Domenica 29 Dicembre 2024
ROBERTA
Lavoro

La specializzazione è superata: oggi serve flessibilità cognitiva

Rossi * Secondo Rand Spiro, docente di psicologia dell’educazione, la specializzazione, che è stato un mantra per tutto il XX secolo,...

Rossi *

Secondo Rand Spiro, docente di psicologia dell’educazione, la specializzazione, che è stato un mantra per tutto il XX secolo, è superata. Occorrerà avere “flessibilità cognitiva” e un set di competenze multidisciplinari. Riuscendo a unire puntini che mai nessuno aveva unito prima. Un piccolo aneddoto per capire meglio. Lo scomparso Steve Jobs, racconta la giornalista del Financial Times Gillian Tett, era un sostenitore della diversificazione delle competenze. Dopo il college aveva fatto un corso apparentemente inutile di calligrafia giapponese. Quando fondò Apple, unì le sue competenze informatiche con il suo gusto artistico e creò dei computer con un design e un’eleganza unici. Jobs, quando lo invitavano nelle università a parlare, esortava spesso gli studenti a creare punti sconnessi di conoscenze e competenze e aver fiducia che questi puntini si sarebbero uniti nel futuro. Davvero succede? I puntini nel futuro si uniscono?

Ecco un’altra scoperta. Nel 2008 un team di economisti ha confrontato le traiettorie salariali degli studenti con specializzazioni singole e doppie. I risultati sono stati incredibili. I laureati che combinavano competenze apparentemente lontane anni luce, come l’economia e l’arte, guadagnavano dal 7% al 50% in più rispetto a quelli con una sola specializzazione. Quindi la chiave del successo oggi sono le competenze multidisciplinari? Secondo uno studio del National Bureau of Economic Research, la doppia specializzazione è come la diversificazione del portafoglio: aiuta a proteggerti dagli shock del mercato. Poco importa che si tratti del mercato del lavoro o del mercato finanziario. Chi ha più specializzazioni è più resistente agli shock finanziari: se il settore in cui lavora va male, potrà spostarsi su un altro ambito lavorativo.

L’attuale ossessione per la tecnologia e l’informatica non ci salverà da sola: ma unita a una disciplina umanistica potrà farà la differenza. I robot se ci pensate ragionano in verticale più che in orizzontale. Noi umani possiamo se possediamo competenze multidisciplinari creare combinazioni nuove. Proprio come ha fatto Steve Jobs quando ha trasformato un oggetto decisamente brutto, il computer, in un oggetto bello e di design. Ha unito le competenze informatiche con l’estetica. "Dopotutto – scrive Gillian Tett sul Financial Times – la capacità di connettere punti non collegati è un attributo chiave dell’essere umano che finora ci separa dai robot".

* Responsabile Consulenza Personalizzata SoldiExpert SCF