Mercoledì 23 Aprile 2025
ORLANDO PACCHIANI
Economia

Luce verde su Mps-Mediobanca. No del governo al golden power

Il Mef, primo azionista di Siena, non si oppone all’operazione e sarà uno dei protagonisti dell’assemblea di giovedì

Il Mef, primo azionista di Siena, non si oppone all’operazione e sarà uno dei protagonisti dell’assemblea di giovedì

Il Mef, primo azionista di Siena, non si oppone all’operazione e sarà uno dei protagonisti dell’assemblea di giovedì

"L’Italia ha bisogno di qualcosa di nuovo e noi siamo protagonisti. È vero che Mediobanca è diversa dal Monte dei Paschi, ma proprio la diversità è la forza del progetto e le dà valore, come è successo per Prada e Versace". Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi, parla a Siena di fronte a una folta platea sul tema del "valore", in occasione dell’evento che celebra i venticinque anni della Fondazione Qualivita, alfiere della tutela delle denominazioni di origine. Ma siamo all’antivigilia dell’assemblea di Rocca Salimbeni e nel giorno in cui è arrivata l’ufficialità che la presidenza del Consiglio dei ministri non eserciterà il golden power nell’àmbito dell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca ed è difficile dribblare del tutto il tema del giorno.

La notizia che aveva aperta la giornata, attesa, era l’ultimo tassello formale che mancava: il governo, ancora azionista con l’11,73 per cento, non si oppone all’operazione e sarà uno dei protagonisti dell’assemblea di giovedì, insieme a Delfin (la cassaforte della famiglia Delvecchio) e a Caltagirone, che ha consolidato la propria presenza nell’azionariato superando quota 9 per cento. Anche molti fondi si sono già schierati dichiarando in anticipo la propria intenzione di voto: tra gli altri, Algebris, Pimco e Norges Bank hanno annunciato il sì all’offerta pubblica di scambio, mentre il fondo pensione canadese Cpp Investments si è schierato per il no all’operazione.

Un’operazione insolita? Certo, a tal punto che Lovaglio riconosce come la definizione di unconventional emersa durante i colloqui internazionali, per definirla, a lui sia piaciuta: "È quello che voglio io – ha sottolineato – abbiamo 500 anni di storia e abbiamo voluto fare qualcosa che ci fa sognare, chi resta fermo non crea valore". Giusto per restare al tema della conferenza di ieri che ha spaziato lungo tutti i suoi tre anni di esperienza al Monte dei Paschi, ma con altri ritorni sull’attualità stringente: "Le radici sono fondamentali per guardare in alto e noi abbiamo radici forti piantate su cinque secoli di storia. Anche per questo abbiamo pensato a Mediobanca, non potevamo pensare ad altro...".

Concetti che saranno ribaditi, sostenuti dalla solida costruzione tecnica dell’operazione, fra due giorni nell’assemblea che torna a disputarsi in presenza dopo anni. Battendo inoltre anche sul concetto, già sottolineato in fase di presentazione dell’ops, che "fondere due banche commerciali, chiudendo trecento filiali e mandando a casa cinquemila persone, era un progetto che non ci interessava. Noi vogliamo lavorare come un’industria a ragionare in termini di discontinuità, per questo abbiamo sviluppato il progetto innovativo con Mediobanca". È il "sogno" di Lovaglio, che fra due giorni sarà varato ufficialmente dall’assemblea di Banca Monte dei Paschi, tornata protagonista della scena finanziaria dopo anni di faticosa ricostruzione.