Venerdì 20 Dicembre 2024
AGOSTINO DI MAIO*
Economia

Agenzie per il lavoro: la sfida è far incontrare domanda e offerta contro ogni illegalità

Agostino Di Maio, direttore generale di Assolavoro, e le prospettive del mercato. Oltre a far entrare gli extracomunitari, l’obiettivo è mantenerli in attività

In materia di immigrazione in queste ore stanno emergendo in maniera nitida dal confronto tra governo e parti sociali i numerosi profili di criticità dell’attuale assetto normativo: infiltrazione della criminalità organizzata (denunciata dalla stessa presidente del Consiglio), inadeguatezza del cosiddetto click day, farraginosità delle procedure amministrative, necessità di conciliare problematiche di ordine pubblico e di inclusione socio-lavorativa. In questo scenario rimane tuttavia ancora sullo sfondo un’adeguata lettura delle reali dinamiche del mercato del lavoro almeno sotto due profili.

L’agricoltura è il settore produttivo con il maggior numero di lavoratori stranieri in Italia
L’agricoltura è il settore produttivo con il maggior numero di lavoratori stranieri in Italia

Il primo riguarda il contrasto all’illegalità che opera ovunque si manifestino “bisogni” reali e siano presenti ampi spazi di profittabilità. L’acclarata difficoltà di incrocio tra domanda e offerta di occupazione su tutta la filiera del mercato del lavoro già oggi determina l’espansione di fenomeni di intermediazione illecita che solo nei casi più eclatanti assumono le forme del tradizionale caporalato assumendo di volta in volta le forme dell’intermediazione illecita, della somministrazione fraudolenta, delle cooperative spurie fino ai più sofisticati e recenti strumenti delle reti di impresa non genuine o delle piattaforme abusive non registrate nell’albo del ministero. Se questo accade nel mercato del lavoro “standard”, non c’è da stupirsi che in un ambito che presenta elementi di grande fragilità come l’immigrazione l’illegalità possa diventare fenomeno addirittura prevalente.

Il secondo elemento da tenere presente sono la struttura ma soprattutto le dinamiche del nostro mercato del lavoro che registra il più alto tasso di occupazione di sempre (62%) accompagnato però da un grande turn over, anche volontario: il 70% dei contratti a termine cessa entro 12 mesi, il 90% entro i due anni mentre sul versante dei contratti a tempo indeterminato il 43% cessa entro tre anni, il 60% entro sei.

In questo grande cambio di paradigma la questione non è più solo quella di “far entrare” le persone nel mercato del lavoro in maniera legale, bensì, sempre di più, quella di mantenercele, prendendole quindi in carico e accompagnandole nell’inserimento socio-lavorativo e nelle fasi che si susseguono nel corso dei singoli percorsi professionali.

Anche le aziende – che pure a gran voce reclamano manodopera – sovente non riescono ad assumere i lavoratori di cui pure avrebbero bisogno perché non sono attrezzate per questa attività: le più grandi perché nella realtà l’inserimento di lavoratori riguarda spesso la loro catena di subappalti e dell’indotto condizionati da molteplici fattori; quelle più piccole perché tra le altre cose sono poco attrezzate sul piano amministrativo. In tale scenario serve chiedersi cosa accade ai lavoratori immigrati quando il loro contratto, sia a termine che a tempo indeterminato, cessa? Chi garantisce loro una rioccupazione o l’inserimento sociale sul territorio? Chi interviene su questa “frattura” tra ingressi, occupati, percorsi lavorativi fatti di transizioni attraverso più occasioni? Una possibile risposta passa attraverso la valorizzazione della rete di intermediazione legale che vede le Agenzie per il Lavoro già in prima linea: su mezzo milione di persone mensilmente occupate in somministrazione, circa un terzo (160mila) sono straniere e nel biennio 2022-2023 le Agenzie, grazie a un programma dedicato, hanno dato lavoro a oltre 30.000 rifugiati.

Continuare a immaginare che in tema di immigrazione domanda e offerta si incontrino da sole, quasi magicamente, rischia di rivelarsi un boomerang buono solo per polarizzare il dibattito tra fautori di un’immigrazione indiscriminata e quelli più attenti ai profili securitari e di ordine pubblico. La rete delle Agenzie per il Lavoro, forte anche di un sistema autorizzatorio severissimo e sottoposto a vigilanza rigorosa da parte del ministero del Lavoro, potrebbe in parte garantire la saldatura di questa frattura.

*Direttore generale di Assolavoro