Di fronte a uno scenario sempre più complesso, per essere competitive, le piccole e medie imprese italiane devono fare squadra. È questo il messaggio lanciato nel corso del convegno ‘La rivoluzione copernicana degli appalti pubblici: nuove sfide del mercato per le pmi italiane’, organizzato ieri a Rom da Noi Impianti Consorzio Stabile e IG Group - Gruppo Iacolino. "Per le pmi italiane è sempre più difficile partecipare alle gare attualmente presenti sul mercato. Gare che, sul fronte dei requisiti richiesti dalle stazioni appaltanti, stanno diventando sempre più complesse e sono sempre più invase dalle multinazionali" spiega Cecilia Zavattaro, responsabile commerciale di Noi Impianti Consorzio Stabile, realtà nata lo scorso luglio con l’obiettivo di "supportare le Pmi italiane del settore per riuscire a proporre un’offerta all’altezza del mercato attuale".
Una formula che sembra vincente. "Ad oggi il Consorzio è riuscito a partecipare a una prima gara. Parliamo di una gara da 40 milioni, suddivisa in 13 lotti, per l’esecuzione dei lavori di manutenzione degli impianti tecnologici sulla rete nazionale Anas. Siamo stati gli unici partecipanti del lotto della Lombardia. Questo perché la complessità di queste gare sta diventando sempre più elevata e per le pmi italiane diventa difficile partecipare individualmente. La domanda è molto elevata rispetto all’offerta che possono proporre le aziende". La ‘rivoluzione copernicana’ degli appalti pubblici ha visto il passaggio dal criterio della premialità delle offerte – vince chi fa il miglior prezzo – alla nuova modalità dell’offerta economicamente più vantaggiosa che ha la finalità di premiare le offerte non solo dal punto di vista economico ma soprattutto dal punto di vista tecnico-qualitativo.
"Oggi le gare d’appalto vedono una competizione impari tra pmi e multinazionali. L’offerta economicamente più vantaggiosa – sottolinea l’imprenditore Giuseppe Iacolino – premia per il 90% la parte tecnica e per il 10% quella economica mentre prima il rapporto era 60 a 40. Ne consegue che per riuscire a essere competitivi in sede di gare bisogna strutturarsi. Senza aggregazione tra le imprese non si può fare. È un sistema che promuove l’azione di partenariato tra pmi ma anche tra pmi e grandi aziende".
Tra le principali difficoltà di accesso alle gare d’appalto pubbliche riscontrate dalle pmi – evidenzia Lucia Gizzi, consigliera Tar del Lazio – figurano "il mancato possesso dei requisiti tecnico-professionali, economico-finanziari e difficoltà di accesso al mercato del credito". A fornire un esempio pratico è il direttore generale di A2A Illuminazione Pubblica, Federico Mauri. "Fare un progetto per l’illuminazione di Milano che ha 155mila punti luce richiede una domanda complessa. Una pmi come fa a mobilitare 8 milioni avendo un ritorno magari a 15 anni?".
"Il modello verso cui ci si è orientati è quello di una aggregazione performante delle Pmi ma che – conclude Nunzio Bevilacqua giurista d’impresa ed esperto di commercio internazionale – lascia, al tempo stesso, alle aziende la loro autonomia e indentità, vero valore distintivo del Made in Italy".
Giulia Prosperetti