Roma, 1 novembre 2024 – Un premio fino a 1.500 euro per i dipendenti che aiutano l'azienda a trovare personale specializzato. Sta facendo discutere, dentro e fuori l'azienda, l'annuncio pubblicato nelle bacheche del gruppo Leonardo. La società controllata dallo Stato che opera nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza, guidata dal Ceo Roberto Cingolani, ex ministro del governo Draghi, sarebbe disposta infatti a ricompensare economicamente gli attuali dipendenti nel caso fossero capaci di intercettare nuovi colleghi che rispondano ai profili professionali ricercati. "Caro collega – recita l'annuncio – aiutaci ad assumere. Se trovi il candidato giusto ti diamo un premio fino a 1.500 euro".
Va precisato che molte delle posizioni ricercate da Leonardo sono figure molto specializzate, dal Program controller agli addetti al collaudo, fino al Cto specialist e il Delivery system engineer, Costruct integration. Profili evidentemente non semplici da reclutare – che si sommano alla ricerca di tecnici e impiegati – anche per una realtà come Leonardo, tanto da spingere l'azienda a giocare la carta della ricompensa. Il contesto in cui si inserisce l'iniziativa di Leonardo è quello di un mercato del lavoro piemontese in pieno fermento. Con un giro d'affari di circa 4 miliardi di euro e 14 mila addetti, il settore aerospaziale nella regione sta vivendo un periodo di grande espansione. L'ex Finmeccanica ha registrato nel primo semestre del 2024 una crescita dei ricavi del 15%, raggiungendo gli 8 miliardi di euro, con un EBITDA in aumento del 17% a 503 milioni di euro. Tuttavia, nonostante questi numeri positivi, la difficoltà nel trovare personale qualificato rimane un nodo cruciale per l'economia italiana.
L'iniziativa sta facendo discutere, non soltanto all'interno dell'azienda. Ieri il direttivo dei delegati Leonardo della Fiom Cgil ha affrontato il tema, del tutto nuovo per l’Italia, con l’obiettivo di definire una posizione sindacale. "Siamo contenti che il settore aerospace cresca e assuma operai e tecnici specializzati – ha spiegato al Corriere della Sera Ugo Bolognesi della Fiom Cgil di Torino –. Tuttavia non ci piace il metodo utilizzato perché instaura relazioni industriali lontane dalla logica della trattativa sindacale. Gli ingressi sono spesso con contratti di somministrazione – rimarca Bolognesi – anche se poi quasi tutti vengono confermati".