Giovedì 21 Novembre 2024
MARINA CAPIZZI *;
Lavoro

Quando la gerarchia mangia la formazione

Le aziende devono evolvere la formazione e la gerarchia per affrontare criticità come lentezza, stress e demotivazione. È necessario creare percorsi formativi legati alla realtà quotidiana per favorire un apprendimento continuo e migliorare le performance.

Marina

Capizzi *

Le aziende, da decenni, usano la formazione come leva per accompagnare la propria crescita. Tipicamente, la formazione è destinata alla crescita professionale e manageriale di singoli individui. Si va avanti così, anche se molti problemi di fondo non si risolvono mai in barba all’innovazione tecnologica e alle frequenti riorganizzazioni. Ci riferiamo, ad esempio, alla lentezza strutturale delle organizzazioni, allo stress e alla demotivazione diffusi (gli ultimi dati Gallup dicono che, in Italia, solo l’8% degli impiegati dichiara di essere molto coinvolto dal proprio lavoro), alla scarsa attenzione ai clienti/utenti. Perché la formazione non riesce a fare la differenza su queste e molte altre criticità? La risposta è semplice. Le nostre organizzazioni hanno una struttura gerarchica ereditata dal passato che le rende strutturalmente lente, genera molto stress in alto e demotivazione in basso, pone poca attenzione sui clienti/utenti finali. Perché le organizzazioni gerarchiche tradizionali sono lente? Perché presuppongono che decida sempre il più alto in grado, quindi, il più lontano da problemi/opportunità. Questo fa sì che i problemi si accumulino sulle scrivanie, generando molta ansia in chi deve prendere decisioni su temi che non conosce (per questo si moltiplicano le riunioni), e demotivazione in basso in chi, pur conoscendo le soluzioni perché vive quei temi tutti i giorni, non può decidere. La piramide organizzativa, inoltre, è strutturalmente lontana dai clienti/utenti perché la gerarchia prevede un unico cliente: il capo.

Allora si capisce perché, dopo decenni di interventi formativi, molti problemi rimangano intatti e sia giunto il momento di cambiare. Attenzione. Non si tratta di eliminare né la formazione né tanto meno la gerarchia, ma di farle evolvere per metterle al passo con il mondo. Come? Creando percorsi formativi molto legati alla realtà quotidiana, dove le persone che lavorano insieme – capo compreso – possano utilizzare le sessioni formative come opportunità per individuare modi diversi di lavorare, sperimentarli sul campo, riflettere sugli errori e su ciò che funziona, attivando un processo di apprendimento e di miglioramento continuo delle performance dove crescono i singoli, i team e i manager. Formazione e gerarchia devono evolvere insieme. Altrimenti la gerarchia continuerà a mangiarsi la formazione a colazione.

* Consulente di evoluzione organizzativa