di Franca Ferri
Parlare apertamente del fallimento di Twitter, ovvero X, non è un tabù per Elon Musk: "La triste verità è che non ci sono grandi ‘social network’ in questo momento – ha scritto ieri sul suo profilo il miliardario sudafricano, Ceo di Tesla e SpaceX, nonché proprietario di TwitterX da ottobre –. Potremmo fallire, come molti hanno previsto, ma faremo del nostro meglio per far sì che ce ne sia almeno uno". Uno sfogo dopo l’ennesimo problema tecnico a causa del quale sono stati rimossi dal sito i link e le foto postate prima del dicembre 2014. Era scompaso (poi è stato reintrodotto) anche il selfie più ritwittato di sempre, ovvero quello di Ellen DeGeneres durante gli Oscar del 2014. Evidentemente Musk è esasperato, ma è davvero possibile che X scompaia? Che l’ex-Twitter non navighi in buona acque non è una notizia. Al momento della vendita, la società aveva 18,5 miliardi di dollari di debito (oggi sono diventati 22).
"Non possiamo escludere la bancarotta", scrisse Musk a novembre. Aveva già cominciato a tagliare migliaia di posti di lavoro, a ridurre le spese in modo drastico, a introdurre le spunte blu a pagamento per trovare nuovi ricavi. E, cosa più drammatica, a perdere utenti e inserzionisti, impauriti dal cambio di rotta dei cinguettii. La deriva pubblicitaria è continuata implacabile: "Il nostro bilancio è ancora in negativo" ha scritto in un tweet a metà luglio. Le cause: "Un crollo degli introiti pubblicitari di circa il 50% e il grosso peso dei debiti. Dobbiamo raggiungere un flusso di cassa positivo prima di poter fare qualsiasi altra cosa".
Cosa vuole fare del suo costosissimo giocattolo (l’ha pagato 44 miliardi di dollari)? Sicuramente trasformarlo in una piattaforma per micropagamenti e intrattenimento, sulla falsariga del cinese WeChat. Per rendere più evidente il cambio di passo, ha appena cambiato nome e logo, dicendo addio all’uccellino blu. Ma gli utenti sono furiosi per altre modifiche, come quella che ha reso impossibile bloccare gli account sgraditi.
Vuole abbandonare? Vendere? Il proclama di ieri si presta ad un’altra lettura: la sfida continua di Musk verso Zuckerberg. Della sfida ‘fisica’ stile gladiatori in una gabbia fra i due Ceo, si parla da settimane, con ben poche certezze. Più concreta è stata la risposta di Zuckerberg che a luglio ha lanciato Threads, un social simil-twitter (100 milioni di download per la app nei primi 5 giorni). Considerando che Meta (di cui Zuckerberg è Ceo), è la casa madre di Facebook, Instagram e Whatsapp, dire che non ci sono "grandi social network" è quasi un insulto verso Zuckerberg. E "faremo del nostro meglio perché ne resti solo uno", significa che quell’uno sarà sicuramente X.