Lunedì 3 Marzo 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Dai commessi ai gelatai. Introvabili 258mila lavoratori

LA PIENA occupazione è sempre meno un miraggio. Lo dimostrano i dati Istat, i migliori da vent’anni, ma anche il...

LA PIENA occupazione è sempre meno un miraggio. Lo dimostrano i dati Istat, i migliori da vent’anni, ma anche il...

LA PIENA occupazione è sempre meno un miraggio. Lo dimostrano i dati Istat, i migliori da vent’anni, ma anche il...

LA PIENA occupazione è sempre meno un miraggio. Lo dimostrano i dati Istat, i migliori da vent’anni, ma anche il rovescio della medaglia. Ovvero la mancanza di candidati per ricoprire posizioni che, rimanendo vacanti, mettono a rischio la crescita del Pil. Nel 2025, in Italia, sono 258mila i lavoratori “introvabili“, il 4% in più dell’anno precedente. A lanciare l’allarme è Confcommercio, che riprende uno dei temi sempreverdi del panorama occupazionale, ossia il ‘mismatch’ domanda-offerta di lavoro. I settori più in difficoltà sono commercio, ristorazione e ospitalità, per i quali l’associazione parla apertamente di "emergenza" che "rischia di frenare la crescita economica dei settori" ma anche "del prodotto lordo dell’intero sistema economico italiano". Dunque è caccia grossa a gelatai, macellai, gastronomi, addetti al pesce. E anche a commessi nel settore moda-abbigliamento, camerieri di sala, barman, cuochi, pizzaioli, addetti alla pulizia e al riassetto delle camere negli alberghi.

Tra le motivazioni del problema, scrive l’organismo di rappresentanza delle aziende di commercio, turismo e servizi, ci sono "ragioni strutturali come il calo demografico nelle fasce più giovani della popolazione (4,8 milioni in meno tra il 1982 e il 2024 nella fascia di età 15-39 anni)". Pesano anche la "rarefazione dei lavoratori che hanno profili adeguati per svolgere certi mestieri "in termini di conoscenze, abilità e competenze", le grandi variazioni nelle preferenze occupazionali dei potenziali dipendenti e una "ridotta disponibilità alla mobilità territoriale". Insomma, commenta Confcommercio, non "trovare lavoratori qualificati è un lusso che il nostro Paese non si può permettere". Per questo, prosegue la Confederazione, "le imprese devono essere supportate nella formazione" ed "è strategico anche il rafforzamento del legame fra formazione-istruzione e tessuto produttivo" così da "orientare i giovani accrescendo le loro motivazioni e offrire percorsi di stage, tirocini e apprendistato che coniugano formazione e lavoro, favorendo l’occupabilità".

"Trovare manodopera qualificata è sempre più difficile – commenta Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio – ed è un’emergenza che rischia di frenare la crescita economica di importanti settori del commercio. Tra le cause ci sono il calo demografico e la mancanza di profili adeguati. Occorre, con urgenza, sostenere le imprese che investono in nuova formazione, anche di immigrati, e rendono più competitivo il nostro Paese". Sulla falsariga di Sangalli il presidente di Univendita (la principale associazione della vendita diretta in Italia, aderente a Confcommercio) Ciro Sinatra, secondo cui "il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è una sfida cruciale per la crescita economica del Paese e i dati di Confcommercio confermano l‘urgenza di intervenire. Servono misure strutturali: più politiche attive, investimenti nella formazione continua e un legame più forte tra istruzione e mondo produttivo. Ma serve anche un cambio di prospettiva: dobbiamo valorizzare il merito e i talenti, soprattutto tra i giovani".