, Sarkozy, Macron e Boris Johnson, Trudeau e altri presidenti o primi ministri. Poi tanti atleti e calciatori".
È vero che anche Silvio Berlusconi comprava l’Amarone da lei? "Pure lui aveva una botte dedicata solo al suo vino. L’ho tolta dalla produzione. Come fanno le società di calcio quando ritirano la maglia dei grandi calciatori. Anche l’Amarone Aneri è un campione".