Mercoledì 11 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Italiani stressati dal lavoro. Il 36% vorrebbe dimettersi

Il fenomeno della Great Resignation continua: il 36% degli italiani pensa di cambiare lavoro entro sei mesi. Stress e desiderio di crescita professionale influenzano le decisioni.

Italiani stressati dal lavoro. Il 36% vorrebbe dimettersi

è la quota di intervistati che ritiene di avere le capacità e l’esperienza richieste dalla posizione, mentre il 74% pensa di avere le tecnologie e gli strumenti necessari. Tuttavia, quando si tratta di sviluppo di carriera, si rileva una differenza tra potenzialità e opportunità: il 68% sostiene di avere in azienda l’opportunità di avanzare la propria posizione lavorativa, ma solo il 53% ritiene di avere la possibilità di ottenere una promozione

IL FENOMENO della Great Resignation non molla. Dopo il boom di dimissioni post pandemia, la voglia di cambiare occupazione rallenta ma resta comunque alta. Più di un italiano su tre, il 36%, pensa ancora di lasciare il lavoro entro i prossimi sei mesi. Inoltre, nonostante il 63% abbia una percezione complessivamente positiva del proprio posto di lavoro, il 53% afferma di sentirsi stressato. Lo certifica ManpowerGroup nel suo Global Talent Barometer, uno studio svolto in 16 Paesi su un campione di oltre 12.000 intervistati. In particolare, analizzando i tre parametri chiave (benessere, soddisfazione lavorativa e fiducia) nel nostro Paese, il 60% dei lavoratori registra un livello di benessere positivo nel proprio ambiente di lavoro (rispetto a un Indice Benessere globale del 64%); il 58% si ritiene soddisfatto a livello lavorativo (Indice Soddisfazione lavorativa globale 63%) e il 70% ha fiducia nelle proprie competenze e nel proprio posto di lavoro (Indice Fiducia globale 74%). Per quanto riguarda l’indice relativo al benessere, in Italia la maggioranza (75%) ritiene che il proprio lavoro abbia significato e uno scopo, si sente allineata (68%) con i valori e la visione della propria azienda e ritiene di essere supportata (61%) per quanto riguarda l’equilibrio vita-lavoro. Tuttavia, il 53% degli intervistati afferma di sentirsi quotidianamente stressato sul lavoro.

Scomponendo l’indice sulla soddisfazione lavorativa, il 57% degli italiani confida che i propri interessi nello sviluppo della carriera siano tutelati dai manager aziendali. Un valore relativamente basso, che spinge a guardarsi intorno: più di un lavoratore su tre (36%) intende cambiare impiego nel prossimo semestre e il 48% è convinto di poter trovare un’occupazione in linea con le proprie esigenze nell’arco di sei mesi. Inoltre, il 27% non si sente sicuro del proprio posto di lavoro e teme che entro sei mesi sarà costretto a lasciarlo.

Per quanto riguarda la fiducia in sé stessi e nel proprio lavoro, l’Italia fa registrare valori molto elevati per ogni componente dell’indice: l’85% degli intervistati ritiene di avere le capacità e l’esperienza richieste dalla posizione e il 74% di avere le tecnologie e gli strumenti necessari. Tuttavia, quando si tratta di sviluppo di carriera, si rileva una differenza tra potenzialità e opportunità: il 68% dei talenti sostiene di avere in azienda l’opportunità di migliorare le proprie skills per avanzare la posizione lavorativa, ma soltanto il 53% ritiene di avere effettivamente la possibilità di ottenere una promozione. A livello territoriale, benché si registri una percezione simile lungo tutta la penisola, alcuni valori mostrano fluttuazioni rilevanti. La percentuale di persone che dichiarano di temere di dover lasciare il posto di lavoro è più alto nel Sud e Isole (30%) e nel Centro (29%) rispetto a Nord Ovest (24%) e Nord Est (22%).

"Il rapporto tra persone e aziende si sta evolvendo rapidamente – commenta Anna Gionfriddo (nella foto), ad di ManpowerGroup Italia – Per trattenere le migliori collaboratrici e collaboratori, in una situazione di crescente talent shortage e mismatch di competenze, il solo stipendio non è più sufficiente. Le persone si aspettano che il lavoro offra loro qualcosa di più: maggiore equilibrio, più opportunità, più empatia. Sebbene il 75% delle persone in Italia trovi uno scopo nel proprio lavoro, i dati del nostro Global Talent Barometer dimostrano che questo da solo non è sufficiente a trattenere i talenti. Le persone sono alla ricerca di ambienti di lavoro che offrano servizi su più fronti, dal supporto per la salute mentale e l’equilibrio tra vita privata e lavoro allo sviluppo della carriera e alla formazione delle competenze".