GIULIANA PONCHIO, oggi 41 anni, mamma di Vittorio, lavora nel mondo delle fiere da sempre. È entrata in Henoto diversi anni fa, quando ancora la società non si chiamava nemmeno così, e pian piano è cresciuta, fino a diventare la coordinatrice dei project manager. Ogni giorno il suo lavoro è quello di organizzazione e coordinamento di circa 100 persone. D’altra parte, Henoto, società di BolognaFiere Group, focalizzata al settore delle ’Architetture temporanee’, in cui ha acquisito la leadership nazionale e un posizionamento su scala internazionale, punta da tempo a far crescere i propri manager. La società conta, oggi, 300 collaboratori, con un’età media di 35 anni e profili che spaziano dalla progettazione al design, nei differenti ambiti di intervento, temporary structures, exhibition, retail, contract, outdoor, ai servizi, dai contesti produttivi industriali a quelli commerciali.
"Lavoro qui dal 2007. Sono partita dal reparto commerciale, poi sono diventata project manager e ho capito l’intero processo fieristico del mondo degli allestimenti. Sono molto grata all’azienda di avermi fatta crescere tanto, fino al ruolo che ricopro ora e anche di avermi fatto conciliare con la vita privata. Sono infatti mamma di un ragazzino di 11 anni, Vittorio e mi piace seguirlo ed essere presente nella sua vita, nonostante i ritmi del mio lavoro siano molto intensi. Ma è bello sapere di poter crescere e fare carriere senza dover rinunciare alla vita privata", racconta Giuliana Ponchio.
La società è passata da 31 milioni di fatturato nel 2021 a 100 nel 2023 e, come dice il suo presidente, Gianpiero Calzolari (nella foto in alto) "Per noi il capitale umano è un fattore essenziale. Lo conferma l’approccio da learning organization adottato, un modello che investe sul personale interno andando a costruire percorsi sulle potenzialità dei collaboratori e sulle esigenze reali dell’impresa promuovendo, parallelamente, la condivisione del know-how fra le differenti aree, in un confronto aperto che porta a delineare future innovative opportunità di business. È un approccio motivante per i team di lavoro che condividono obiettivi sfidanti con un atteggiamento proattivo essenziale per il conseguimento dei risultati". A dimostrazione di questa filosofia aziendale resta il ricordo di quanto successo nel periodo della pandemia: in un momento in cui tutte le attività fieristiche si sono bloccate, Henoto ha pensato di utilizzare il tempo per dare nuovi strumenti al personale, con un programma di percorsi formativi, coinvolgendo i collaboratori in attività di brain storming per individuare nuovi ambiti in cui operare, oltre che procedere, con forti investimenti, al rinnovamento tecnologico delle unità produttive che ha facilitato, non appena possibile, la ripartenza dell’attività. I profili professionali che trovano impiego nelle attività della società sono molto diversi fra loro, coabitano infatti assieme ingegneri, architetti, progettisti, informatici, allestitori, ma anche comunicatori, social manager, business development nazionale e internazionale, assieme a persone più dedicate ai servizi, dalle relazioni di front e di back office con i clienti, all’amministrazione.
Enrico Padovan ha 38 anni e da 15 lavora nella società, di cui oggi è il responsabile della parte tecnica. "Attualmente coordino circa 40 persone in un team creativo e operativo che in tempi molto rapidi è in grado di passare dalla ideazione alla messa a terra del progetto. Le cose che più amo di questo lavoro sono proprio la passione e la dinamicità, unite alla velocità e alla sfida continua". Ma c’è un altro aspetto di cui Padovan va molto fiero, ovvero "il fatto che noi lavoriamo avendo davvero in testa il tema dell’ecosostenibilità del prodotto. Molti dei nostri moduli sono riciclabili al 100 per 100, normalmente invece nel nostro settore gli stand si buttano a fine fiera. I nostri sono del tutto riutilizzabili ed è una cosa che mi rende molto orgogliosa, perché la sostenibilità è il tema più importante anche del nostro agire, come le è e ne sono felice, il fatto che in azienda la nostra divisione sia centrale dell’attività". In sintesi la sua divisione è traversale a tutte le unità operative dell’azienda e quindi il lavoro che lui e i suoi colleghi svolgono è entusiasmante, e, come dice lui "ogni volta sfidante". Henoto ha per esempio progettato Casa Italia alle Olimpiadi di Parigi e "quindi la possibilità di lavorare a progetti così ambiziosi e di farlo in team è davvero molto bello", dicono sia Padovan che Ponchio.
Henoto è insomma sempre più internazionale e vocata alla sostenibilità, che per la società con sede a Bologna si declina in forma integrata nella personalizzazione dei prodotti e de servizi, nella gestione dei processi, nel riciclo e nello smaltimento, nella gestione virtuosa della logistica, in cui le tecnologie IoT (internet of things) e l’utilizzo di sistemi di gestione magazzini avanzati e skill tecnologiche innovative sono fondamentali. Oltre a far crescere le persone internamente, essenziale, per Henoto, poi, è anche il dialogo con le scuole superiori e con le Università, con l’obiettivo di contribuire alla definizione di piani di studio che possano offrire soddisfacenti prospettive ai giovani e, alle aziende, collaboratori competenti e sempre più aderenti alle esigenze di un mercato competitivo e globale.