
TRATTENERE i talenti e puntare sulle risorse già presenti in azienda, preferendo la mobilità interna al recruitment esterno. Sono le...
TRATTENERE i talenti e puntare sulle risorse già presenti in azienda, preferendo la mobilità interna al recruitment esterno. Sono le priorità dei direttori del personale rilevate dal Talent Trends Report, l’indagine di Randstad Enterprise che ha individuato i dieci principali trend nella gestione delle risorse umane del 2025. Una ricerca realizzata attraverso un sondaggio a oltre mille human capital leader di grandi organizzazioni attive in diversi settori in 21 Paesi del mondo (tra cui l’Italia). Lo studio evidenzia come l’Intelligenza Artificiale sia già entrata a pieno titolo anche nelle risorse umane e stia cambiando la cultura del lavoro nelle aziende. Le mansioni tradizionali si stanno suddividendo in attività più piccole e specializzate, in alcuni casi automatizzabili o esternalizzabili per migliorare efficienza e soddisfazione delle persone. E le competenze si affermano ogni giorno di più come il vero valore aggiunto sul mercato del lavoro. In questo contesto, si aggrava la “talent scarcity“ e il 93% dei direttori del personale a livello globale (il 92% in Italia) ha come priorità trattenere i talenti e fidelizzarli nella propria organizzazione. L’87% focalizza le proprie strategie sull’agilità della forza lavoro (l’84% in Italia). E l’80% oggi predilige la mobilità interna al recruitment esterno (il 69% a livello italiano). La grande maggioranza delle aziende (l’83% a livello globale, l’88% in Italia) sta adottando un approccio ‘’skill first’’, basato sullo sviluppo delle competenze, e il 70% ha incrementato il budget per l’apprendimento.
Un supporto decisivo per le diverse strategie HR viene dall’impiego dell’IA. L’82% delle organizzazioni (il 74% in Italia) la sta già utilizzando con successo per fornire assistenza ai clienti e lavorare internamente, la stessa percentuale la sta utilizzando per far sviluppare forti capacità cognitive, o per facilitare reskilling e upskilling. Ma le opportunità da sfruttare sono ancora molte: meno della metà delle aziende (il 41% a livello globale, il 37% in Italia) usa già l’Intelligenza Artificiale per personalizzare le talent experience, dall’analisi dei feedback della forza lavoro ai programmi di sviluppo professionale, solo il 46% per identificare lavoratori con competenze specifiche per la mobilità interna, appena il 36% per cercare candidati con background diversi. Circa metà dei direttori HR (47%) utilizzerà l’IA in futuro per pianificare le risorse umane e scegliere la combinazione ottimale tra le diverse modalità di lavoro.
"In appena due anni dal loro rilascio sul mercato, gli strumenti di Intelligenza Artificiale generativa hanno già avuto un impatto sulla cultura delle aziende, entrando nei processi di gestione e formazione del personale – commenta Fabio Costantini (nella foto), ceo di Randstad Hr Solutions – Tra i diversi fenomeni in atto nel mondo delle risorse umane, assistiamo da un lato a una “pixellizzazione“ del lavoro, cioè a una progressiva suddivisione delle mansioni e dei ruoli per puntare a una maggiore agilità, efficienza e soddisfazione delle persone; dall‘altro all‘affermazione di un approccio “skill-first“ delle organizzazioni, in cui la formazione a ogni livello è diventata elemento centrale per la competitività. Di fronte alla carenza globale di talenti e alle complessità legate a turnover e pensionamenti, gli HR manager si stanno orientando sempre più alla retention e alla fidelizzazione delle proprie risorse personali, puntando a migliorare soddisfazione e opportunità di crescita".