Lunedì 30 Settembre 2024
FRANCESCO MORONI
Economia

L’inflazione in Svezia? Colpa (anche) di Beyoncé. Ecco perché

Michael Grahn, capo economista per la Svezia di Danske Bank, è entrato nelle pieghe dei suoi concerti: così la musica impatta sull’economia. E non è la prima volta che si verifica un caso simile

Beyoncé (Ansa)

Beyoncé (Ansa)

L’inflazione? In mezzo c’è soprattutto lo zampino di Beyoncé. Ne sono convinti in Svezia, stando a quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian, dove a maggio beni e servizi si sono rivelati decisamente più cari rispetto allo stesso mese del 2022. Michael Grahn, capo economista per la Svezia di Danske Bank, è convinto come tra le varie cause scatenanti ci sia anche il concerto di Queen B a Stoccolma, prima tappa del ‘Renaissance Tour’. Nella penisola scandinava, in Italia e nel resto del mondo continua infatti a galoppare l’inflazione, che - in maniera più semplificata possibile - avviene quando si registra un rincaro di ampia portata sui prezzi di beni e servizi (selezionati attraverso un paniere simbolo della spesa delle varie famiglie o dei cittadini) rispetto al passato, con una riduzione del valore della moneta nel tempo e del potere di acquisto. In un ‘cinguettio’ pubblicato su Twitter, Grahn ha spiegato come il doppio evento della regina del pop il 10 e l’11 maggio abbia portato a un aumento di 0.2 o 0.3 punti percentuali sul prezzo di alberghi, ristoranti e strutture ricettive. Il pubblico, sia durante il primo che il secondo concerto, ha raggiunto le 46mila persone, molte delle quale non sono riuscite a soggiornare a Stoccolma proprio a causa dei prezzi alle stelle. In tanti sono arrivato proprio dagli Stati Uniti, approfittando anche del cambio favorevole tra dollaro e corona svedese. Il fenomeno dovrebbe comunque sgonfiarsi, anche secondo lo stesso Grahn, e la spirale inflattiva dovrebbe ridursi alla fine di giugno. Ma c’è già chi lancia l’allarme: a fine mese Bruce Springsteen ha in programma tre date a Göteborg. Più in generale, da sempre, alcuni ‘big’ internazionali della musica sono capaci letteralmente di spostare l’economia di una città, di intere aree o addirittura di un Paese, come già visto nel corso della storia. Basti pensare, sempre come sottolinea il The Guardian, che il giro d’affari attorno ai Fab Four generi, ancora oggi, qualcosa come 82 milioni di sterline per Liverpool e circa duemila posti di lavoro. Ma non solo: dai concerti di Taylor Swift negli Stati Uniti (e un’iniezione di cinque miliardi di dollari per l’economia a stelle e strisce) all’indotto provocato dalla musica britannica al Paese, fino al nuovo fenomeno globale del K-pop che ha portato la Corea del Sud in una nuova dimensione. Musica ed economia, un binomio indissolubile in positivo e negativo, anche quando si parla di inflazione.