LA WEB REPUTATION è un aspetto centrale per trovare lavoro. Prima di assumere qualcuno, infatti, la maggior parte delle figure manageriali addette alla selezione del personale fa una ricerca online sul candidato per conoscerlo meglio e trarne il profilo più attendibile possibile. In questo senso curare la propria reputazione online è decisivo: lo dimostra un’indagine dell’Agenzia per il Lavoro Orienta, che durante il mese di settembre 2024 ha condotto una survey con 8 domande a risposta chiusa tra i propri utenti LinkedIn per indagare la loro conoscenza circa l’importanza della web reputation soprattutto in chiave occupazionale. Le domande, nello specifico, hanno riguardato la conoscenza del concetto di web reputation, a cosa serve, a quale soggetto (candidato o azienda) è più utile, come si costruisce una reputazione online positiva, quali i maggiori rischi e quali dati o informazioni condividere online. Solo il 50% dei candidati ha affermato di conoscere il tema della web reputation e il 61% ritiene che serva a farsi apprezzare dalle aziende, consapevolezza che corrisponde alla tendenza degli HR manager a cercare il profilo online dei candidati. Secondo il 24%, invece, serve più a farsi apprezzare da qualcuno in generale. Il 36% pensa di costruire un’immagine positiva di sé attraverso l’interazione con utenti online, il 34% pubblicando contenuti di valore e il 21% attraverso feedback positivi da parte di altri.
Circa i rischi per la propria reputazione online, il 30% pensa che sia necessario evitare le discussioni sui social, il 23% sostiene che bisogna evitare post “compromettenti” e il 29% foto “compromettenti”. Il 44% teme il furto di dati e immagini, il 28% la circolazione di fake news a proprio discapito e un altro 28% l’eventualità di trasmettere un’idea negativa di sé. Il 75%, inoltre, considera importante mantenere privati i propri dati personali. Tra questi, quelli considerati più delicati per il 46% dei rispondenti è lo stato di salute e per il 19% il pensiero politico o credo religioso. Per un minor numero di persone, invece, i dati personali più importanti sono il livello di reddito e le informazioni biometriche.
"Siamo sempre più una società iperconnessa, social e digitale – commenta Giuseppe Biazzo (nella foto), amministratore delegato di Orienta – Di conseguenza, anche il concetto di reputazione si è spostato online, con maggiori opportunità ma anche rischi. Bisogna essere consapevoli che molte delle nostre attività online lasciano tracce pubbliche che contribuiscono a definire la nostra immagine e reputazione Questa dinamica è strettamente correlata al tema occupazionale e, in special modo, ai processi di assunzione. È noto che molti dei professionisti della ricerca e selezione del personale ricorrono allo strumento online per definire un profilo più completo dei candidati. Importante, quindi, curare la propria reputazione online in chiave lavorativa. Allo stesso tempo – conclude Biazzo – questa non deve diventare un’arma a doppio taglio, che scoraggia la legittima libertà di pensiero di ciascuno, innescando autocensure e prestando il fianco a inaccettabili discriminazioni".