La scommessa sull’intelligenza artificiale resta la grande priorità per le big tech americane di web e software: solo nel 2024, le spese di capitale per l’AI di Amazon, Microsoft, Meta e Google supereranno i 209 miliardi di dollari, il 42% in più sul 2023, con i data center che rappresenteranno l’80% del totale. Una corsa collettiva che si riassume nelle parole di Sundar Pichar. Ceo di Alphabet (casa madre di Google): "Il rischio di sottoinvestire nell’infrastruttura per l’IA è notevolmente maggiore del rischio di investire eccessivamente", aveva detto a luglio. Avanti tutta, quindi, con costi stellari che cresceranno ulteriormente per tutti nel 2025. Cifre da record che da mesi suscitano più di qualche perplessità negli analisti finanziari di tutto il mondo.
Eppure proprio la voce più costosa, la costruzione di data center sempre più potenti (e sempre più affamati di energia) comincia da dare buoni segnali di ritorno economico: il business legato ai servizi cloud offerti dai data center progettati per l’AI. Nell’ultimo trimestre Amazon, Microsoft e Google hanno guadagnato complessivamente quasi 63 miliardi di dollari (il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2023) da questi servizi cloud, utilizzati non solo per lo sviluppo delle AI proprietarie, ma offerti anche alla clientela business. Il rovescio della medaglia sta nelll’enorme quantità di energia richiesta per alimentare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 queste super strutture. E per garantire potenza e continuità, i colossi tecnologici hanno stretto accordi con società energetiche, cercando di mantenere un equilibrio con il loro impegno a una limitato impatto climatico. Da qui la spinta sul nucleare, considerato una fonte sicura di energia priva di carbonio. Microsoft ha siglato un accordo che prevede la riapertura di Three Miles Island, unità della centrale della Pennsylvania, teatro nel 1979 del più grave incidente nucleare nella storia degli Stati Uniti. Amazon e Google hanno invece raggiunto intese per piccoli reattori nucleari modulari. Accordi che sono una scommessa e che si sommano agli investimenti miliardari da realizzare convincendo gli azionisti e Wall Street della loro bontà e dei loro effetti benefici sulle attività.
Nei conti dell’ultimo trimestre Amazon, Microsoft, Meta e Google hanno offerto un primo assaggio sui benefici che l’IA può avere in termini di aumento della produttività dei loro servizi e nel ridurre i costi operativi. Se Microsoft ha svelato che è ormai a portata di mano il raggiungimento di quota 10 miliardi di dollari di ricavi annualizzati dall’IA, fornendo un esempio tangibile dell’impatto che la tecnologia può avere, le altre big – mette in evidenza il Financial Times – non hanno offerto molti o abbastanza dettagli. Meta ha parlato di come l’IA ha rafforzato le sue attività pubblicitarie e migliorato l’esperienza dei consumatori. Amazon Web Service ha definito le sue attività nell’IA "multi-miliardarie" e con tassi di crescita oltre il 100%.