UNA COSA È CERTA: le skills richieste per partecipare alla Formula 1 in Schools non si apprendono solo sui banchi di scuola. Riuscire ad instaurare una rete di collaborazioni che sia calata nel mondo del lavoro è già parte stessa della competizione. Questa è solo una delle difficoltà in cui si sono imbattuti gli studenti nazionali e internazionali che hanno gareggiato alla prima edizione italiana della In Schools Stem Challenge. La gara (nella foto sotto) è stata organizzata da Haas, scuderia statunitense di Formula 1, con sede a Bunbury, in collaborazione con l’azienda italiana Dallara, che dal 1972 produce automobili da competizione a Varano de’ Melegari, in provincia di Parma. Proprio qui si sono sfidati i team di diversi istituti, composti da studenti con un’età compresa tra i 9 e i 19 anni. Obiettivo della gara era progettare un modellino ad aria compressa utilizzando strumenti di progettazione e software altamente specifici quali CAD e CAM. I modellini ideati sono stati poi concretizzati, attraverso l’utlizzo di stampe 3D e poi testati, realizzando vere e proprie corse tra i team sfidanti su una pista rettilinea lunga 24 metri. Al lavoro pratico, che implica la messa in atto di conoscenze matematiche e tecnologiche, si aggiunge una sfida in più: imparare a lavorare in gruppo. La collaborazione diviene infatti condizione essenziale per la buona riuscita del progetto: se tutti comunicano e lavorano nella stessa direzione, il cerchio si chiude e il modellino funziona.
La gara è composta da una serie di prove da superare, grazie alle quali vengono testati il modellino e il progetto dei team. Chi ottiene il punteggio finale più alto, si aggiudica la vittoria. In questa prima edizione tutta italiana il primo posto è stato assegnato all’International School di Bologna, il cui team ha segnato il miglior punteggio sia nella presentazione del progetto e del portfolio, che raccoglie un anno di lavoro, sia nella realizzazione del modellino più veloce. La scuola vincitrice era l’unico istituto non tecnico a partecipare: non possedeva alcun dispositivo o software da utilizzare nella fase di progettazione e nemmeno alcuna convenzione. Sono stati gli stessi ragazzi a occuparsi di tutto ciò, mettendosi in gioco, varcando i confini della propria classe. L’esperienza offerta dalla In School Stem Challenge, già attiva in 51 paesi, consente infatti di responsabilizzarsi e crescere costruendo un team che risulti funzionale e operativo, creando un ambiente di lavoro divertente, ma altamente formativo, al fianco di ingegneri e designer di fama mondiale.
Sofia Spagnoli