"Una cosa è promuovere la decarbonizzazione, un’altra è cercare di distruggere l’industria europea". Ci va giù pesante l’ex premier spagnolo (1996-2004) Josè Maria Aznar sulla transizione energetica promossa dall’Ue "uno dei colpevoli di questa situazione difficile in Europa". Nel 2030 tutte le auto dovrebbero essere elettriche, affonda, "un obiettivo non solo impossibile ma stupido". Lo dice dialogando a Firenze con trecento ragazzi delle scuole superiori, ospite di Progetto Città, l’associazione fondata da Andrea Ceccherini nel 1995 per avvicinare i giovani all’impegno civico e sociale con lo scopo di formare una nuova classe dirigente, antesignana dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori che con il progetto del Quotidiano in Classe ha promosso l’alfabetizzazione ai media e all’economia e finanza per sollecitare il pensiero critico delle future generazioni di cittadini.
Un confronto serrato a suon di domande dall’interessata platea di giovani, quello del presidente Aznar con Ceccherini che, al termine dell’incontro, ha consegnato all’ex premier spagnolo e attuale membro del board di Newscorp di Rupert Murdoch, la seconda edizione del Premio Progetto Città che ha fra i suoi tratti caratteristici il concetto del dialogo, scelto come punto di riferimento nel conferimento del premio. La motivazione: "Questo riconoscimento per aver saputo intessere e mantenere un dialogo costante con i giovani. Aznar ha sempre cercato di farsi comprendere spiegando il senso delle sue scelte e di appassionarli ai fatti pubblici, per tenerli dentro e non fuori dalla comunità", dice Ceccherini durante la cerimonia di consegna.
Tra i temi sul tavolo, l’Europa, i rapporti Europa-Usa anche alla luce della nuova presidenza Trump, la ricetta della crescita spagnola sotto la sua presidenza. Non sono mancate domande del suo rapporto con l’Italia e, in particolare, con Silvio Berlusconi: "È stato un grande amico, abbiamo fatto molte cose insieme anche se quando venne da me nel 1993 dicendomi di voler entrare in politica tentai in ogni modo di dissuaderlo".
I timori per gli scenari di guerra atomica al centro della giornata fiorentina del ciclo di incontri e corsi di formazione aperti ai giovani, con la partecipazione dei più illustri esponenti del mondo politico, istituzionale, del giornalismo e dei media, del mondo economico, dell’imprenditoria e della società civile.
"La decisione degli Stati Uniti di lasciare l’Afghanistan è stata la decisione che ha spinto Putin a invadere l’Ucraina, una decisione assolutamente inaccettabile – dice Aznar – Sono molto preoccupato per l’escalation che fa temere l’uso dell’atomica. Fino a questo momento la storia ci ha mostrato quello che è successo con le armi nucleari. Ci sono due tipi di armi nucleari: quelle classiche e quelle tattiche, da usare nei campi di battaglia, con conseguenze devastanti. Putin è veramente capace di usare un’arma nucleare tattica? Sì, lo è. Non vuole perdere".