Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Patrimonio 2,3 miliardi e oltre 109mila iscritti

Il Presidente, Stefano Dall’Ara

Il Presidente, Stefano Dall’Ara

OLTRE 109.000 aderenti tra lavoratori, soci e dipendenti delle cooperative italiane, per il 53% donne, un patrimonio di circa 2,3 miliardi. Sono i risultati chiave del 2021 di Previdenza Cooperativa, uno dei fondi pensione negoziali più grandi e patrimonializzati del Paese (il settimo per iscritti e il nono per patrimonio, a cui contribuiscono oltre 4.200 coop), costituito da Agci, Confcooperative, Legacoop e Cgil, Cisl, Uil. Previdenza Cooperativa è nata nel 2018 dalla fusione tra i tre fondi preesistenti del sistema cooperativo: Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop. Solo in Emilia-Romagna, la regione dove il movimento cooperativo è più ampio e radicato, il fondo conta il 28,7% degli aderenti. "Completata la fase esecutiva della fusione e l’articolato adeguamento alla normativa comunitaria Iorp II, Previdenza Cooperativa è pronta per rispondere all’ampia domanda potenziale di previdenza integrativa ancora non soddisfatta nel mondo cooperativo e incrementare l’inclusione previdenziale", confermano il presidente Stefano Dall’Ara, e il vicepresidente, Fausto Moreno. Per questo, nel corso del 2021 il fondo ha avviato una campagna informativa e di educazione, per sensibilizzare i lavoratori delle imprese cooperative sull’importanza e i vantaggi del secondo pilastro pensionistico, una opportunità di risparmio essenziale anche per affrontare meglio eventuali difficoltà personali e lavorative.

Alla fine del 2021 (dati Covip) le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari erano 9,7 milioni, in crescita di 403.000 unità in un anno. Le risorse destinate alle prestazioni erano, a fine dicembre 2021, pari a 212,6 miliardi di euro, circa 14,7 miliardi in più rispetto alla fine del 2020. Valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, nei dieci anni da inizio 2012 a fine 2021, il rendimento medio annuo composto si spinge fino al 5% con rivalutazione annua del Tfr dell’1,9 per cento annuo. La previdenza complementare, a differenza di quella obbligatoria, è volontaria (il lavoratore può scegliere se aderire a una forma pensionistica complementare), è strutturata finanziariamente sul meccanismo della capitalizzazione individuale (i versamenti confluiscono in conti individuali intestati ai singoli iscritti) ed è a contribuzione definita (si sa quanto si versa e la prestazione finale dipende dalle somme versate e da quanto ha reso il loro investimento).