Venerdì 20 Dicembre 2024
ILARIA BEDESCHI
Economia

Lettera aperta del mondo della musica contro un uso irresponsabile dell'AI. I danni per gli artisti

“Basta svalutare la musica”. Oltre 250 musicisti firmano la lettera contro l’uso dell’intelligenza artificiale per produrre canzoni

Roma, 5 aprile 2024 – Dopo il mondo del cinema di Hollywood ora è la musica a mobilitarsi con una lettera aperta: “Chiediamo a sviluppatori, compagnie tecnologiche, piattaforme e servizi di musica digitale di giurare che non svilupperanno o distribuiranno tecnologie di generazione di musica con l’IA, contenuti o strumenti che minano e sostituiscono l’artisticità umana di autori e artisti o che negato il giusto compenso per il nostro lavoro”.

La musica e l'intelligenza artificiale
La musica e l'intelligenza artificiale

I firmatari dell’appello

L'elenco dei firmatari include Billie Eilish, Nicki Minaj, Elvis Costello, R.E.M., Mumford & Sons, Katy Perry, Pearl Jam, Camila Cabello e tanti altri. "Alcune delle aziende più grandi e potenti – si spiega nella lettera aperta – stanno utilizzando senza permesso il nostro lavoro per addestrare modelli di intelligenza artificiale. Questi sforzi mirano direttamente a sostituire il lavoro degli artisti umani con enormi quantità di ‘suoni’ e ‘immagini’ creati dall'intelligenza artificiale che diluiscono sostanzialmente le royalties pagate agli artisti. Per molti musicisti, artisti e cantautori che cercano solo di sbarcare il lunario, questo sarebbe catastrofico”. Nella petizione online ‘Basta svalutare la musica’ (‘Stop devaluing music’), gli artisti sottolineano di non essere contrari a un uso responsabile dell'intelligenza artificiale ma stigmatizzano un uso irresponsabile che minaccia la possibilità di proteggere “la nostra privacy, la nostra identità, la nostra musica e i nostri mezzi di sussistenza”.

Playlist e AI. Il caso Spotify

L’intelligenza artificiale ha dei lati negativi. Ogni giorno se ne parla e, lentamente, anche il tema della prevaricazione dell’artificialità sull’aspetto umano è ormai inevitabile. E anche il mondo della musica non si sottrae dal dibattito considerando che l’AI può intervenire non solo nella generazione di brani musicali ma anche nel modo di scelta delle playlist tramite l’uso di speciali algoritmi. Il ripensamento del servizio ha coinvolto anche uno degli elementi più caratteristici di Spotify, ovvero le playlist, che possono essere composte dagli utenti ma vengono anche proposte da personale specializzato interno all’azienda. Alcune playlist ufficiali di Spotify hanno avuto enorme influenza nel mercato. Il recente report di Luminate delinea lo stato della musica nel 2023. Il report rivela che oltre 158 milioni di canzoni in streaming sono ascoltate meno di 1000 volte all’anno: parliamo dell’86% dei 186 milioni di canzoni tracciate da Luminate, praticamente tutte. All'interno di questi 158 milioni di canzoni, 45,6 milioni non sono mai state ascoltate. Con una certa regolarità Spotify fa poi uscire delle playlist realizzate da personale specializzato. Nell'ultimo anno gli algoritmi legati all'AI di Spotify si sono sviluppati al punto che oggi le playlist generate dall'algoritmo e personalizzate sugli ascolti e le preferenze degli utenti sono decisamente quelle più richieste. Il numero di ascolti provenienti da playlist cosiddette ‘editoriali’ curate da interni Spotify sono scese del 30-50%. A questo, alcuni, collegano il licenziamento del 17% dei suoi dipendenti.