Da qualche settimana si sono spenti i riflettori su Agrifood Next l’evento organizzato dal Segretariato Italiano di PRIMA insieme a Fondazione Qualivita, Università di Siena e Comune di Siena che si è svolto a Siena il 15 e 16 novembre nella bellissima cornice del Santa Maria della Scala.
La due giorni ha portato a Siena il meglio dell’innovazione e sostenibilità in campo agroalimentare con confronti e dibattiti, il racconto di esperienze concrete di innovazione e la presentazione di nuove soluzioni tecnologiche ed organizzative dimostrando che le imprese agrifood possono coniugare la qualità dei loro prodotti e il necessario rispetto dei principi della sostenibilità ambientale e sociale con la giusta esigenza di conseguire adeguati livelli di redditività.
A chiusura dell’evento il comitato scientifico di Agrifood Next ha redatto alcuni punti strategici per la nascita della community per l’innovazione e la sostenibilità dell’agricoltura italiana di qualità. «Una piattaforma aperta per il mondo della ricerca, le aziende, le organizzazioni, i consorzi di tutela, le scuole e le università, che vuole diventare sia luogo della riflessione che di confronto, ma soprattutto luogo di proposta» dichiarano Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA e Mauro Rosati, Direttore della Fondazione Qualivita.
La neonata community sorta con Agrifood Next avrà come punto di riferimento digitale l’Osservatorio di PRIMA sulla ricerca e innovazione, PRIMA Observatory on Innovation (POI). La piattaforma raccoglie i casi concreti di innovazione, le buone pratiche e i nuovi modelli di business nel settore agroalimentare, proposte dalle aziende e i dipartimenti focalizzati sulla ricerca, l’innovazione e la sostenibilità nell’agrifood. L’osservatorio POI si pone come centro di connessione tra innovatori, ricercatori, aziende e istituzioni e come tale sarà l’ambiente digitale su cui la community potrà valorizzare i propri casi di successo.
Grazie alla piattaforma, infatti, la community degli innovatori e i casi d’innovazione raccolti nel POI, saranno protagonisti a Dubai, come annunciato da Paolo Glisenti, Commissario generale per l’Italia Expo 2020, presente ad Agrifood Next: «L’Expo 2020 di Dubai, la prima Expo nel mondo arabo sul tema sostenibilità e necessità idriche sarà vetrina di eccellenza per l’agrifood italiano. C’è grande aspettativa da parte degli altri Paesi che vedono l’Italia leader del settore. Gli oltre 30 casi proposti a Siena sono un esempio dell’Italia che sarà presentata a Dubai».
In vista della partecipazione dell’Italia ad Expo 2020, l’osservatorio POI diventa quindi uno strumento strategico che, con il supporto del Segretariato Italiano di PRIMA, darà un contributo decisivo alla valorizzazione dell’agroalimentare italiano in una prospettiva di crescita sostenibile del settore.
«Se vogliamo davvero lavorare per il futuro sostenibile del settore agrifood - conclude Riccaboni - dobbiamo facilitare alle imprese l’accesso all’innovazione, in particolare a quella digitale. Questo è fondamentale non solo per il settore, ma per il futuro delle nostre società. Molti attori sono alle prese con le trasformazioni necessarie per abbracciare un nuovo paradigma, più sostenibile, equo e inclusivo. Il Segretariato Italiano di PRIMA con l’Osservatorio POI sta lavorando in questa direzione per dare concretezza e opportunità di crescita sostenibile».
Il segretariato Italiano di PRIMA nasce nell’ambito dell’Iniziativa europea PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) e promuove numerose iniziative che coniugano in maniera sinergica innovazione, sostenibilità e redditività, motori decisivi per sostenere quelle trasformazioni necessarie ad uno sviluppo sostenibile del settore agroalimentare in grado di generare crescita, benessere e qualità della produzione.
In vista dell’appuntamento di Dubai, nel corso del Forum organizzato dalla Fondazione Barilla, dal Santa Chiara Lab e dal Network per le soluzioni di sviluppo sostenibile, è stato presentato unos tudio sul futuro dell’alimentazione. Secondo questo report, un investimento nel processo di trasformazione dei sistemi agroalimentari, pari a 300-350 miliardi di dollari l’anno (meno dello 0,3% del PIL globale), genererebbe un ritorno di circa 5,7 trilioni di dollari - piu’ di 15 volte il costo iniziale - creando nuove opportunita’ commerciali fino a 4,5 trilioni di dollari anno entro il 2030. Al Forum è stato presentato tra l’altro ‘L’Italia e il Cibo’, un’analisi del sistema agroalimentare italiano rispetto al raggiungimento degli SDGs, gli obiettivo fissati dall’Onu. Emerge una immagine del nostro Paese a due velocità. L’Italia è al disotto della media Ue per le sfide nutrizionali, data la presenza elevata di persone sovrappeso e sedentarie, ma è un’eccellenza sul fronte dell’agricoltura, grazie ai tanti progetti di ricerca avviati.