Giovedì 20 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Insoddisfatti del lavoro. Il 40% pronto a dimettersi

ITALIANI insoddisfatti del proprio lavoro. Al punto che quatto su dieci sono pronti a cambiarlo per avere condizioni e stipendi...

In un solo anno è raddoppiato il numero di chi utilizza l’Intelligenza Artificiale sul lavoro: dal 20% del 2023 al 43% nel 2024, con punte che arrivano al 58% tra i più giovani. Chi invece non si è ancora avvicinato all’utilizzo dell’IA sul lavoro indica come motivo principale la mancanza di formazione e competenze. Un gap da colmare, ancor più con team di lavoro sempre più intergenerazionali

In un solo anno è raddoppiato il numero di chi utilizza l’Intelligenza Artificiale sul lavoro: dal 20% del 2023 al 43% nel 2024, con punte che arrivano al 58% tra i più giovani. Chi invece non si è ancora avvicinato all’utilizzo dell’IA sul lavoro indica come motivo principale la mancanza di formazione e competenze. Un gap da colmare, ancor più con team di lavoro sempre più intergenerazionali

ITALIANI insoddisfatti del proprio lavoro. Al punto che quatto su dieci sono pronti a cambiarlo per avere condizioni e stipendi migliori. Il tutto dentro il quadro di un mercato del lavoro che anche nel 2025 si presenta dinamico, con l’81% delle aziende che si dicono pronte ad assumere, nel 68% dei casi con contratti a tempo indeterminato. È lo scenario che emerge dal report annuale Hays Salary Guide di Hays Italia, secondo cui però non mancano gli ostacoli. A cominciare dalla mancanza di competenze e dalla crisi demografica, con le aziende che indicano tra gli ostacoli alle nuove assunzioni anche il calo di professionisti che entrano nel mercato del lavoro nel loro settore (36%). I bassi livelli retributivi si fanno sentire nel 34% dei casi. Gli italiani si confermano tra i lavoratori più insoddisfatti del mondo, con il 40% – soprattutto donne e over 50 con basse prospettive di carriera – pronto a dimettersi per mancanza di opportunità future (44%), stipendio basso (43%) e ruolo poco stimolante (32%).

Cambiare occupazione si conferma, d’altra parte, la strada principale per poter guadagnare di più. Nel 2024, lo stipendio medio annuo lordo dei colletti bianchi, secondo la ricerca, si attesta intorno ai 56mila euro, +3,7% rispetto al 2023. Ma più della metà dei lavoratori non ha avuto alcun aumento nel corso dell’anno e, tra chi lo ha avuto, il 20% ha ottenuto promozioni, contro un 32% che ha visto crescere la busta paga proprio cambiando lavoro. Una situazione destinata a cambiare poco. Anche nel 2025, infatti, nel 42% delle aziende non ci sono aumenti in vista, mentre per il 55% saranno contenuti entro il 5%. Oltre a salari più alti, un lavoratore su due chiede benefit e welfare (49%), seguiti da ruoli e i progetti stimolanti (43%), un ambiente lavorativo adeguato (43%), smart working (42%) e la crescita professionale (38%). Attualmente quasi sette su dieci già ricevono benefit e se ancora lo smart working (per il 53%) batte l’auto aziendale (46%), emerge sempre più l’assicurazione sanitaria e la copertura medica privata (35%). Con qualche differenza generazionale che si conferma: per i giovani e le donne è più importante il lavoro agile, mentre gli over 50 puntano all’auto aziendale.

La vera rivoluzione, oltre che dal cambio di passo demografico, si attende dall’intelligenza artificiale. In un solo anno è raddoppiato il numero di chi già la utilizza: dal 20% del 2023 al 43% nel 2024, con punte che arrivano al 58% tra i più giovani. Chi invece non si è ancora avvicinato all’utilizzo dell’IA sul lavoro indica come motivo principale la mancanza di formazione e competenze. Un gap da colmare, ancor più con team di lavoro sempre più intergenerazionali. "Dal sondaggio – rileva Carlos Manuel Soave (nella foto), managing director di Hays Italia – emerge una situazione complessa e ricca di sfide. La bassa soddisfazione dei lavoratori e la loro propensione a cambiare lavoro indicano la necessità di un ripensamento delle strategie aziendali. Inoltre, l’adozione crescente di tecnologie di IA generativa rappresenta un’opportunità per migliorare l’efficienza e l’innovazione".