DIPENDENTI “bruciati” ed esausti a causa dello stress lavorativo prolungato. Un fenomeno legato a doppio filo all’atteggiamento del capo, che spesso trasferisce la propria ansia ai sottoposti. Lo rivela una ricerca di Workday, secondo cui un dipendente su due è ad alto rischio di burnout quando il manager lo è a sua volta. Lo studio, basato su un sondaggio cui hanno partecipato 2,6 milioni di dipendenti provenienti da oltre 850 aziende e 12 settori in tutto il mondo, evidenzia come senza un piano per migliorare la salute e il benessere dei dipendenti, o l’assistenza dell’IA e di altre tecnologie, il rischio di burnout organizzativo si diffonda dai manager ai dipendenti, creando un potenziale effetto domino che mina l’engagement e la produttività a tutti i livelli. Le cause del rischio di burnout sono presenti in tutte le organizzazioni e in tutti i settori, sebbene alcuni presentino un rischio maggiore e in particolare servizi finanziari (18%), tecnologia (23%) trasporti (25%) ed healthcare (29%).
I dipendenti con un rischio di burnout più elevato hanno punteggi significativamente più bassi in diversi indicatori chiave, tra cui il coinvolgimento complessivo, la fiducia, la soddisfazione e la lealtà. Spesso però i dirigenti non sono consapevoli del rischio imminente di burnout. Ciò crea una zona d’ombra che impedisce alle organizzazioni di affrontarne le cause principali. Per questo i leader aziendali devono adottare un approccio basato sui dati per misurare il sentiment dei dipendenti e tenere costantemente sotto controllo il rischio di burnout.
La ricerca suggerisce alle aziende, per ridurre il rischio di burnout e coltivare una forza lavoro coinvolta e capace di generare alte prestazioni, di colmare il divario tra dirigenti e dipendenti attraverso i dati: i leader aziendali non possono affrontare un problema se non ne sono consapevoli. Un flusso costante di dati che misura il sentiment e il benessere dei dipendenti può aiutare i dirigenti a capire come si sente la loro forza lavoro e come quel sentiment influisce sulle prestazioni dell’organizzazione.
Anche l’IA è molto importante, poiché può aiutare le organizzazioni ad automatizzare le attività ripetitive e dispendiose in termini di tempo, consentendo ai dipendenti di concentrarsi su lavori di maggior valore. Inoltre occorre allineare i valori aziendali con i risultati desiderati in termini di salute e benessere: se la salute e il benessere sono delle priorità, devono riflettersi nei valori aziendali, nonché nelle azioni quotidiane e nelle attitudini dei leader di tutta l’azienda. Infine lo studio di Workday suggerisce alle aziende di ridurre la rigidità e la complessità delle politiche e dei processi.
"L’elenco delle sfide che le organizzazioni devono affrontare sembra crescere ogni anno, ma l’engagement dei dipendenti e la capacità di trattenere i talenti in azienda sarà sempre fondamentale per il successo – commenta Fabrizio Rotondi (nella foto), country manager di Workday per l’Italia – Migliorare la salute e il benessere dei lavoratori non è solo la cosa giusta da fare, ma può anche contribuire a ridurre i costi associati all’assenteismo e al turnover, rendere l’organizzazione complessivamente più produttiva e costruire una cultura più incline ad attrarre e trattenere i migliori talenti".