Giovedì 26 Settembre 2024

L’economia della bellezza sfiora i 600 miliardi

L'economia italiana della bellezza cresce del 19%, raggiungendo i 595 miliardi di euro nel 2023. Settori come moda e cosmetica trainano l'incremento, generando il 29,2% del Pil nazionale. Il "saper fare" artigiano e la personalizzazione distinguono il Made in Italy sui mercati internazionali.

L’economia della bellezza sfiora i 600 miliardi

L’economia della bellezza sfiora i 600 miliardi

L’economia italiana della bellezza vale 595 miliardi di euro. E il dato è in crescita del 19% rispetto ai 499 miliardi di euro di fine 2022, grazie soprattutto all’aumento dei settori moda, cosmetica, enogastronomia e turismo culturale. Complessivamente, il comparto genera il 29,2% dell’intero Pil nazionale, in aumento di 3 punti percentuali rispetto al 26,1% del 2022 e addirittura di 5 punti percentuali rispetto al 2021. "Merito di un indotto costituito da oltre 346mila imprese", sottolinea Banca Ifis, che ha diffuso ieri la nuova edizione di “Economia della Bellezza”, la piattaforma progettuale creata nel 2021 con l’obiettivo di valorizzare "quel comparto trasversale del tessuto imprenditoriale nazionale che, valorizzando il bello e il saper fare artigiano, rappresenta l’eccellenza del Made in Italy".

"Un patrimonio che si esprime, come in nessun altro Paese al mondo, anche nell’industria e che l’Italia ha saputo esaltare trasformando arte, cultura, paesaggio ed eticità in valore economico", osserva Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis. "Questo valore economico – aggiunge – nel 2023 è aumentato, sia in termini assoluti sia nel contributo al sistema Italia, arrivando a 595 miliardi di euro e sfiorando il 30% del valore complessivo del Pil italiano. La Bellezza è una caratteristica distintiva e universalmente riconosciuta che consente ai nostri prodotti di essere più competitivi e più resilienti, come dimostra la ricerca internazionale condotta dall’Ufficio Studi della nostra Banca. Qualità, tradizione e personalizzazione sono gli elementi distintivi dei manufatti Made in Italy e la garanzia di un’esperienza di acquisto memorabile. Per questo, l’edizione 2024 di Economia della Bellezza si focalizza sul tema del “saper fare” e sulla creatività dei Maestri d’Arte, vero motore di questa ricchezza tutta italiana fatta di persone e tradizioni tramandate di generazione in generazione".

Il “saper fare” artigiano e la possibilità di personalizzazione permettono al Bel Paese di spiccare nell’offerta globale e di competere sui mercati internazionali. Nell’analisi condotta sui cinque principali mercati di riferimento per l’export italiano (Cina, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Germania e Francia) il 92% degli intervistati si dichiara disposto a pagare di più per acquistare prodotti certificati Made in Italy. A.L.